Recensione: E' STATO IL FIGLIO (2012)

Basu (Alfredo Castro), un uomo misterioso, per alleviare la solitudine si reca all'ufficio postale a raccontare storie. 
Quella del giorno riguarda i Ciraulo, una famiglia povera di Palermo costretta a vivere una vita di stenti e sacrifici; Nicola (Toni Servillo), il capofamiglia, lavora recuperando ferro dalle navi in disarmo, in compagnia del figlio Tancredi (Fabrizio Falco) e di nonno Fonzio (Benedetto Raneli). Mentre nella modesta dimora attendono la moglie Loredana (Giselda Volodi), succube del marito, nonna Rosa (Aurora Quattrocchi) e la piccola Serenella. Proprio quest'ultima finisce per diventare la vittima involontaria di un regolamento di conti.
La sua tragica morte, tuttavia, rappresenterà l'occasione per un riscatto sociale ed economico quando Nicola, "inconsolabile" per il dolore, viene a conoscenza della possibilità di ottenere un risarcimento per le vittime di mafia.
Ma l'occasione di una vita finirà per trasformarsi nella rovina definitiva della famiglia, punita per la propria meschinità.


E' stato il figlio, tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Alajmo, è un tragicommedia che racconta la sicilianità nella sua accezione più negativa e indaga la povertà d'animo, prima ancora di quella economica, di chi è pronto a tutto pur di migliorare il proprio status sociale (anche monetizzare la morte di un figlio). Una condizione che, come ci ricorda Ciprì, non può essere modificata solo con i soldi quando si è marci dentro.
Un film che racconta l'universo mafioso in modo intelligente, con riferimenti più o meno espliciti e un'atmosfera omertosa che avvolge e contraddistingue tutte le azioni dei protagonisti, dall'usuraio al discorso finale di nonna Rosa.
Una tragedia familiare inevitabile, dettata dalla violenza quotidiana, fatta di gesti e parole, di chi vorrebbe proporsi come modello positivo ma finisce per rappresentare l'esempio negativo.
E' il caso di Carlo, magistralmente interpretato dall'attore campano Toni Servillo, che con il suo fare teatrale, spesso eccessivo, ci trasmette in modo ironico tutta la disperazione di un pover'uomo che sfoga le proprie frustazioni sulla famiglia (in particolare modo sul figlio maschio) e tenta di cambiare la sua misera esistenza inseguendo una ricchezza materiale inconsistente.


Dal punto di vista narrativo il film convince maggiormente nella seconda parte quando si smorzano un pò i toni eccessivamente caricaturali e si entra nel vivo della storia, con i protagonisti che riescono a trovare il giusto equilibrio dando vita ad una buona prova attoriale.
Molto intensa e commovente risulta quella di Alfredo Castro, che riesce a trasmettere attraverso lo sguardo e le parole la solitudine di un uomo profondamente triste e infelice.
Protagonisti del film sono anche le ambientazioni scarne ed essenziali, assolutamente realistiche, che scandiscono le varie parti del racconto; dall'ufficio postale ad una periferia grigia e triste, brulicante di un'umanità derelitta, passando per interni modesti e ammassi di ferro.
Il tutto accompagnato ed enfatizzato da una colonna sonora popolare, stranamente di matrice napoletana, che sembra voler sottolineare l'universalità di certe tematiche.


Daniele Ciprì, quindi, dirige un film interessante, coinvolgente, che riesce nell'intento di far riflettere divertendo. Consigliato!

USCITA CINEMA: 14/09/2012
GENERE: Drammatico
REGIA: Daniele Ciprì
SCENEGGIATURA: Miriam Rizzo, Daniele Ciprì, Massimo Gaudioso
ATTORI: Toni Servillo, Giselda Volodi, Fabrizio Falco, Aurora Quattrocchi, Benedetto Raneli, Piero Misuraca, Alfredo Castro, Giacomo Civiletti, Pier Giorgio Bellocchio
FOTOGRAFIA: Mimmo Caiuli, Daniele Ciprì
MONTAGGIO: Francesca Calvelli
MUSICHE: Carlo Crivelli
PRODUZIONE: Alessandra Acciai, Giorgio Magliulo, Luciano Stella per Passione, in collaborazione con RaiCinema, Palomar e Babe Films
DISTRIBUZIONE: Fandango
PAESE: Italia 2012
DURATA: 90 Min
FORMATO: Colore

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