Recensione: Questi sono i 40 (2012); Blue Valentine (2010)

Questi sono i 40 e Blue Valentine, per quanto il confronto possa sembrare azzardato, in realtà raccontano una storia simile in modo diverso, il cui fulcro è la crisi della coppia.
In Blue Valentine Cindy e Dean vivono una fase critica del loro matrimonio; Cindy (Michelle Williams) ha dovuto rinunciare al sogno di diventare dottoressa, dopo essere rimasta incinta, ripiegando a fare l'infermiera; Dean (Ryan Gosling), quasi sempre ubriaco, si accontenta di un lavoro saltuario come imbianchino, preferendo trascorrere le giornate in famiglia. Per cercare di ravvivare il rapporto, Dean decide di prenotare un motel fuori città, ma durante la serata esploderanno tutte le tensioni, fino all'inevitabile epilogo.
In Questi sono i 40 la crisi colpisce Pete (Paul Rudd) e la moglie Debbie (Leslie Mann), entrambi alla soglia dei 40 anni; Pete ama mangiare male, utilizza il viagra, presta soldi di nascosto al padre scroccone e ha investito tutto in una nuova etichetta discografica che non vende abbastanza; Debbie gestisce un negozio di abbigliamento, non accetta la sua età e si preoccupa per l'aspetto fisico.

A completare il quadro le due figlie, Charlotte e Sadie, che litigano di continuo e sono alle prese con i classici problemi adolescenziali. E mentre Debbie cerca di risollevare il matrimonio imponendo nuove regole, tra le quali un differente regime alimentare, Pete sembra concentrato unicamente a salvare l'etichetta discografica, continuando a nascondere alla moglie la reale situazioni finanziaria. Ma quando Debbie scopre la verità e contemporanemente di essere nuovamente incinta, la situazione precipita inesorabilmente.

In Blue Valentine, Derek Cianfrance, regista già apprezzato nel film Come un tuono, utilizza un registro drammatico per raccontare, parallelamente, l'inizio e la fine di una storia d'amore, che colpisce per lo straordinario realismo e l'universalità, in cui tanti possono riconoscersi. Un film costruito sull'interpretazione di due attori fantastici, Ryan Gosling e Michelle Williams, che mostrano tutto il loro talento.

Questi sono i 40, invece, è una commedia dolceamara che, nonostante posso apparire distante dalla realtà per la sua tipica struttura hollywodiana, propone uno spaccato grottesco della quotidianità di una famiglia della media borghesia americana assolutamente credibile. E in quest'ottica che l'utilizzo di un linguaggio colorito, i riferimenti sistematici alle nuove tecnologie (iPad, iPhone, ecc.), l'incapacità di accettarsi (fisicamente in primis), diventano tratti distintivi, quasi archetipi, delle nuove famiglie, in cui i genitori faticano sempre più a gestire i figli e il loro stesso rapporto. E anche a livello recitativo, seppur lontani dalla performance della coppia Gosling-Williams, Paul Rudd e Leslie Mann riescono a cavarsela egregiamente.

Due film diversi, dunque, che in qualche modo si completano per raccontare l'evoluzione sociale della coppia e della famiglia nel nuovo millennio. Per questo, fermo restando la differenza a livello qualitativo (con il film di Cianfrance nettamente superiore), a mio avviso meritano entrambi, ancora meglio se visti insieme al proprio partner.

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