Recensione: STORIA DI UNO SCHIACCIANOCI. FAVOLA DI NATALE di Alexandre Dumas

Titolo: Storia di uno schiaccianoci. Favola di Natale. Con le illustrazioni originali
Autore: Alexandre Dumas
Editore: Interlinea
Pagine: 190
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 12,00 €

Recensione a cura di Marika Bovenzi


Il padre dei Tre moschettieri, Alexandre Dumas, come tutti gli autori a lui contemporanei, non poteva esimersi dallo scrivere una fiaba natalizia magica, pregna di tematiche importanti. Siamo alla Vigilia di Natale a Norimberga, dove a casa dei ricchi Silberhaus, i piccoli Fritz e Marie aspettano con crescente trepidazione lo scoccare della mezzanotte, desiderosi di scoprire se le loro richieste, in fatto di regali, siano state
esaudite.

Tra indomabili e selvaggi cavalli a rotelle, plotoni di soldatini, bambole raffinate e incredibili creazioni meccaniche del padrino Drosselmayer, i due fratelli sono colmi di gioia e non oserebbero mai lamentarsi. Ma nella miriade di splendidi giocattoli ricevuti, lo sguardo attento e gentile di Marie cade su un balocco più semplice e trascurato: un mesto, buffo e dolce schiaccianoci, lasciato accanto all’albero con la sua aria nostalgica. L’omino che, apparentemente non ha nulla di speciale, colpisce la bambina sin da subito, tanto da diventare presto il suo giocattolo preferito. E proprio grazie a questo affetto reale, Marie vivrà una storia straordinaria e magica, in cui si ritroverà a combattere contro il re dei topi, a stringere amicizia con la principessa Pirlipate e a viaggiare attraverso il fiabesco regno delle bambole, accompagnata al suo enigmatico padrino.

La bellezza e la straordinarietà del romanzo risiedono proprio nella figura di Marie, attraverso cui Dumas rappresenta il mondo colorato, scintillante e avventuroso dei bambini. Non a caso, grazie ad un linguaggio semplice e diretto, lo scrittore dà voce ai sentimenti puri, delicati e calorosi tipici dell’infanzia, tematica cardine dello scritto, e dimostra al mondo degli aduli -sia dell’epoca che odierno- come i fanciulli non diano peso al valore materiale delle cose, ma a quello morale. Marie, tra tanti giocattoli nuovi e costosi, si affeziona ad uno malmesso e trascurato, che, però, suscita in lei un istinto di protezione, cura e amorevolezza. Mentre Dickens mette in risalto gli animi raggrinziti e gelidi di uomini adulti che riscoprono la bellezza e la gioia delle festività anche grazie al semplicismo dei bambini poveri londinesi, Dumas, dal canto suo, scardina lo stereotipo del bambino ricco e viziato, per fare spazio alla creatività, all’immaginazione, alla genuinità e all’onestà delle menti dei piccoli adulti. Il messaggio principale del libro è tutto qui: di qualsiasi situazione economica e sociale, i bambini hanno la capacità -unica- di trasformare, attraverso l'immaginazione, anche gli oggetti più semplici.

Personalmente, ritengo che la Storia di uno schiaccianoci sia una delle favole più belle presenti nell’immaginario natalizio -e non solo, da leggere come celebrazione dell’intelletto, dell’estro e della fantasia umana. Inoltre, va riconosciuto alla casa editrice Interlinea, il merito di aver creato un’edizione davvero spettacolare all’interno della quale il testo si accompagna magnificamente ai disegni originali della prima edizione ottocentesca del libro. Una vera e propria perla che non va consigliata, ma caldamente raccomandata. A mio avviso, almeno una volta nella vita, bisogna perdersi tra le righe e la fantasia di Dumas.

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