Recensione: La traditrice, di Philippa Gregory

Titolo
: La traditrice
Autore: Philippa Gregory
Editore: HarperCollins Italia
Pagine: 528
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 23,00 €

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Recensione a cura di Luigi Pizzi

Con La traditrice, Philippa Gregory torna a immergersi nel mondo spietato della corte dei Tudor, raccontando gli intrighi e le ambizioni del tempo da una prospettiva insolita: quella di Jane Boleyn, Lady Rochford, una figura storica controversa e spesso ricordata come una delle donne più enigmatiche e calunniate della dinastia. La storia si apre negli anni successivi all’ascesa di Anna Bolena al trono d’Inghilterra. Jane, che è la cognata della regina — sposata con George Bolena, fratello di Anna — vive tra i fasti della corte e le sue insidie. Philippa Gregory le restituisce voce e complessità: non più soltanto la donna che, secondo la tradizione, avrebbe testimoniato contro il marito e la cognata durante il processo che portò entrambi alla decapitazione, ma un personaggio vivo, intelligente, ambizioso e insieme tragicamente intrappolato nel gioco del potere. Dopo la caduta dei Bolena, Jane rimane a corte. È sopravvissuta, ma non è salva: la sua posizione è precaria, il suo nome macchiato dal sospetto. Gregory la ritrae come una donna che osserva e misura ogni gesto, consapevole che, nel mondo in cui vive, un errore può costare la testa. Il romanzo la segue mentre serve le regine successive di Enrico VIII: Jane Seymour, la dolce e malinconica terza moglie che riesce a dare al re l’erede tanto desiderato; Anna di Cleves, la sposa straniera respinta per ragioni politiche; e infine la giovane e incauta Caterina Howard, la cui ingenuità trascinerà Jane verso il baratro finale.


Gregory intreccia con maestria il destino delle regine e quello di Jane, mostrando come il potere delle donne in quell’epoca fosse sempre condizionato e fragile. Le stanze dorate della corte diventano una gabbia piena di sussurri e occhi vigili, dove anche chi sembra sicuro vive nel terrore di cadere in disgrazia. Jane non è una figura malvagia, ma una donna che tenta di sopravvivere in un mondo che non lascia spazio agli errori, e in cui le altre donne sono spesso rivali più che alleate. Tra gli altri personaggi spiccano Anna Bolena, che qui appare in tutta la sua complessità: affascinante, colta, ma anche fragile nella sua ambizione. George Bolena, il marito di Jane, è rappresentato come un uomo diviso tra il dovere e la libertà, colto e passionale, la cui fine segna per Jane una frattura profonda e irreparabile. Le altre regine, pur diverse tra loro, condividono il destino comune delle donne sacrificate al potere e alla politica. La scrittura di Gregory, come sempre, è ricca e immersiva. Le descrizioni della corte, degli abiti, dei banchetti e delle cerimonie sono vivide e precise, ma ciò che colpisce davvero è l’introspezione: la capacità di far percepire il peso della paura, della solitudine e della vergogna che abitano Jane. Nonostante l’autrice segua una rigorosa documentazione storica, il romanzo è attraversato da una tensione emotiva costante, che lo avvicina al dramma psicologico più che al semplice romanzo storico. Nel finale, la figura di Jane si compie nella tragedia. Dopo anni di silenzi e compromessi, la donna che aveva imparato a restare nell’ombra viene travolta da un nuovo scandalo: coinvolta nelle colpe di Caterina Howard, finisce per condividere il suo destino sotto la lama del boia. È un epilogo che chiude il cerchio e mostra tutta la crudeltà di un’epoca in cui la lealtà non bastava a salvare la vita.

In La traditrice Gregory non cerca di riabilitare completamente Jane Boleyn, ma di comprenderla. Ci mostra una donna che, in un mondo dominato dagli uomini e dalle apparenze, tenta di difendere la propria posizione, pagando un prezzo altissimo per ogni scelta. È un romanzo potente, teso e malinconico, che unisce il fascino della ricostruzione storica alla sensibilità moderna verso la condizione femminile. In definitiva, La traditrice è la storia di una donna che non ebbe voce nella Storia e che qui finalmente la ritrova — una voce lucida, contraddittoria, piena di paura e desiderio di riscatto. Un libro per chi ama la grande narrativa storica, ma anche per chi cerca nella storia il riflesso delle nostre stesse fragilità.

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