Recensione: COSA PIOVE DAL CIELO? (2011)

USCITA CINEMA: 23/03/2012
GENERE: Commedia
REGIA: Sebastián Borensztein
SCENEGGIATURA: Sebastián Borensztein
ATTORI: Ricardo Darín, Ignacio Huang
FOTOGRAFIA: Rolo Pulpeiro
MONTAGGIO: Fernando Pardo, Pablo Barbieri Carrera
MUSICHE: Lucio Godoy
PRODUZIONE: Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA), Televisión Federal (Telefe), Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales (ICAA), Tornasol Films, Instituto de Crédito Oficial (ICO), Castafiore Films
DISTRIBUZIONE: Archibald Enterprise Film
PAESE: Spagna 2011
DURATA: 93 Min
FORMATO: Colore 

TRAMA
Roberto, introverso proprietario di un negozio di ferramenta, vive da vent'anni quasi senza contatti col mondo dopo un dramma che l'ha profondamente segnato. Per caso conosce Jun, un cinese appena arrivato in Argentina senza conoscere una parola di spagnolo, in cerca dell'unico parente ancora vivo, uno zio. Incapace di abbandonarlo, Roberto lo accoglie in casa: attraverso la loro singolare convivenza, troverà la strada per risolvere la sua grande solitudine, non senza aver svelato all'impassibile, eppure tenerissimo Jun, che le strade del destino hanno tali e tanti incroci in grado di svelare anche la surreale sequenza d'apertura: la mucca pezzata che piomba dal cielo.

RECENSIONE
Cosa piove in sala? Sicuramente un film molto interessante e singolare, così come il protagonista di questa strana storia, a metà tra una favola e la realtà.

Roberto (Ricardo Darín) è un tipo burbero, scontroso, ma decisamente buono e generoso. Vive da solo e gestisce il negozio di ferramenta ereditato dal padre. Il suo unico passatempo è quello di collezionare notizie singolari, provenienti da tutto il mondo. Questo per confutare la sua tesi secondo cui la vita non ha senso ed è del tutto assurda.
E certo è un'assurdita quella che gli capita quando, mentre osserva un aereo atterrare, si imbatte in un cinese, Jun (Ignacio Huang), buttato fuori da un taxi. Roberto non sa come comportarsi ma alla fine decide di aiutarlo portandolo in caserma. Qui il ragazzo non viene accolto molto bene e Roberto decide di portarlo con sè. Quando il giorno successivo si reca nell'ambasciata per lasciare il ragazzo, scopre che si tratta di un orfano che ha lasciato la Cina per andare alla ricerca dello zio in Argentina. Dato che l'ambasciata non accetta di dare ospitalità al ragazzo, Roberto è costretto a portarlo con sè a casa, in attesa di rintracciare lo zio. Una permanenza destinata a sconvolgere la sua quotidianità e, soprattutto, la sua abitudine ad una vita solitaria e fortemente routinaria.

Un film originale, soprattutto per il personaggio di Roberto; una commedia molto semplice, diretta, lineare, che trova nella quotidianità della vita il suo punto di forza. Un incontro-scontro tra culture diverse, tra due persone incapaci di comunicare ma, allo stesso tempo, anche in silenzio, capaci di aiutarsi a vicenda.
Un film intelligente che affronta il tema della solidarietà e ci porta a riflettere sul destino, sulle vicissitudini della vita, dalle quali non bisogna mai lasciarsi travolgere, ma cercare di reagire prendendo in mano la propria vita.

Certo il ritmo non è alto e il film, sicuramente, non è adatto a tutti. Tuttavia mi sento di consigliarlo a chi cerca una pellicola divertente, riflessiva e recitata benissimo (soprattuto da parte di Ricardo Darín). Del resto non è un caso se il film ha vinto il Marc'Aurelio d'Oro come miglior film nell'ultimo Festival di Roma (miglior film sia per la critica che per il pubblico).

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