Recensione: OUTLANDER. L'AMULETO D'AMBRA di Diana Gabaldon

Titolo: Outlander. L'amuleto d'ambra
Autore:
Diana Gabaldon
Editore: Corbaccio
Pagine: 504
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 18,60 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

L’amuleto d’ambra è il secondo capitolo della saga internazionale di Outlander scritta da Diana Gabaldon. Oggi, la saga è divenuta una delle serie televisive più acclamate dagli spettatori di tutto il mondo. Famosa per i salti temporali e la doppia vita che fa vivere alla protagonista, con questo nuovo romanzo l’autrice non si smentisce. Il libro, diviso in quattro parti, ripercorre due filoni storici: il’900 e il ‘700. Nella prima parte ci troviamo nel 1968, negli Stai Uniti. Qui, per circa vent'anni, Claire Randall,
infermiera militare ritornata nella sua epoca, ha mantenuto un segreto devastante e logorante per amore del marito, ma divenuta vedova decide di tornare a Craigh na Dun, insieme alla sua bellissima figlia dalla chioma fulva.

E proprio a quest’ultima Claire svela il tanto protetto segreto: ricordi di una vita passata, vissuta nel 1743 insieme a James Fraser, un highlander coraggioso e passionale che le ha rubato il cuore, facendole dimenticare degli agi e delle avanguardie del’900. Nel tentativo di narrarle ogni singolo frammento, Claire ripercorre a ritroso tutte le vicende vissute. Qui si apre la seconda parte che, insieme alla terza e alla quarta, narra la vita della protagonista nella Francia del 1744. Negli anni d’oro del regno di Luigi XV, Claire e Jamie si ritrovano coinvolti negli intrighi della corte francese per cercare di salvare la Scozia dalla catastrofica battaglia di Culloden, tentando quindi di cambiare il corso degli eventi e della storia. Tra fasti, lusso sfrenato e smodato, nobili altezzosi, costumi inusuali e a tratti sconvolgenti, la scomodità delle stecche di balena dei corsetti, feste al limite del paradossale, la storia scorre in modo fluido donando al lettore scorci di vita quotidiana dei due protagonisti, impegnati a districarsi tra inviti a corte, spionaggi e la loro vita matrimoniale fatta sia di battibecchi che scene d’amore. Ben presto, però, il sogno e l’avventura francese terminerà e Claire insieme al suo highlander sarà costretta a far ritorno nella Scozia settecentesca.

Con uno stile descrittivo e diretto, la Gabaldon si dimostra ancora una volta una scrittrice versatile e oltremodo acculturata. Riesce con maestria a spaziare tra gli usi e i costumi non solo di nazioni diverse, ma anche di epoche altrettanto distanti e differenti. Dall’America novecentesca, fatta di pettinature a onde morbide, abiti corti e un patriottismo radicato; alla Francia del ‘700, patria di pomposi abiti in seta e taffetà; fino alla Scozia, terra degli highlander e della cultura del tartan. Un romanzo a sfondo storico, pregno di sentimenti, in cui prevalgono l’amore e il rispetto coniugale. Lo consiglio a tutti fan della saga, ma anche a chi ovviamente ha voglia di catapultarsi - letteralmente - in più culture contemporaneamente.

L'AUTRICE
Diana Gabaldon è nata in Arizona nel 1952. Si è laureata in zoologia, ha un master in biologia marina e un PhD in ecologia e per anni ha insegnato nel dipartimento di Scienze ambientali dell’Arizona State University. Nel 1991 ha pubblicato il suo primo romanzo dando vita alla serie «Outlander», primo capitolo di una saga appassionante tradotta in oltre 20 lingue. I libri di Diana Gabaldon hanno venduto oltre 25 milioni di copie in tutto il mondo e in Italia sono tutti pubblicati con successo da Corbaccio (anche in edizione TEA).

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