"Fedra", regia di Elena Sofia Ricci al Teatro Quirino di Roma dal 4 al 9 ottobre

Fondazione Teatro della Toscana - Best Live

presentano
VALENTINA BANCI
SERGIO BASILE
FRANCESCA MAZZA
GABRIELE ANAGNI
ILARIA GENATIEMPO
FEDRA
di Seneca

QUIRINO CONTEMPORANEO
con
ELISABETTA AROSIO, ALBERTO PENNA, VALENTINA MARTONE, AURORA CIMINO, DAFNE RUBINI
traduzione di Alfonso Traina
scene e costumi di Andrea Taddei
musiche di Stefano Mainetti
ligth designer di Stefano Limone
regia di ELENA SOFIA RICCI

NOTE DI REGIA

Quando mi si è prospettata la possibilità di curare la regia della Fedra di Seneca, immediatamente sono stata colta da un senso profondo di inadeguatezza. Poi, la sfida. E allora mi sono chiesta: “Quale può essere la mia visione di Fedra oggi? Dove posso collocarla?” Riflettendo e studiando, ho sentito che in questa tragedia c’è sicuramente all’interno di ciascuno di noi una parte di ogni personaggio, e che forse, in questa nostra era, siamo tutti un po’ Ippolito: a pezzi, a brandelli. E così ho pensato che una discarica infernale, uno “sfasciacarrozze di tutti i tempi”, potesse essere il luogo in cui collocare questa Fedra. 


Fedra, Ippolito, Teseo, la Nutrice, il Messaggero, ma anche il coro – l’intero dramma è popolato da “persone” che si muovono e arrancano tra le macerie della propria esistenza. Anche il rapporto conflittuale con il potere rievoca una sempre contemporanea messa in discussione della coscienza sociale. Le dinamiche, le ossessioni, le patologie, i mostri non solo interiori dei personaggi si svelano attraverso la pièce, nella loro tragica verità. Da anni poi, desideravo lavorare con Valentina Banci, a mio modesto parere una delle più potenti, moderne attrici del nostro teatro. Sono innamorata della sua forza espressiva e della sua capacità di rendere “vero” anche il più ostico dei versi. Ecco: vero, moderno. Questo è quello che vorrei arrivasse: la forza della “parola” di Seneca – così tragicamente contemporanea. Ma temo non sia stato Seneca ad essere incredibilmente avanti, piuttosto, forse, siamo noi uomini ad essere rimasti tragicamente indietro. Elena Sofia Ricci

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