Titolo: Quell'attimo di felicità
Autore: Federico Moccia
Editore: Mondadori
Pagine: 360
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 17,00 €
Nicco, giovane ragazzo romano, vive un periodo difficile della sua vita: il padre è morto da poco; Alessia, la sua amata ragazza, l'ha mollato; la madre fatica a riprendere una vita normale e le due sorelle contano su di lui per risolvere i propri casini sentimentali. Nicco si divide tra il lavoro di edicolante e quello di agente immobiliare, cercando di dimenticare le amarezze della vita e soprattutto Alessia. Ma sarà Ciccio, il suo migliore amico, un simpatico hacker sciupafemmine, ad aiutarlo. Quando infatti i due ragazzi conoscono Ann e Raily, due bellissime turiste americane, la situazione cambia rapidamente...
Prima di questo libro non avevo mai letto nulla di Federico Moccia, ma sapevo che le critiche ai suoi romanzi non erano certo lusinghiere. Dopo Quell'attimo di felicità ho capito anche il perchè e, ahimé, non posso nemmeno dissentire. Infatti al di là di una trama scontata, povera e prevedibile, il problema di questo romanzo è il linguaggio. Moccia tenta di emulare a trecentosessanta gradi il linguaggio orale dei giovani, spesso rasentando la macchietta, con il risultato di proporre in venti pagine cento/duecento cioè, istigando in questo modo il lettore ad abbandonare subito la lettura (se non proprio a scaraventare il libro dalla finestra!!). E nemmeno la scelta di lasciare tanti dialoghi in inglese aiuta a risollevare le sorti del romanzo che, al contrario, diventa ancora più indigesto.
I personaggi sono tutti stereotipati e alcuni persino caricaturali (vedi Ciccio). La storia non decolla mai e alla fine il libro diventa una successione di luoghi da cartolina e ristoranti, con analitiche descrizioni dei cibi mangiati e dei costi sostenuti!! E anche sentimentalmente, nonostante il tentativo sistematico di far leva sulla morte del padre, il romanzo non convince e non appassiona il lettore. Tuttavia bisogna anche riconoscere all'autore la conoscenza del mondo giovanile e delle relative situazioni più ovvie, in cui tanti ragazzini possono ritrovarsi.
In virtù di questo è chiara l'intenzione dell'autore di scrivere per un target preciso, che probabilmente riuscirà anche ad apprezzare, ma personalmente non posso proprio consigliarne la lettura.
L'AUTORE
Federico Moccia (Roma, 20 luglio 1963) fin da ragazzo ama molto leggere e si ripromette di scrivere un romanzo prima dei trent'anni. Ci riesce: Tre metri sopra il cielo, pubblicato nel 1992 da un piccolo editore, sarà il caso editoriale del 2004. Nel 2006 pubblica il seguito, Ho voglia di te, e lancia la moda del "lucchetto". Nel 2007 esce Scusa ma ti chiamo amore che diventa anche film campione d'incassi del 2008 con Raoul Bova e Michela Quattrociocche. È sempre del 2008 Amore 14, del 2009 Scusa ma ti voglio sposare e del 2011 L'uomo che non voleva amare. I suoi libri sono tradotti in oltre quindici Paesi.
Autore: Federico Moccia
Editore: Mondadori
Pagine: 360
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 17,00 €
Nicco, giovane ragazzo romano, vive un periodo difficile della sua vita: il padre è morto da poco; Alessia, la sua amata ragazza, l'ha mollato; la madre fatica a riprendere una vita normale e le due sorelle contano su di lui per risolvere i propri casini sentimentali. Nicco si divide tra il lavoro di edicolante e quello di agente immobiliare, cercando di dimenticare le amarezze della vita e soprattutto Alessia. Ma sarà Ciccio, il suo migliore amico, un simpatico hacker sciupafemmine, ad aiutarlo. Quando infatti i due ragazzi conoscono Ann e Raily, due bellissime turiste americane, la situazione cambia rapidamente...
Prima di questo libro non avevo mai letto nulla di Federico Moccia, ma sapevo che le critiche ai suoi romanzi non erano certo lusinghiere. Dopo Quell'attimo di felicità ho capito anche il perchè e, ahimé, non posso nemmeno dissentire. Infatti al di là di una trama scontata, povera e prevedibile, il problema di questo romanzo è il linguaggio. Moccia tenta di emulare a trecentosessanta gradi il linguaggio orale dei giovani, spesso rasentando la macchietta, con il risultato di proporre in venti pagine cento/duecento cioè, istigando in questo modo il lettore ad abbandonare subito la lettura (se non proprio a scaraventare il libro dalla finestra!!). E nemmeno la scelta di lasciare tanti dialoghi in inglese aiuta a risollevare le sorti del romanzo che, al contrario, diventa ancora più indigesto.
I personaggi sono tutti stereotipati e alcuni persino caricaturali (vedi Ciccio). La storia non decolla mai e alla fine il libro diventa una successione di luoghi da cartolina e ristoranti, con analitiche descrizioni dei cibi mangiati e dei costi sostenuti!! E anche sentimentalmente, nonostante il tentativo sistematico di far leva sulla morte del padre, il romanzo non convince e non appassiona il lettore. Tuttavia bisogna anche riconoscere all'autore la conoscenza del mondo giovanile e delle relative situazioni più ovvie, in cui tanti ragazzini possono ritrovarsi.
In virtù di questo è chiara l'intenzione dell'autore di scrivere per un target preciso, che probabilmente riuscirà anche ad apprezzare, ma personalmente non posso proprio consigliarne la lettura.
L'AUTORE
Federico Moccia (Roma, 20 luglio 1963) fin da ragazzo ama molto leggere e si ripromette di scrivere un romanzo prima dei trent'anni. Ci riesce: Tre metri sopra il cielo, pubblicato nel 1992 da un piccolo editore, sarà il caso editoriale del 2004. Nel 2006 pubblica il seguito, Ho voglia di te, e lancia la moda del "lucchetto". Nel 2007 esce Scusa ma ti chiamo amore che diventa anche film campione d'incassi del 2008 con Raoul Bova e Michela Quattrociocche. È sempre del 2008 Amore 14, del 2009 Scusa ma ti voglio sposare e del 2011 L'uomo che non voleva amare. I suoi libri sono tradotti in oltre quindici Paesi.
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