Recensione: Franklin Evans, l’ubriaco, di Walt Whitman

Titolo: Franklin Evans, l’ubriaco
Autore:
Walt Whitman 
Editore: Mattioli 1885
Pagine: 181
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo copertina: 15,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi
 
Franklin Evans, l’ubriaco è un classico scritto da Walt Whitman, nonché una delle sue prime opere basate sul movimento della temperanza, una corrente sociale nata nel ’900 contro il consumo dell’alcol. Solitamente, questo movimento promuoveva la completa astinenza dall’alcol e ne condannava l’uso e la conseguente intossicazione dell’organismo. E proprio intorno a questa tematica cardine, l’autore sviluppa il suo romanzo d’esordio; protagonista indiscusso è Franklin Evans, un giovane uomo che si trasferisce da Long Island a New York in cerca di fortuna. Qui, alle prese con un nuovo mondo all’avanguardia, conosce Colby, un
giovanotto che lo introduce alla vita mondana cittadina
inducendolo all’alcol, alle sregolatezze e agli eccessi.

Da questo momento in poi, a causa del suo problema con l’alcolismo, avranno inizio una serie di sfortunati eventi. Franklin sposa dapprima Mary, una giovane donna che ama con tutto se stesso, ma che per sua negligenza lascia morire; poi, prende in moglie Margaret, una schiava che viene liberata al momento del matrimonio con Franklin, che dal canto suo non amandola finisce per creare una convivenza spiacevole in cui è perennemente ubriaco. Nel mentre, il protagonista principale, si innamora follemente di una terza donna, Mrs Conway, che dall’alto della sua capricciosità, gli chiede di rendere il fratello di Margaret suo schiavo. Evans, come incantato da lei, acconsente scatenando le ire di sua moglie Margaret che uccide Mrs Conway. Alla fine non potendo sopravvivere al senso di colpa di quel gesto brutale, decide di uccidersi. E solo a questo punto, dopo la morte di tutte le donne delle sua vita, Franklin Evans decide di risolvere il suo problema con l’alcolismo e di fare ammenda degli errori della sua vita.

Walt Whitman utilizza uno stile artificioso ed un linguaggio ampolloso per descrivere gli eccessi e le problematiche della società americana novecentesca: un mondo che offriva non solo grandi opportunità lavorative, ma che agli occhi dei giovani di allora appariva come un paese dei balocchi, tentandoli con grandi aspettative, luci sfarzose, locali alla moda, teatri e cabaret. Personalmente ho apprezzato il fatto che l’autore, attraverso il viaggio di Franklin Evans, ci dimostra come il problema dell’alcolismo non sia da sottovalutare e soprattutto come questo possa cambiare e modificare i progetti e le ambizioni di un individuo che si abbandona a se stesso. Però, non mancano altre tematiche di particolare interesse come il successo ottenuto dopo un periodo di struggimento; il cambiamento attuato dopo un periodo buio; la volontà di migliorarsi e migliorare il proprio stile di vita.

In conclusione, consiglio questo romanzo a chi ha voglia di immergersi in una società novecentesca, e a chi è un grande appassionato delle vite paradossali e movimentate degli uomini classici.

L'AUTORE
Walt Whitman (1819-1892) è forse il più celebre poeta americano. Dopo una breve formazione scolastica, Whitman si dedica ai più svariati mestieri: è prima ragazzo di studio presso un medico e un avvocato, quindi tipografo e insegnante. A New York cerca di farsi strada nel mondo letterario e giornalistico, lavorando nelle redazioni di numerosi quotidiani. Nel 1855 pubblica a sue spese la prima edizione di Leaves of Grass. La raccolta di poesie gli vale diverse condanne per l'"immoralità" dei contenuti. Tuttavia si susseguono edizioni sempre più ravvicinate dell'ormai celebre libro. Allo scoppiare della guerra civile, Whitman lavora come volontario per l'esercito. Nel 1873 ha un colpo apoplettico e resta parzialmente paralizzato. Il suo precario stato di salute non gli impedisce di viaggiare e di tenere conferenze in diverse città americane, continuando intanto a scrivere e a curare le edizioni delle sue opere. Alla fine del 1891 le condizioni di Whitman si aggravano, mentre va in stampa l'ennesima edizione di Leaves of Grass. Muore nel marzo del 1892. 

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