Autore: Julio Cortázar
Editore: Fazi
Pagine: 672
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 19,50 €
È sia un saggio, un acutissimo esercizio di critica letteraria – perché solo un poeta può arrivare al cuore vivo e pulsante della poesia di un altro poeta e scriverne senza ridurlo a nozionismo da accademia –, sia un romanzo, la storia di un personaggio di nome Julio Cortázar che, chiuso nella sua stanza, all'ultimo piano di un palazzo di calle Lavalle, a Buenos Aires, notte dopo notte scrive di Keats, e intanto pensa, divaga, ricorda, compilando a margine del suo libro una sorta di zibaldone. È un'opera-mondo: al centro c'è Keats, la sua vita e la sua poesia, ma ci sono anche Buenos Aires, i profumi e le luci della metropoli argentina e le vastità buie e sterminate della pampa oltre i suoi confini, e i poeti amici di Cortázar, i loro versi e le loro discussioni alle tre di notte, avvolti dal fumo delle sigarette e dall'odore del caffè.
C'è l'Italia, ci sono Roma, Siena, Venezia, ma anche Genova e Napoli, perché pochi sono riusicti a catturarne l'essenza – i silenzi delle campagne, perché «tutta l'Italia è silenziosa», i colori delle stagioni, l'odore dei vini – come fede Cortázar nei suoi viaggi giovanili, così simili a quelli di Keats attraverso la Scozia. E c'è l'amore, quello che Cortázar scopre quando comincia a leggere le lettere tra John e Fanny Brawn. Il risultato è un'opera fondamentale su Keats ma anche un libro-rivelazione su Cortázar, perché troppo precisa e forte è la sensazione che, scrivendo del poeta inglese, l'argentino stia anche delineando un proprio alter ego con il quale, al netto dell'oceano che divide Buenos Aires e Londra, condivide una certa idea della vita, della scrittura e della missione poetica.
Scrittore, narratore e saggista di fama mondiale, Julio Cortázar è nato a Bruxelles il 26 agosto 1914 da genitori argentini e, prima di rientrare con la famiglia a Buenos Aires, nel 1919, ha vissuto in Svizzera e a Barcellona. Dopo aver insegnato in due licei della capitale argentina, Cortázar, oppostosi al governo di Perón, è emigrato in Francia, dove ha vissuto e lavorato per il resto della sua vita. Oltre a essere stato traduttore per l'UNESCO, ha tradotto in spagnolo opere di altissimo valore letterario, tra le quali quelle di Edgar Allan Poe, Marguerite Yourcenar e il romanzo Robinson Crusoe. Ha scritto numerose opere, tra romanzi, racconti e saggi, tradotte in moltissime lingue, tra cui Il gioco del mondo (Rayuela), Bestiario, Storie di cronopios e di famas, I re, Ottaedro, Le armi segrete. È morto a Parigi nel 1984.
Titolo: Dialogo sull'Islam tra un padre e un figlio
Autore: Alberto Tessore, Dag Tessore
Editore: Fazi
Pagine: 400
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 18,00 €
Dal desiderio di offrire dell'Islam un ritratto contemporaneo a tutto tondo nasce questo dialogo tra un padre, Alberto, e un figlio, Dag, agnostico, antropologo e viaggiatore il primo, religioso, esperto di testi sacri e linguista il secondo. Il figlio ha deciso di vivere con la sua famiglia nelle montagne del Marocco, il padre abita nelle campagne sabine, ma entrambi riconoscono che in un mondo globale il dialogo interreligioso è un nodo decisivo per la convivenza tra i popoli. Per questo si confrontano con affetto, seppure con grande divergenza di opinioni, toccando nel libro tutte le questioni più spinose che rendono i rapporti tra musulmani e cristiani spesso complicati, se non conflittuali: dalla concezione della donna alla poligamia, dall'ortodossia intransigente alla pretesa di detenere la verità, dalle forme di preghiera alla minaccia del terrorismo di matrice religiosa. Seguendo questo coinvolgente dialogo, il lettore ascolta tesi provocanti, vede luoghi comuni ribaltati e tanti miti sfatati dagli autori. A fare da filo rosso è il riferimento alle Sacre Scritture, soprattutto il Corano e il Vangelo che, se recuperate nel loro senso originario come i due autori ci invitano a fare, contengono un nucleo di tolleranza e rispetto per la religiosità in ogni sua forma e declinazione e ci indicano la strada lungo cui trovare quei punti di contatto tra le fedi quanto mai necessari.
Alberto Tessore, nato a Torino nel 1937, a partire dal 1958 viaggia in India, Siria, Iran, Afghanistan, Pakistan, e poi, in qualità di giornalista e photoreporter, in Egitto, Sudan, Arabia Saudita, Giordania. Dall '80 all'85 è stato addetto all'Istituto Italiano di Cultura in Etiopia. Attualmente il suo principale interesse è rivolto allo studio comparativo delle diverse culture in ottica antropologica. Esperto anche di arte contemporanea, ha pubblicato il libro Opera d'arte, sì o no? L'arte come modo di vivere (Guida, 2006). Dag Tessore si laurea alla Sapienza di Roma in Lingue e Letterature Orientali con una tesi sul Corano. Ha viaggiato a lungo in paesi islamici, dove ha approfondito la sua conoscenza della lingua araba e della cultura islamica, e oggi vive in Marocco. Ha insegnato Islamismo e Giudaismo presso l'Istituto di Scienze Politiche di Pescara. Per Fazzi editore ha pubblicato: La mistica della guerra. Spiritualità delle armi nel Cristianesimo e nell'Islam (2004) e Introduzione a Ratzinger (2005).
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