Titolo: Laxdæla saga
Autore: AA.VV.
Editore: Iperborea
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 17,00 €
Recensione a cura di Marika Bovenzi
Laxdæla saga è una delle saghe islandesi più famose di epoca medievale. Una storia pregna di eroismo, amore, vendetta e intrighi. Il libro narra le difficili sorti di un clan norvegese che, alla fine del IX secolo, dopo 150 anni di tormenti, sceglie l’esilio per non sottomettersi alla tirannia locale, divenendo così i primi colonizzatori del “Fiume dei Salmoni”. La fama della saga però si deve al ruolo e alle vicende delle donne.
Da Unnr la Sagace, matriarca fondatrice e guida del clan verso una nuova terra, a Melkorka, schiava dal passato misterioso e figlia di un personaggio illustre, a Guðrún Ósvífursdóttir, donna famosa per la sua bellezza, corteggiata da due fratellastri, Kjartan Ólafsson e Bolli Þorleiksson. Quest’ultima rappresenta la protagonista di una tragedia romantica consumatasi in un clima familiare dettato da orgoglio e vendetta.
L’ambientazione è semplicemente magnifica. Le vicende, dipanandosi nel corso di più generazioni, toccano diverse epoche storiche importanti: dalla fine del IX secolo, all’età vichinga, alla cristianizzazione dell’Islanda, sino agli inizi del XII secolo. Assistiamo a vite vissute alle pendici di vulcani, gelidi ghiacci dei fiordi, prime forme di agricoltura nate su terreni lavici, e creazioni di alleanze attraverso matrimoni combinati. In questi racconti eterni, gli uomini figurano come esecutori delle volontà femminili, mentre le donne rappresentano il fulcro: sono le eroine per eccellenza della storia.
Unnr la Sagace, forte e saggia, arma una nave, guida il clan in terre vergini, divide i beni tra i suoi familiari, e mantiene coesa la neo società; Melkorka, determinata e combattiva, viene comprata come schiava da un signore locale e ne diventa la concubina; ed infine Guðrún, giovane raffinatissima, avvenente e allo stesso tempo intelligente, vittima di un inganno, sposa l’uomo sbagliato innescando così una serie di vendette, risentimenti e ripicche.
Lo stile è elegante, arcaico e ricercato. La saga non essendo un trattato storico ha un unico scopo: condurre il lettore nel mondo etico e sociale dell’Islanda medievale. Vari sono i temi (riscontrabili anche nella letteratura cavalleresca) che ricorrono all’interno della storia: il triangolo amoroso (tipico della produzione artistico-letteraria), il destino infausto, il senso di appartenenza al clan, l’uomo messo in ombra dalla volontà femminile, le donne rappresentate come forgiatrici di destini, e l’amore tragico. Una tradizione orale trasformata in una saga maestosa e imperdibile.
Autore: AA.VV.
Editore: Iperborea
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 17,00 €
Recensione a cura di Marika Bovenzi
Laxdæla saga è una delle saghe islandesi più famose di epoca medievale. Una storia pregna di eroismo, amore, vendetta e intrighi. Il libro narra le difficili sorti di un clan norvegese che, alla fine del IX secolo, dopo 150 anni di tormenti, sceglie l’esilio per non sottomettersi alla tirannia locale, divenendo così i primi colonizzatori del “Fiume dei Salmoni”. La fama della saga però si deve al ruolo e alle vicende delle donne.
Da Unnr la Sagace, matriarca fondatrice e guida del clan verso una nuova terra, a Melkorka, schiava dal passato misterioso e figlia di un personaggio illustre, a Guðrún Ósvífursdóttir, donna famosa per la sua bellezza, corteggiata da due fratellastri, Kjartan Ólafsson e Bolli Þorleiksson. Quest’ultima rappresenta la protagonista di una tragedia romantica consumatasi in un clima familiare dettato da orgoglio e vendetta.
L’ambientazione è semplicemente magnifica. Le vicende, dipanandosi nel corso di più generazioni, toccano diverse epoche storiche importanti: dalla fine del IX secolo, all’età vichinga, alla cristianizzazione dell’Islanda, sino agli inizi del XII secolo. Assistiamo a vite vissute alle pendici di vulcani, gelidi ghiacci dei fiordi, prime forme di agricoltura nate su terreni lavici, e creazioni di alleanze attraverso matrimoni combinati. In questi racconti eterni, gli uomini figurano come esecutori delle volontà femminili, mentre le donne rappresentano il fulcro: sono le eroine per eccellenza della storia.
Unnr la Sagace, forte e saggia, arma una nave, guida il clan in terre vergini, divide i beni tra i suoi familiari, e mantiene coesa la neo società; Melkorka, determinata e combattiva, viene comprata come schiava da un signore locale e ne diventa la concubina; ed infine Guðrún, giovane raffinatissima, avvenente e allo stesso tempo intelligente, vittima di un inganno, sposa l’uomo sbagliato innescando così una serie di vendette, risentimenti e ripicche.
Lo stile è elegante, arcaico e ricercato. La saga non essendo un trattato storico ha un unico scopo: condurre il lettore nel mondo etico e sociale dell’Islanda medievale. Vari sono i temi (riscontrabili anche nella letteratura cavalleresca) che ricorrono all’interno della storia: il triangolo amoroso (tipico della produzione artistico-letteraria), il destino infausto, il senso di appartenenza al clan, l’uomo messo in ombra dalla volontà femminile, le donne rappresentate come forgiatrici di destini, e l’amore tragico. Una tradizione orale trasformata in una saga maestosa e imperdibile.
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