La commedia di Charleroi; 2041: novità Fazi in libreria dal 15 maggio

Titolo: La commedia di Charleroi
Autore:
Pierre Drieu La Rochelle
Editore: Fazi
Pagine: 226
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 15,00 €


“Sono partito, non sono più ritornato, questa volta”. Così Drieu La Rochelle chiude l’ultimo racconto di questa raccolta, scritta nel 1934, che ci svela cosa sia per lui il senso della guerra: l’impossibilità di fare ritorno alle commedie della vita civile dopo aver provato il disgusto e l’ebbrezza del grande conflitto del ’14-’18. Eroismo e viltà, esaltazione e disincanto, ideologia e cinismo si confondono nei personaggi della Commedia, che narrano la loro esperienza sapendo di non poter essere creduti da chi nella pace è ansioso di ritrovare soprattutto le proprie illusioni.
Come la signora Pragen, la borghese arricchita del primo racconto, che cerca le tracce del figlio sul campo di Charleroi, ma fugge la realtà di una guerra che, nei massacri di massa, ha perso anche le sue retoriche e le sue finzioni romantiche. Gli uomini che hanno vissuto il furore delle trincee sono già quelli che, incapaci di abbracciare una condizione diversa dallo stato d’eccezione, andranno a popolare le grandi mobilitazioni totalitarie del Novecento. In questo senso, ’14-’18 La commedia di Charleroi, con la sua lingua intensa, oscillante tra lucidità e follia, è emblematica di uno scrittore che, al di là di ogni etichetta politica, ha fatto della propria opera e della propria sofferenza la testimonianza tragica del disagio di un’intera generazione.

Pierre Drieu La Rochelle nato a Parigi nel 1893, fu poeta, saggista e romanziere. Dopo la guerra, durante la quale rimase ferito tre volte, denunciò nei suoi saggi la decadenza della società borghese materialista e tecnicista, cui contrappose la grandezza della tradizione umanistica europea. Aderì al nazismo e durante l’occupazione diresse la «Nouvelle Revue Française», punto di riferimento dell’establishment letterario francese. Arrestato dopo la liberazione, morì suicida nel 1945. Tra le sue opere ricordiamo L’uomo pieno di donne (Passigli, 2000), Gilles, Strano viaggio (Passigli, 2001), Racconto segreto (SE, 2005), Fuoco fatuo (SE, 2006), da cui Louis Malle nel 1963 trasse un film di successo con musiche di Erik Satie.

Titolo: 2041
Autore:
David Becchetti
Editore: Fazi
Pagine: 260
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 14,00 €


In una grigia Italia del futuro, l’Ente di Programmazione Nazionale gestisce le vite dei cittadini fin nei minimi dettagli. Tra i colletti bianchi che sciamano all’ombra dei palazzi dell’Ente, ascensori di vetroresina e uffici tutti uguali, si muove il protagonista, un brillante funzionario in carriera che si occupa di riorganizzazione demografica a scapito delle minoranze e delle debolezze sociali. Tutto scorre monotono e regolare nella sua vita quando, all’improvviso, il desiderio di un’esistenza più autentica e quello di amare ed essere amato - prima in una relazione omosessuale con il collega Andrea Bovè, drammaticamente finita per gelosia, e poi con la vicina di casa Anna - sconvolgeranno tutti gli equilibri faticosamente costruiti e conservati negli anni. Quando il protagonista, colto da un irrefrenabile impulso per cui scardinerà i rigidi schemi in cui da sempre vive, manometterà il sistema centrale, verrà scoperto e giudicato dall’intero sistema fino all’amarissimo e tragico epilogo.

David Becchetti nato a Roma nel 1970, è laureato in Storia Contemporanea, giornalista professionista, attualmente capoautore di Agorà – Rai3. Anni fa ha pubblicato alcuni racconti su “Nuovi Argomenti”, e vinto il Premio Solinas per il miglior soggetto cinematografico. Considera il miglior incipit di romanzo “Chiamatemi Ismaele” e crede che per scrivere buone storie servano buoni occhi, ottime orecchie e gambe robuste.

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