Recensione: TUTTI I NOSTRI DESIDERI (2011)

USCITA CINEMA: 11/05/2012
GENERE: Drammatico
REGIA: Philippe Lioret
SCENEGGIATURA: Philippe Lioret, Emmanuel Courcol
ATTORI: Vincent Lindon, Marie Gillain, Amandine Dewasmes, Yannick Renier, Pascale Arbillot, Isabelle Renauld, Laure Duthilleul, Emmanuel Courcol, Marc Rioufol, Eric Godon, Filip Peeters
MUSICHE: Flemming Nordkrog
PRODUZIONE: Fin Août Productions, Mars Distribution, France 3 Cinéma
DISTRIBUZIONE: Parthénos
PAESE: Francia 2011
DURATA: 120 Min
FORMATO: Colore 

TRAMA
Claire è un giovane magistrato di Lione: un giorno davanti a lei, in tribunale, compare la madre di una compagna di classe di sua figlia, "strozzata" dal sovraindebitamento. Decide allora di coinvolgere Stéphane, giudice esperto e disincantato ma sensibile al problema, nella sua battaglia contro le derive del credito al consumo. Tra lei e Stéphane nasce qualcosa: il desiderio di cambiare le cose e un legame profondo, ma soprattutto l'urgenza di vivere questi sentimenti.

RECENSIONE

Tutti i nostri desideri, ispirato al romanzo "Vite che non sono la mia" di Emmanuel Carrère, racconta la storia di Claire (Marie Gillain), giovane magistrato di Lione con un passato difficile alle spalle. Quando in tribunale si presenta la madre (Amandine Dewasmes) di una compagna di classe di sua figlia, Claire si appassiona al caso, tanto da mettere a rischio anche la propria carriera. Proprio per questo si rivolge a Stéphane (Vincent Lindon), giudice esperto e sensibile verso certe tematiche, mentre nel frattempo scopre di avere un tumure incurabile.

Da qui Claire sarà costretta ad affrontare una difficile battaglia legale, per salvare Céline dai creditore e garantire, in questo modo, una figura materna ai propri figli piccoli dopo la sua morte.

Tutti i nostri desideri è un film intenso, commovente, triste per molti aspetti, che tratta con delicatezza un tema complesso come quello dei malati terminali, unendolo sapientemente alla battaglia legale per la tutela dei diritti dei consumatori nei confronti degli istituti di credito, che spesso approfittano delle difficoltà economiche per imporre, in modo sleale, dei contratti da veri e propri "usurai".

Nel mezzo anche il rapporto tra Claire e Stephane, uniti da un obiettivo comune e dalla consapevolezza della malattia di lei, taciuta anche all'affettuoso marito Christophe (Yannick Renier).
Il punto di forza del film, a mio avviso, a parte le interessanti tematiche affrontante, è rappresentanto dall'intensa e convincente prova degli attori, in particolare di Marie Gillain e Vincent Lindon.
Inoltre Philippe Lioret, senza cadere nella banalità o in facili sentimentalismi, riesce a raccontare una storia drammatica in modo dolce e delicato, puntando tutto sui concetti di etica e giustizia, senza rinunciare alle emozioni. Il limite più grande del film, invece, è senza dubbio il ritmo, lento, abbinato ad una durata probabilmente eccessiva.

A parte questo il film merita comunque di essere visto e testimonia, ancora una volta, il momento d'oro del cinema francese.

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