Recensione: UNA CANZONE DI NATALE di Leonardo Finkelstein

Titolo: Una canzone di Natale
Autore: 
Leonardo Finkelstein
Editore: Rayuela
Pagine: 104
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 15,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Una canzone di natale è un romanzo di Leonardo Finkelstein edito da Rayuela Edizioni. Il libro si è classificato al primo posto nella sezione Romanzo del Premio Literario Internacional Rayuela Edizioni, indetto nei paesi di lingua spagnola. Essenzialmente si tratta di una critica mossa dall’autore nei confronti degli usi e costumi americani, nonché di una denuncia al modo di pensare di una vasta comunità.

Il volumetto anche se breve - 104 pagine - è pregno di sarcasmo, paradossi e satira. Ci narra la storia di Nice Bornoff e Rimondo Santapace, due malviventi senza coscienziosità ne anima, che vivono come parassiti sfruttando un’economia sporca fatta di spaccio, rapine etc. Dietro questo loro atteggiamento criminale, nasce un’idea dettata da nobili quanto malsani principi: quello di creare una canzone natalizia portatrice di buoni e sani valori. Il progetto indetto dai due malviventi discorda completamente dalla loro etica morale e sin dalle prime pagine il lettore può immaginarsi una sorta di redenzione dei protagonisti…cadendo in errore. Il finale sarà del tutto inaspettato, poco ortodosso, e per niente natalizio.

Per quanto riguarda i protagonisti, entrambi sono descritti in modo graffiante, senza censura; due perfetti criminali che non si risparmiano ne da piccoli reati ne da grandi. Quasi sorprende l’improvvisa ispirazione di Nice a voler creare a tutti i costi un qualcosa che fa pensare ad aggettivi come puro, gioioso, pulito, facilmente accostabili alla tradizione natalizia. Dal punto di vista psicologico potrebbero essere definiti psicopatici con qualche rotella fuori posto, e quasi il lettore può immaginare la luce folle nei loro occhi, ma dopo un’attenta analisi si nota come attraverso quello che può sembrare un comportamento sconsiderato, ai limiti del concepibile, ci sia in qualche modo una volontà diversa: quella di dimostrare che anche nella persona più crudele, il Natale, può far emergere idee strane.

Per quanto riguardo lo stile è incisivo, pungente, sarcastico, tagliente. Ogni capitolo è breve, quasi a voler inquadrare soltanto un determinato fatto. Le tematiche trattate sono profonde e non proprio semplici da evincere: la volontà di redimersi, l’emergere di sentimenti positivi e contrastanti in un mare oscuro, le scelte estreme.

Consiglio questo libro agli amanti del thriller, del noir e perché no, ai fan di Quentin Tarantino, visto che gli elementi che caratterizzano i film d'exploitation fanno da cornice all’intera vicenda.

“- Una canzone di Natale. Un inno di speranza nell’umanità…”

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