Titolo: Il bordo vertiginoso delle cose
Autore: Gianrico Carofiglio
Editore: Rizzoli
Pagine: 250
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 18,00 €
Enrico Vallesi lavora come editor per la stessa casa editrice con la quale ha pubblicato il suo primo e unico romanzo. La sua crisi creativa lo porta a vivere un'esistenza triste e ordinaria, che viene sconvolta da un trafiletto di cronaca nera sulla morte di un suo ex compagno di scuola. E' il pretesto per tornare a Bari, la città dove è cresciuto, in un viaggio indietro nel tempo tra figure care e ricordi di un'adolescenza inquieta, segnata dall'amore per Celeste, carismatica supplente di filosofia, e dall'attrazione per Salvatore, giovane estremista di sinistra. Un viaggio necessario per riscoprire se stessi, capire cos'è andato storto e provare finalmente ad andare avanti.
Il bordo vertiginoso delle cose è il primo romanzo che leggo di Gianrico Carofiglio, vincitore del Premio Bancarella del 2005 con il Il passato è una terra straniera. La storia è quello di uno scrittore bloccato, intrappolato nel successo del suo primo e unico romanzo, che decide di tornare indietro nel tempo per riscoprire l'origine della sua passione. Da qui il ricordo di un'adolescenza vissuta con ardore e fame di vivere, tra incurezze e fragilità, successi e fallimenti, gioie e dolori, sogni e grandi passioni, come la scrittura appunto.
Una perdita della propria identità che lo scrittore rimarca utilizzando due stili diversi di scrittura: la prima persona per narrare le vicende adolescenziali del giovane Enrico Vallesi e la seconda persona (approccio abbastanza originale) per un presente anonimo e indecifrabile. La scrittura di Carofiglio, fluida ma densa di contenuti, rende la lettura piacevole e conferma la sua stoffa di romanziere. Eppure nonostante la scorrevolezza e l'imprevedibilità, la storia non conquista a pieno il lettore che fatica ad immergersi, immedesimarsi, nella crisi esistenziale del protagonista. Alla fine del romanzo infatti si ha l'impressione di aver letto una storia interessante che tuttavia lascia poco e niente, salvo qualche spunto di riflessione generale sull'esistenza e sul "mal di vivere" che spesso porta ad una morte interiore, prima ancora che fisica.
Per tutto questo, Il bordo vertiginoso delle cose rappresenta una lettura interessante principalmente per l'abilità narrativa dello scrittore, mentre nella sostanza era lecito aspettarsi qualcosa di più.
L'AUTORE
GIANRICO CAROFIGLIO è nato a Bari nel 1961. Con Rizzoli ha pubblicato Il passato è una terra straniera (2004), Premio Bancarella (2005), il graphic novel Cacciatori nelle tenebre (2007), la raccolta di racconti Non esiste saggezza (2010), vincitore del premio Piero Chiara (2010), il saggio La manomissione delle parole (2010) e il suo ultimo romanzo, Il silenzio dell’onda (2011), finalista al Premio Strega 2012.
Autore: Gianrico Carofiglio
Editore: Rizzoli
Pagine: 250
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 18,00 €
Enrico Vallesi lavora come editor per la stessa casa editrice con la quale ha pubblicato il suo primo e unico romanzo. La sua crisi creativa lo porta a vivere un'esistenza triste e ordinaria, che viene sconvolta da un trafiletto di cronaca nera sulla morte di un suo ex compagno di scuola. E' il pretesto per tornare a Bari, la città dove è cresciuto, in un viaggio indietro nel tempo tra figure care e ricordi di un'adolescenza inquieta, segnata dall'amore per Celeste, carismatica supplente di filosofia, e dall'attrazione per Salvatore, giovane estremista di sinistra. Un viaggio necessario per riscoprire se stessi, capire cos'è andato storto e provare finalmente ad andare avanti.
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Una perdita della propria identità che lo scrittore rimarca utilizzando due stili diversi di scrittura: la prima persona per narrare le vicende adolescenziali del giovane Enrico Vallesi e la seconda persona (approccio abbastanza originale) per un presente anonimo e indecifrabile. La scrittura di Carofiglio, fluida ma densa di contenuti, rende la lettura piacevole e conferma la sua stoffa di romanziere. Eppure nonostante la scorrevolezza e l'imprevedibilità, la storia non conquista a pieno il lettore che fatica ad immergersi, immedesimarsi, nella crisi esistenziale del protagonista. Alla fine del romanzo infatti si ha l'impressione di aver letto una storia interessante che tuttavia lascia poco e niente, salvo qualche spunto di riflessione generale sull'esistenza e sul "mal di vivere" che spesso porta ad una morte interiore, prima ancora che fisica.
Per tutto questo, Il bordo vertiginoso delle cose rappresenta una lettura interessante principalmente per l'abilità narrativa dello scrittore, mentre nella sostanza era lecito aspettarsi qualcosa di più.
L'AUTORE
GIANRICO CAROFIGLIO è nato a Bari nel 1961. Con Rizzoli ha pubblicato Il passato è una terra straniera (2004), Premio Bancarella (2005), il graphic novel Cacciatori nelle tenebre (2007), la raccolta di racconti Non esiste saggezza (2010), vincitore del premio Piero Chiara (2010), il saggio La manomissione delle parole (2010) e il suo ultimo romanzo, Il silenzio dell’onda (2011), finalista al Premio Strega 2012.
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