Recensione: L'ULTIMA SETTIMANA DI MAGGIO di Pietro Gattari

Titolo: L'ultima settimana di maggio
Autore: Pietro Gattari
Editore: Castelvecchi
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 18,50 €


Recensione a cura di Alice Schiochet

Essendo questo un romanzo storico fino al midollo, l’ambientazione del libro è da ricercare in tutte le tappe che compongono lo svolgimento della Grande Guerra. Il protagonista, Filippo, è un giovane ragazzo romano che lavora in un locale dove ogni sera ascolta i discorsi entusiasti di tutti coloro che inneggiano alla guerra e che vogliono assolutamente recuperare le cosidette "terre irredente". Filippo presto si convince davvero che la cosa più nobile e giusta per l’Italia sia la guerra, pur di ottenere Trento, Trieste e il Fiuli Venezia Giulia.

E’ il 1915 quando scoppia la guerra e Filippo, non del tutto convinto, esita ad arruolarsi come volontario, per non angustiare i genitori ma soprattutto perché capisce che la propria vita non può essere data via per un pugno di terra. Nella sua ideologia percepisce un motivo più profondo, al quale non sa ancora dare un nome, ma che alla fine, agli albori del 1916, lo spinge ad andare in guerra. Quello a cui dovrà assistere è riprovevole; la disorganizzazione militare dà letteralmente la morte a migliaia di giovani ragazzi, mentre gli alti comandi continuano incessantemente a lanciare offensive per il desiderio di accrescere il proprio prestigio personale, non curandosi delle conseguenze delle proprie azioni. Filippo si trova così ad affrontare pericoli enormi: dagli attacchi frontali alle piccole imboscate; dalle bombe nemiche ai terribili gas asfissianti.

All’inizio del 1917, il ragazzo riesce a ottenere una licenza e torna a casa, ma si rende subito conto di essere cambiato; l'immagine riflessa allo specchio non è quella di un giovane di belle speranze, ma quella di un animale selvatico pronto a uccidere per non essere ucciso. E proprio per fuggire da quella spaventosa immagine che il ragazzo è quasi felice di ripartire per la guerra. Arriva così in un paesino vicino al Cadore dove incontra Galilea, una giovane bellissima di cui si innamora seduta stante e che corteggia fino a chiederle di diventare sua moglie. Tuttavia, a causa della guerra, le strade dei due innamorati ben presto si dividono e dovranno affrontare mille peripezie per ritrovarsi...

Lo stile dell'autore varia a seconda degli eventi: quando i fatti descritti raccontano le numerose offensive tentate dagli italiani durante la prima guerra mondiale, la narrazione si fa serrata e frenetica, coinvolgendo appieno il lettore; quando invece i fatti analizzati riguardano l’amore tra Filippo e Galilea, il ritmo scende e la narrazione diventa più intima, profonda. Amore e morte si alternano costantemente e suscitano nel lettore svariate emozioni; il dolore di un ragazzo costretto a stare a contatto con la distruzione e la morte provocati dalla guerra, e allo stesso tempo la speranza rappresentata da un amore profondo e nobile, che permetterà a Filippo di ritrovare la forza per salvarsi e tornare alla vita, dopo tre interminabili anni passati a contatto con la morte.

Una metamorfosi che riguarda entrambi i personaggi principali; Filippo da ragazzo spensierato si trasforma in pochi mesi in un uomo che cerca la morte, perché disperato al pensiero di dover vivere in un mondo capace di provocare tanto dolore; Galilea invece appare fin da subito una ragazza sola e fragile, immersa continuamente nella nostalgia per il passato. Insieme impareranno ad amare la vita e a trovare la forza e il coraggio di guardare oltre l'odio, la violenza, la distruzione e la morte. L’unico neo è che il romanzo descrive gli eventi storici in modo estremamente particolareggiato, tanto che in alcuni punti si potrebbe faticare a seguire il viaggio di Filippo senza un bagaglio storico-culturale adeguato. Nonostante ciò L’ultima settimana di maggio è un libro che merita davvero e che consiglio a tutti!

L'AUTORE
Pietro Gattari, medico, è un appassionato studioso di storia e cultore, in particolare, delle vicende del Montefeltro. Il Duca è il suo primo romanzo.

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