Recensione: L'INUTILE ZAVORRA DEI SENTIMENTI di Helga Schneider

Titolo: L'inutile zavorra dei sentimenti. Un caso d'amore ai tempi del nazismo
Autore:
Helga Schneider
Editore: Salani
Pagine: 196
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 14,90 €
 


Recensione a cura di Eleonora Cocola

Berlino, 1939. Karl Breitfels, rampollo di una ricca famiglia tedesca, ha un posto come ausiliario delle SS e una fidanzata indiscutibilmente ariana: sembra un perfetto cittadino del Terzo Reich, ma spesso le apparenze ingannano… L’affiliazione di Karl al regime dipende dalla severa e costrittiva educazione paterna e la sua convinzione in merito ai dettami del regime è tutt’altro che solida: non solo nutre dei dubbi sul valore dell’ideologia nazista, ma la sua famiglia nasconde anche un pericolosissimo segreto relativo alle origini della sua amata sorella Sigrid.

È proprio riguardo a questo che un uomo misterioso, lontano parente dei Breitfels, inizia a ricattare Karl. E in questo frangente così delicato l’uomo riscopre la profondità dei sentimenti, innamorandosi di una prostituta clandestina. Benché il regime sostenga che "la gioventù deve liberarsi dell'inutile zavorra dei sentimenti che accecano la mente, mimano la razionalità, indeboliscono il carattere e compromettono l'integrità ideologica", Karl viene travolto dalla passione, riscoprendo quella spiritualità che da giovane gli faceva scrivere poesie.

In questo romanzo Helga Schneider, autrice tedesca espatriata in Italia, torna su un tema che le è caro: la vita in Germania durante il Terzo Reich, che ebbe modo di sperimentare durante la sua infanzia (Il rogo di Berlino e Lasciami andare, madre ne sono una vivida testimonianza). Stavolta però la scrittrice sceglie di narrare un’altra faccia dell’epopea nazista, un lato forse poco conosciuto e approfondito del popolo tedesco: quello di chi pur essendo dentro i ranghi non condivideva l’ideologia hitleriana. Come Karl, un nazista poco convinto, approdato nelle SS un po’ per volontà paterna e un po’ per non correre il rischio di arruolarsi; dietro la facciata di buon ariano c’è tuttavia una personalità complessa, incline alla poesia e ai sentimenti travolgenti, che gli anni e le circostanze hanno soffocato. A risvegliare il lato più umano di Karl è una donna – e fin qui niente di strano; ma la sorpresa è che quest’ultima sia una prostituta clandestina, una persona totalmente estranea e contraria all’universo del protagonista.

Questo libro dai personaggi complessi e irrisolti trasmette la sensazione di soffocamento e di conflitto interiore che probabilmente fu proprio di molti tedeschi negli anni della Seconda Guerra Mondiale; l’ambientazione – una Berlino di cui la Schneider trasmette tutto lo squallore – gioca in questo senso un ruolo fondamentale, così come la caratterizzazione dei personaggi, il cui universo interiore, seppure appena tratteggiato, è facilmente intuibile. Nonostante la pesantezza dell’argomento e le atmosfere lugubri (sia quelle esteriori che quelle interiori) L’inutile zavorra dei sentimenti è un libro scorrevole e dalla trama coinvolgente.

L'AUTRICE
La biografia di Helga Schneider è ampiamente nota, come i suoi libri: Il rogo di Berlino, Porta di Brandeburgo, Il piccolo Adolf non aveva le ciglia, Lasciami andare, madre, L’usignolo dei Linke, Io, piccola ospite del Führer. Per Salani ha pubblicato Stelle di cannella (Premio Elsa Morante ragazzi 2003), L'’albero di Goethe, Heike riprende a respirare e La baracca dei tristi piaceri. 

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