Recensione: Scary stories to tell in the dark, il libro di Alvin Schwartz e il film di André Øvredale

Titolo: Scary stories to tell in the dark
Autore: Alvin Schwartz
Editore: DeA
Pagine: 318
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo copertina: 16,90 €


Recensione a cura di Luigi Pizzi

La festa di Halloween è trascorsa da qualche giorno, ma nel mese dedicato ai morti continuiamo a proporre storie che hanno in qualche modo una funzione catartica verso l'eterno riposo. Nella raccolta "Scary stories to tell in the dark", che comprende tutti e tre i libri pubblicati da Alvin Schwartz, sono oltre ottanta le storie pronte a terrorizzare i giovani lettori e/o uditori. In effetti, proprio in quest'apparente dicotomia si cela l'originalità del libro, dato che le brevi storie raccolte dall'autore provengono dalla tradizione orale e quindi nascono principalmente per essere ascoltate. Non dimentichiamoci infatti, che in un'epoca non troppo remota l'accesso all'istruzione era ancora ad appannaggio di pochi e quindi la lettura individuale era sostituita dall'ascolto collettivo di storie narrate da anziani, depositari della vasta tradizione orale e impegnati quotidianamente nella trasmissione della stessa. Alvin Schwartz quindi, compie un'operazione simile a quella dell'illustre Italo Calvino, che da studioso e appassionato di folclore raccolse un secolo di tradizione fiabistica popolare del nostro Paese (poi pubblicata con il titolo "Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino").


Schwartz, anch'egli esperto di folclore e giochi linguistici, ha raccolto storie provenienti da tutte le parti del mondo, che per la loro brevità potremmo quasi definire "pillole". "Scary stories to tell in the dark" quindi, si presenta diviso in tre libri (Libro I - Cose strane e spaventose, Libro II - Hu Ha Ha, Libro III - Il "babau"), divisi a loro volta in capitoli dotati di una brevissima introduzione sui racconti che ci si appresta a leggere (o ascoltare). In essi troviamo ovviamente troviamo tutti gli archetipi del genere horror, dai personaggi (fantasmi, streghe, demoni, orchi, vampiri, zombi, creature mostruose) alle ambientazioni (case infestate, cimiteri, boschi, luoghi isolati, vascelli fantasma, ecc.). Sono racconti, antiche leggende, fiabe, canzoncine e persino filastrocche che parlando di morte, incubi e orrore a volte mettono davvero i brividi, altre fanno sorridere. Tutte le storie sono impreziositi dalle bellissime e inquietanti illustrazioni originali di Stephen Gammell, famoso illustratore americano di libri per bambini che riesce a dare un volto alla paura.


A sottolineare la natura non solo narrativa della raccolta, alla fine del libro troviamo una serie di interessanti annotazioni storiche e culturali sui diversi racconti con relative fonti. In definitiva, fermo restando il pensiero iniziale ovvero che i racconti presenti si possono apprezzare principalmente se narrati ad "alta voce" (e quindi uditi, come sottolineato dalla stesso autore nella breve introduzione), "Scary stories to tell in the dark" è un libro unico che non può mancare nelle libreria di tutti gli appassionati del genere.

L'AUTORE E L'ILLUSTRATORE
Alvin Scwartz, nato nel 1927 e morto nel 1992, è uno scrittore americano conosciuto per i suoi appassionanti libri di folklore e paura caratterizzati da giochi di parole e humor macabro. Scary Stories to Tell in the Dark è il suo capolavoro. Pubblicato per la prima volta nel 1981, ha fatto il giro del mondo terrorizzando e affascinando milioni di lettori, trasformandosi in un classico della letteratura dell’orrore destinato a tormentare le prossime generazioni. Da sempre amante delle storie di paura di Schwartz, il premio Oscar Guillermo del Toro ne ha ora fatto un grande film.

Stephen Gammell, nato nel 1943, è un illustratore americano di libri per ragazzi. Vincitore del prestigioso Caldecott Medal e del Caldecott Honor, illustratore del surreale e dell’inquietante con le sue visionarie e terrificanti pennellate è colui che ha dato un volto a Scary Stories di Alvin Schwartz.

IL FILM


Dal libro è stato tratto l'omonimo film diretto dal regista norvegese André Øvredale e prodotto da uno specialista del genere, il premio Oscar Guillermo del Toro. I protagonisti della storia sono tre ragazzi che nella notte di Halloween del 1968, dopo aver tirato un brutto scherzo ad alcuni bulli ed essersi salvati dalla vendetta degli stessi solo grazie all'aiuto di un misterioso ragazzo messicano, decidono di visitare una casa stregata dove si narra vivesse una ragazza deforme, Sarah Bellows, che uccideva i bambini raccontando loro storie. Dopo aver trovato proprio il libro di Sarah, Stella, aspirante scrittrice che vive sola con il padre dopo essere stata abbandonata dalla madre, finisce per evocare proprio la narrazione di Sarah (Sarah Bellows, raccontaci una storia!). Inizia così l'incubo per ciascuno dei ragazzi presenti, a cui è destinata una storia scritta con il sangue...

"Non sei tu che leggi il libro, ma è il libro che legge te"


Il tema centrale del film è proprio la forza delle storie, che a furia di essere raccontate e ascoltate possono diventare vere. Una trama ben congeniata, in cui non mancano riferimenti a diversi cult del genere, fa da cornice ai racconti tratti proprio dal libro di Schwartz, in particolar modo "Alfred", "L'alluce", "Il puntino rosso", la canzone "Se il prossimo sei tu", "Il sogno", "To camin al-el atim-pas" e "La casa infestata", in cui l'orrore si materializza davanti allo sguardo sbigottito dei protagonisti. Il film fa paura, i giovani attori recitano bene (molto meglio di qualche adulto), la fotografia è splendida e il regista tiene sempre alta la tensione fino all'epilogo. Un film dunque che merita di essere visto e che, al pari del libro, consiglio a tutti gli appassionati del genere.

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