Recensione: L'IPNOTISTA (2013)

Nella fredda Stoccolma, il commissario Jonna Linna (Tobias Zilliacus) decide di indagare su un triplice omicidio: prima viene ritrovato morto il padre in palestra e dopo, in casa, la moglie e la figlia minore. L'unico sopravvissuto, gravemente ferito, è Josef (Jonatan Bökman), il figlio maggiore. Linna per farlo parlare, data l'impossibilità di interrogarlo in modo convenzionale e convinto che lo stesso può essere ancora in pericolo, decide di rivolgersi all'ipnotista Erik Maria Bark (Mikael Persbrandt), il quale ha smesso di esercitare in seguito ad uno scandalo. L'uomo tuttavia proverà ad aiutarlo, mettendo inconsapevolmente a rischio la vita della sua stessa famiglia. E quando infatti il figlio, Benjamin (Oscar Pettersson), viene rapito...

L'ipnotista è tratto dall'omonimo romanzo di Lars Kepler, pseudonimo dei coniugi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, che ha avuto grande successo anche in Italia.


Personalmente non ho letto il libro e quindi mi limiterò ad esprimere un parere sul film, di cui è necessario distinguere la prima dalla seconda parte. La prima mezz'ora, infatti, funziona decisamente bene e carica lo spettatore di grandi aspettative; il regista è bravo a creare la giusta atmosfera, non solo in riferimento ad un clima rigido, tipico della realtà svedese, ma anche alla tensione narrativa e a all'orrore indotto dalla violenza omicida del misterioso killer. Nella seconda parte, invece, il regista decide di spostare l'attenzione dalle indagini alla tormentata vita privata dell'ipnotista, al quale la moglie (Lena Olin) non riesce a perdonare un tradimento. Una scelta, questa, che finisce inevitabilmente per mettere in secondo piano la storia principale, la quale viene sviluppata in modo frettoloso, diventando prevedibile e poco realistica. Inoltre anche la figura del commissario perde smalto, così come diversi personaggi secondari non vengono approfonditi a dovere (tipo la sorella maggiore, ancora viva e misteriosamente scomparsa).


Ma se la seconda parte disillude le attese, la "colpa" è anche degli attori protagonisti, la cui recitazione non risulta particolarmente espressiva o incisiva. Lasse Hallström, dunque, lontano da Hollywood perde una buona occasione per confermare il suo talento e confeziona un film guardabile, ma decisamente mediocre, che probabilmente deluderà le attese dei fans del libro. Tranquillamente evitabile!

USCITA CINEMA: 11/04/2013
GENERE: Drammatico, Thriller
REGIA: Lasse Hallström
SCENEGGIATURA: Paolo Vacirca
ATTORI: Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Lena Olin, Helena af Sandeberg, Oscar Pettersson, Anna Azcarate, Jonatan Bökman, Jan Waldekranz
FOTOGRAFIA: Mattias Montero
MONTAGGIO: Sebastian Amundsen, Thomas Täng
MUSICHE: Oscar Fogelström
PRODUZIONE: Filmpool Nord, Sonet Film, Svensk Filmindustri (SF)
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: Svezia 2013
DURATA: 122 Min
FORMATO: Colore

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