La recensione del film "Cena con delitto - Knives out", di Rian Johnson in uscita nella sale italiane dal 5 Dicembre
Recensione a cura di Mario Turco
A prova di questo discorso teorico possiamo citare le numerose interviste in cui il regista statunitense stilava e stila ancora adesso il casellario completo delle sue ispirazioni: dalle trasposizione filmiche della regina del giallo, da "Trappola mortale" fino alle rivisitazioni già comiche come "Invito a cena con delitto". E se non bastasse il contesto referenziale di riferimento il gioco diventa subito scoperto con l'inserto visivo de "La signora in giallo" e la battuta inerente Cluedo. Con questo ultimo film, insomma, Rian Johnson certifica la progressiva acquiescenza del suo cinema verso le paludi del kolossal: se "Looper" riusciva a stare miracolosamente in equilibrio tra fughe autoriali e dimensione consumistica invece "Cena con delitto - Knives out" pende inesorabilmente verso l'esigenza di mercato degli studios di presentare in veste accattivante vecchie idee riciclate per nuove. La sceneggiatura innanzitutto nel corso del suo dipanarsi non sviluppa alcune buone intuizioni iniziali. Il coacervo di ipocrisia e amoralità familiare del clan Trombey, pur privo di un'angolazione nuova, smette ad esempio ben presto di infergere stilettate di crudeltà per concentrarsi più paradigmaticamente sulla storia dell'infermeria Marta Cabrera. Non giova a questo proposito la figura della giovane aiutante sanitaria dello scrittore, personaggio banale e per di più appesantito dalla volontà di farne fin troppo esplicitamente l'eroina politica della vicenda. Figlia di un'immigrata irregolare che il presidente Trump caccerebbe ben volentieri viene perfino coinvolta in una discussione di famiglia dove le tesi accoglienza versus rifiuto vengono esplicitati in piatti dialoghi.
Così questa volontà di non volersi poggiare esclusivamente sul lato whodunit della storia fa sì che la risoluzione del thriller venga subito svelata (spoiler: in realtà basta aver letto venti gialli per attendersi il twist finale che, toh, chi l'avrebbe mai detto, infatti arriva) e il film diventa una commedia degli equivoci che diverte abbastanza seppur in maniera cerebralmente fredda. Anche tutti gli elementi weird, come la parlata del Sud del detective Blanc impregnata di dignità british e che genera uno spassoso mix linguistico, non riescono mai ad assumere una cifra distintiva restando dignitose ma estemporanee deviazioni. In contrapposizione a questa, di "Cena con delitto - Knives out" leggerete ottime recensioni che purtroppo confermano il sentore che le aspettative del pubblico rientrano perfettamente negli schemi di marketing delle grandi case di produzione di Hollywood. Il delitto è servito.