Recensione: L'ASSASSINIO DI PITAGORA di Marcos Chicot

Titolo: L'assassinio di Pitagora
Autore: Marcos Chicot
Editore: Salani
Pagine: 720
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 18,60 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

L’Assassinio di Pitagora è un thriller storico con un retrogusto misterico, edito in Italia da Salani. È un libro dalle varie sfumature che tocca diverse tematiche. All’inizio si muove nella direzione della classisa caccia all'assassino, ma con l'avanzare delle pagine si viene trascinati in un vortice di tradimenti, potere e odio, equilibrati dalla presenza di un romanticismo quasi eroico.

Pitagora

Il romanzo racconta degli ultimi giorni della comunità che Pitagora -filoso, matematico ed uomo di notabile influenza- fondò a Crotone. Qui si praticava uno studio della matematica con una prospettiva mistica riguardante i numeri, portando così molti a considerarla quasi una setta. Tutto comincia quando Pitagora cerca di capire chi possa essere il suo successore in questa comunità, la persona in grado di portare avanti i suoi ideali e di sviluppare le ipotesi da lui formulate. Ma a poco a poco gli uomini distinti di questo circolo ristretto, accessibile a pochi, saranno assassinati uno per uno in circostanze misteriose. Il filosofo avvia così una serie di ricerche e affida il caso a un ‘’investigatore’’ egiziano, Akenon, figlio di un suo amico, aiutato dalla figlia stessa di Pitagora, Ariadna, una ragazza con un passato difficile e doloroso. Ultima, ma non meno importante, la figura di un uomo mascherato che porterà caos nelle città di Sibari e Crotone, peggiorando così la situazione fino a portarla allo stremo...

Sibari antica
Durante tutto il romanzo l’autore crea scenari enigmatici e punti interrogativi, lasciando aperte una serie di possibilità capitolo dopo capitolo, come a voler creare un enorme vicenda per sviare lo stesso lettore dai possibili sospetti. Da un punto di vista tematico, Chicot lascia intravedere scorci di vita, usi e costumi di una Grecia tra la fine del VI e gli inizi del V secolo; da un lato marcando l’accento in qualche modo sulla condizione femminile, ampiamente sviluppata e avanzata nelle società pitagoriche (esempio Ariadne, istruita e rispettata da suo padre); dall’altro mettendo in risalto le abitudini e le caratteristiche delle città come Sibari (assenza di un esercito, luogo estremamente ricco e pacifico). I personaggi sono ben definiti e anche senza una descrizione dettagliata si può carpire in qualche modo una sorta di psicologia; partendo dal carattere enigmatico e ambizioso, ma anche timoroso di Pitagora; a quello forte ma fragile di sua figlia Ariadne; fino a giungere a quello mite e maldestro di Glauco re di Sibari, come a veder convivere due nature in una stessa persona.

La forma e il linguaggio sono fluidi, e l'autore descrive in modo minuzioso ogni scena senza mai sfociare nella noia, trovando il giusto equilibrio tra realtà storica e fiction; anche se va detto che il romanzo presuppone un backgraound culturale a livello storico e scientifico. L'epilogo può sembrare ovvio, dal titolo e dai vari elementi che ricorrono durante il percorso, ma non bisogna cadere in questa ragnatela di enigmi tessuta dall’autore sin dall’inizio perché ci sono colpi di scena e un finale tutto da scoprire. Consigliato. 

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