Concorso letterario "Racconti di Natale": "Nella tasca della nostra anima", di Pasquina Filomena

"NELLA TASCA DELLA NOSTRA ANIMA" di Pasquina Filomena

"Ho solo voglia di piangere, di liberarmi da questo macigno che mi opprime. Ma non posso sono un uomo e pure grande. Che fine ho fatto, io si, io, proprio io, un uomo che un tempo aveva tutto. Potere, una moglie e dei figli bellissimi che mi amavano e io amavo. Come ho potuto ridurmi in questo stato!".
Miguel era diventato un senzatetto ormai da anni e anni. Viveva per strada, sotto i ponti, sulle panchine, tutta colpa dell'alcol che lo aveva fatto sbattere fuori di casa nel lontano 1986.
Lui era un imprenditore molto stimato nella sua cittadina di provincia, ma un giorno gli affari iniziarono ad andare sempre peggio e iniziò a sfogare la sua rabbia e il suo dolore nella sola cosa che lo facesse sentire meglio: l'alcool puro, ecco la sua rovina.
"E' quasi Natale e io mi sento solo, distrutto sia fisicamente, che mentalmente ed emotivamente. Però questi addobbi natalizi, queste luci, tutta questa gente e i sorrisi dei bambini almeno mi rincuorano".
Si ode in sottofondo una musica che lo fa ritornare nel tempo al giorno del suo matrimonio, e si inebria e rammenta tutta la sua vita in un attimo.
"Sicuramente la mia famiglia si accinge ai preparativi, chissà come saranno diventati mia moglie e i miei figli. Avrò nipoti! Ma no Luca diceva che non voleva figli, troppo impegno, Alice invece si, lei desiderava una famiglia come la nostra. Sereni e sempre sorridenti, si allora era così".
E' la vigilia di Natale e Miguel è disteso a terra ad un ciglio di strada, l'unico suo amico è Jack il suo cane fedele che lo accompagna ovunque da sempre. E' adorabile, lo annusa, lo riscalda, vuole proprio bene al suo padrone.
"Che aria fredda e pungente stasera, ho capito che siamo a dicembre ma io ho freddo!! Ma chi è quella ragazza che da giorni mi osserva, forse le faccio pena, ma no no no che dico, ce ne sono tanti in giro, mah è strano mi guarda, mi sorride e se ne va".
Carolina è una ragazza sulla ventina d'anni, bionda, occhi verdi, fisico da modella. E' proprio bella e ha un gran bel sorriso. Si in effetti bazzica da queste parti già da un po', osserva Miguel il quale le risponde solo con un cenno di sorriso. Ma questa sera si ferma di fronte a lui.
"Ma che bei occhi che ha questa ragazza e anche il sorriso, sarà di buona famiglia dal modo in cui è vestita. Però è gentile mi ha lasciato una monetina, non è molto lo so ma è già qualcosa per me".
La ragazza è già di spalle, ma senza troppi preamboli si rigira e gli chiede come si chiami e come mai sia lì tutto solo, invece di stare con la sua famiglia nei giorni di festa.
"Ma cosa vuole questa, troppe domande per essere una fanciulla. Però è carina ed è dolcissima. Ma non le dirò nulla, no no nulla nulla".
Carolina con modi gentili invece si racconta. Dice di essere una studentessa in Economia e Commercio, ogni tanto fa delle sfilate per mantenersi agli studi e che ha una passione, la poesia, lei adora scrivere poesie.
"Che strana ragazza la devo affliggere troppo per trascorrere la sera di Natale con me, però mi piace che scrive poesie, mi ricorda un po' me da ragazzo. Io adoravo scrivere tutto quello che avevo dentro, mi liberava da tutto e da tutti, svuotavo la mia anima e la regalavo al cielo."
La fanciulla gli propone una lettura di due sue poesie e lui entusiasta accetta.

CALORE UMANO
Cane sciolto,
libero senza meta.
Preda del buio
insinuato nelle carni.
Di un bianco puro.
Nudo, nel rincorrere i sogni.
E svestito di ogni delirio,
in cerca solo di calore umano.

"Mamma mia che bella! Dai dai voglio ascoltare l'altra".
La incita con lo sguardo e lei con modi delicati si passa la mano tra i capelli recitando l'altra sua lirica.

PAURE PASSATE
Gente per strada
soffocati dall’alcol e coperti di cartone.
Nulla è più come prima.
Soli, schivi, senza ideologie.
Con occhi rivolti al cielo
solo se qualcuno si accorge di loro.
Barboni senza tetto e senza meta.
Crudi nel raccogliere posti incantati.
Ma solo vivi di paure passate.

"Mamma che brava, mi rispecchiano molto. Ma chi è questa ragazza che mi fa emozionare ancora dopo una vita distrutta".
Carolina in quel momento riceve una telefonata e lui rimane sbalordito dalla suoneria del telefono.
"Che strana coincidenza questa musica è la colonna sonora del mio matrimonio, che tra l'altro ho appena ascoltato".
A quel punto le chiede chi sia e lei con tutta risposta gli dice che è Carolina la figlia di Alice. E che lo aspettano tutti a casa.
Miguel finalmente svuota in un attimo tutto quello che ha represso da anni e sfoga un pianto liberatorio tra le braccia di sua nipote. Ritorna dalla sua famiglia e nella sua casa, trascorrendo il più bel Natale che avesse mai vissuto.
Nulla è perduto e la speranza è sempre l'ultima a morire. In fondo gli affetti possono essere anche chiusi in un cassetto, ma la chiave è sempre nella tasca della nostra anima.

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