Stella distante (Bolaño), Verso la Certosa (Gadda): le novità Adelphi del mese di gennaio

Titolo: Stella distante
Autore: Roberto
Bolaño
Editore: Adelphi
Pagine: 147
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 16,00 €


Chi era Carlos Wieder? Un poeta o un assassino? Un artista o un criminale? Un pilota spericolato che si esibiva in performance di «scrittura aerea» o un autore di snuff movies? E ha veramente arrestato e torturato e ucciso, nei mesi successivi al golpe di Pinochet, decine di persone, per poi esporre le foto dei cadaveri ridotti a brandelli perché convinto della assoluta, gra­tuita purezza del male – perché solo il dolore è in grado di rivelare la vita, e lo scopo della sua era «l'esplorazione dei limiti»? Nulla, sembra ribadire Bolaño, è più sfuggente della verità.
Tant'è che, una pagina dopo l'altra, un tassello dopo l'altro – attraverso un accumulo di indizi, molti dei quali di natura squisitamente letteraria, e di storie parallele, alcune tragiche, alcune grottesche, alcune paradossalmente fiabe­sche (ma tutte, sempre, eccessive, «come lo era il Cile di quegli anni») –, il nostro percorso di avvicina­mento a quella che potrebbe essere la verità diventa via via più sdrucciolevole, come se l'autore medesimo ci invitasse a dubitare degli eventi che narra non meno che degli scrittori che cita, delle poe­sie, delle riviste, dei movimenti letterari a cui allude. Nonché, in definitiva, dell’esistenza stessa di un uomo chia­mato Carlos Wieder.

Titolo: Verso la Certosa
Autore: Carlo Emilio Gadda

Editore: Adelphi
Pagine: 249
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 19,00 €  


Allestito fra il 1959 e il 1961 a partire da due libri usciti in esigua tiratura fra gli anni Trenta e Quaranta – Le meraviglie d'Italia e Gli anni –, Verso la Certosa costituisce un'autoantologia, di sorprendente bellezza, del miglior Gadda ‘saggista', da porre accanto a I viaggi, la morte: e il titolo, evocando la solitaria residenza milanese del Petrarca nei pressi della Certosa di Garegnano e, insieme, la dimora ultima del Cimitero Maggiore di Milano, le conferisce per di più il carattere di opera conclusiva, di traguardo raggiunto. Splendide e nobili immagini della campagna lombarda, custodita dal «popolo stupefatto dei pioppi», e la commossa celebrazione del genio dell'arte e della tecnica si alternano al racconto – vicino alle atmosfere della Cognizione – del «diniego oltraggioso» opposto dal mondo, alle cronache di una Milano che nella fiera di Senigallia, «mercato dell'impensabile», si rivela «scansia d'ogni possibilità, d'ogni idea che possa diventare industria, o commercio», alla veridica ricetta del «sacro» risotto alla milanese, nonché a una irresistibile ‘bizza' sugli incresciosi inconvenienti della rivoluzione edilizia, regalataci dallo «sconsiderato padreternismo dei tira linee quattordicenni: sì: età mentale quattordici». 

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