Recensione: Il fuoco e la polvere, di Mauro Garofalo

Titolo: Il fuoco e la polvere
Autore: Mauro Garofalo
Editore: Frassinelli
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo copertina: 17,50 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

1862, Maremma grossetana. Il "Capitano Bosco" è una leggenda: dopo la morte prematura della moglie e del figlio, lacerato anche dagli orrori del fronte, l'uomo spezzato ha deciso di consacrare la propria vita alla difesa del bosco, ora in pericolo a causa dell'uomo con la bombetta, il potente imprenditore e sindaco che vuole arricchirsi con la costruzione della ferrovia estorcendo le terre ai contadini indifesi con la complicità dei soldati piemontesi. Considerato un eroe da alcuni e un volgare brigante da altri, Bosco non può assistere inerme a questo scempio e per questo decide di mettere su una banda per fermare la costruzione della ferrovia: dopo aver liberato un enorme schiavo eritreo di nome Abramo, il Capitano decide di arruolare anche Toni, detto U Calabrese, un esperto di esplosivi che sogna di arricchirsi per tornare dalla sua famiglia. Dopo una prima rapina e vista l'incapacità dei soldati nel risolvere il problema, l'uomo con la bombetta decide di mettere sulle tracce dei fuorilegge un altro brigante, il sanguinario criminale Enrico Stoppa detto "Righetto". All'iniziale trio però si aggiungono altri sventurati che condividono il dolore dei loro compagni: il colonnello Van Klee, un vecchio e solitario pistolero; Kyoden, un maestro di spada giapponese arrivato con il circo; e un ragazzino che ha assistito inerme allo sterminio della sua famiglia. Bosco però dovrà fare i conti non solo con il desiderio di salvare le sue terre selvagge, ma anche la vita di Elena Pinto, la ragazza che ha fatto breccia nel suo cuore e che adesso è finita nelle grinfie dell'uomo con la bombetta.

Dopo l'ottimo esordio nella narrativa per adulti con Alla fine di ogni cosa, torna il libreria Mauro Garofalo con una storia ambientata nella sua maremma. I Monti dell'Uccellina, i boschi sconfinati e il mar Tirreno diventano il teatro di un'avventura epica: non solo le vicende di uno sparuto gruppo di ribelli in lotta con il potere, ma soprattutto la transazione forzata (e sanguinaria) dal mondo rurale a quello urbano; dalla tradizione alla modernità, intesa nella sua peggior accezione capitalistica. La brutale violenza verso la natura (e gli uomini che la difendono) in nome del progresso piegato agli interessi del potere. Il fuoco e la polvere, omaggio a John Fante e William Shakespeare, ci racconta anche il lato oscuro del Risorgimento: violenze, barbarie e soprusi di cui si resero protagonisti i soldati piemontesi in nome di Garibaldi, Cavour e l'Unità d'Italia. Inoltre, il romanzo restituisce anche un'immagine diversa del brigantaggio: non solo quella dispregiativa che trova un emblema in Enrico Stoppa, efferato criminale realmente esistito; ma anche quella romantica di uomini pronti a sacrificare la propria vita per combattere le ingiustizie del potere. In tal senso, Bosco e la sua banda - personaggi che sembrano usciti direttamente da un film di Sergio Leone (citato per primo nei ringraziamenti finali dell'autore) o del suo discepolo Quentin Tarantino, rappresentano gli antieroi perfetti:

"Brutti, sporchi e cattivi.
I briganti arrivarono in paese sotto i lampi a volo di pernice.
Epica di straccioni a dar l'assalto al cielo."


Mauro Garofalo utilizza una prosa elegante che diventa poesia quando la narrazione degli eventi lascia spazio alla descrizione del bosco e dei suoi abitanti; una sorta di luogo di frontiera incapace di adattarsi al segno arbitrario che traccia l'uomo sullo spazio. Bastano poche pagine per innamorarsi della storia e poi diventa quasi impossibile posare il libro sul comodino. I personaggi sono tratteggiati con grande maestria dall'autore e le loro avventure si sviluppano in un crescendo di emozioni contrastanti e pathos tra inseguimenti, fughe, violenze brutali e combattimenti all'ultimo sangue, per poi culminare in un finale epico degno del miglior spaghetti-western. Da non perdere!

L'AUTORE
Mauro Garofalo ha esordito come giornalista di cronaca. Oggi è titolare del corso di Scrittura del Centro Sperimentale di Cinematografia. Fa boxe in una palestra popolare. Ha pubblicato alcuni libri-intervista e racconti. Alla fine di ogni cosa è il suo primo romanzo.

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