Recensione: LA CARTA DELLA REGINA di Giorgio Caponetti

Titolo: La carta della regina
Autore: Giorgio Caponetti
Editore: Marcos y Marcos
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 12,00 €


Recensione a cura di Eleonora Cocola

Alvise Pàvaro, professore universitario veneziano esperto di ippologia, si reca in Sicilia per accompagnare all’altare la nipote Anna, in procinto di sposarsi con Rosario, erede dell’antica famiglia siciliana dei Marescalchi: una famiglia che vanta nobili natali, discendente della regina Adelasia, che fu moglie di Ruggero I di Altavilla, madre di Ruggero II e quindi bisnonna di Federico II di Svevia. Nell’immensa tenuta sono celati i reperti di una civiltà antichissima e straordinaria, ma anche i segreti del passato più prossimo, capaci di mettere in pericolo gli eredi dei Marescalchi. Alvise si ritrova coinvolto nelle vicende famigliari, tra omicidi mafiosi, rocamboleschi piani di vendetta e fogli di carta in grado di cambiare le sorti dei personaggi.

Gli elementi per un gran romanzo ci sono tutti: una famiglia di nobile lignaggio fa rivivere un mondo scomparso da secoli portando avanti tradizioni come la falconeria e celando le vestigia di antenati dai nomi altisonanti; il riaffiorare di un vecchio mistero mette in pericolo la bella Dedè, ultima depositaria della nobiltà dei Marescalchi, e il protagonista Alvise, immediatamente accettato come nuovo membro della famiglia, sembra essere l’unico in grado di aiutarla. Un po’ per volta il fascino della terra sicula e quello di Dedè fanno sentire Alvise sempre più coinvolto nelle vicende della sua nuova famiglia acquisita, aiutandolo a uscire dal bozzolo di solitudine in cui si era rifugiato dopo tanti fallimenti sentimentali.

Non mancano, ovviamente, le suggestioni storiche e tutto il fascino derivante dai richiami a un tempo in cui la Sicilia fu culla della civiltà occidentale e crogiolo di popoli e di culture. L’ambientazione è sicuramente una carta vincente, tra il fascino selvaggio della Trinacria e quello decadente della città sospesa sull’acqua. C’è persino un tocco di colore linguistico, con l’uso misurato dei dialetti palermitano e veneziano. Nonostante tutti questi elementi però, La carta della regina, pur essendo una lettura piacevolissima, non finisce di coinvolgere.

Sarà perchè la tensione non viene mai portata ad alti livelli, forse per non guastare la piacevolezza della lettura e per rassicurare sull’happy end; c’è troppa armonia nei personaggi e troppa leggerezza nel tono narrativo per far preoccupare il lettore circa un possibile esito negativo della vicenda. Tutte le situazioni, anche le più critiche, risultano miracolosamente di facile e immediata soluzione. Nel complesso la trama, seppure ben costruita, non è sostenuta da quel minimo di tensione che servirebbe a un romanzo d’avventura come questo. A prendere il sopravvento è tutto ciò che dovrebbe da fare da cornice alla storia, quindi luoghi, personaggi secondari e atmosfere; l’impressione dunque di leggere un libro in cui sono gli avvenimenti a fare da sfondo all’ambientazione, anziché il contrario.  

L'AUTORE
Giorgio Caponetti è nato a Torino nel 1945. Dopo una brillante carriera di pubblicitario, si trasferisce in campagna – prima nel Monferrato e poi in Maremma – per diventare allevatore e addestratore di cavalli, istruttore d’equitazione, regista e conduttore di spettacoli e di documentari equestri. Da molti anni vive con la famiglia in una verdissima tenuta a Tuscania, con tanto di necropoli etrusca; di recente ha anche cominciato a insegnare ippologia all’università. Il suo primo romanzo, Quando l’automobile uccise la cavalleria, racconta la storia segreta della fondazione della Fiat; con Due belle sfere di vetro ambrato ha inaugurato la serie di avventure di Alvise Pàvari dal Canal, grande esperto di cavalli e grande viaggiatore, pericolosamente sensibile alle donne e al mistero. Il secondo romanzo della serie, Venivano da lontano, ci riporta all’epoca degli etruschi e si svolge a Tuscania. Con La carta della regina, Alvise lascia Venezia per immergersi in un’avventura siciliana.

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