Recensione: LUCE D'AGOSTO di William Faulkner

Titolo: Luce d'agosto
Autore:
William Faulkner
Editore: Adelphi
Pagine: 425
Anno di pubblicazione: 2013 
Prezzo copertina: 13,00 €


Recensione a cura di Elvira Chimisso

Lena Groove, una giovane donna bianca, parte a piedi dall’Alabama fino al Mississippi alla ricerca di Lucas Burch, il padre del bambino che porta in grembo. Giunta a Jefferson incontra Byron Bunch, un uomo che fino ad allora aveva vissuto pensando solo al lavoro e alla religione, ma che ora scopre di essersi innamorato di lei. Intanto Lucas Burch ha cambiato nome, ora si chiama Joe Brown ed è diventato un contrabbandiere. Quando Lena giunge in città lui è rinchiuso in carcere in seguito all’omicidio di Joanna Burden.

La storia di Joanna è tragica ed è legata a quella di Joe Christmas il vero protagonista del romanzo, il fulcro intorno al quale l’autore intreccia le vite dei numerosi protagonisti. Joe è un uomo misterioso e sfuggente, un bianco nelle cui vene scorre “sangue nero”, che fugge dal suo passato e da se stesso perché non sa chi è né avrà la possibilità di scoprirlo…

Faulkner ci conduce in un lungo viaggio nella provincia americana attraverso gli occhi e le storie dei suoi personaggi: madri senza mariti, neri, bianchi, yankee, sceriffi e reverendi scomunicati, le cui storie si intrecciano in modo inestricabile facendoci immergere nel profondo Sud. Pur essendo un libro faticoso, con un linguaggio roboante, tante ripetizioni, salti temporali e metafore il lettore riesce comunque a creare un forte legame con i protagonisti cogliendone i caratteri più veri e profondi, restituendoci una storia tormentata e appassionante. 

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