Autore: Tiziana Silvestrin
Editore: Scrittura & Scritture
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 14,50 €
Mantova 1588. Un efferato sicario si muove sicuro all’interno di palazzo Ducale. Agisce nell’ombra e attenta più volte alla vita del duca Vincenzo Gonzaga, ma al suo posto muoiono degli innocenti. Chi può volere la sua morte e perchè? Forse un antico nemico dei Gonzaga deciso a chiudere un conto in sospeso? O qualcuno determinato a far desistere il duca dal prendere parte alla crociata contro i turchi? Intano a Costantinopoli nell’harem del sultano la splendida favorita, con la complicità della giovane Neda, trama contro il sultano stesso.
Solo il coraggio e l’acume di Biagio dell’Orso possono arrivare alla verità e trovare il mandante del sicario. Ma l’affascinante capitano di giustizia, in balia di un passato tornato a tormentarlo e oramai stanco dell’arroganza dei potenti e del mondo crudele della corte, è diviso tra il senso del dovere e il desiderio di lasciare l’incarico presso i Gonzaga. Messo a capo della sicurezza del duca, viaggia con lui tra le corti di Venezia, Praga e Vienna, tra alchimisti, maghi e impostori e con il sicario sempre in agguato, mentre la sua relazione con la bella veneziana Rosa è messa a dura prova. E ciò che all’inizio era solo un sospetto diventa un incubo.
Inventare storie le è sempre piaciuto molto. Intendiamoci, non le solite favole che si raccontano ai genitori o agli insegnanti per marinare le scuola, ma creava personaggi che vivevano nelle giungle descritte da Salgari, da Burroughs o da Kipling. Un giorno queste storie che sognava ha cominciato a scriverle, racconti brevi, da far leggere agli amici, che ovviamente apprezzavano. I complimenti costano solo la fatica di farli e chi vuol perdere un amico per così poco? Questo lo sapeva anche Tiziana che intanto si era messa a recitare. Entrata a far parte di una compagnia di teatro amatoriale aveva iniziato a scrivere commedie. All’università scoprì di avere un grande passione per l’arte e per la storia e dato che sui libri compaiono sempre i grandi personaggi, le loro conquiste, i loro delitti e le loro passioni, mentre mai si descrive la gente qualunque, si è chiesta come Bertold Brecht: quando Giulio Cesare conquistò la Gallia, non aveva con sé neanche un cuoco? Curiosa di quell’umanità che non ha lasciato traccia di sé nei Codici, ha cominciato a fare ricerche sulla vita quotidiana delle epoche passate. Consultando testi e mangiando polvere, letteralmente, negli archivi, ha scoperto come vivevano, cosa mangiavano, come si vestivano e lavoravano le persone nelle epoche passate. Quando vinse un premio con un racconto le venne il sospetto che forse poteva cominciare a scrivere sul serio e così iniziò a scrivere gialli storici. Unendo passione e curiosità, Tiziana nei suoi romanzi parte da fatti realmente accaduti ai potenti delle epoche passate, ma molti dei personaggi sono persone comuni che hanno con la loro vita fatto la storia, ma dalla storia non sono ricordati.
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