Titolo: I cavalieri del Nord
Autore: Matteo Strukul
Editore: Multiplayer
Pagine: 448
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 16,90 €
Recensione a cura di Marika Bovenzi
I cavalieri del Nord è il nuovo romanzo di Matteo Strukul. Un fantasy a cui fa da sfondo un’accuratissima e fenomenale ricostruzione storica: credenze religiose, regime militare e politico, folklore e magia, rappresentano gli elementi clou di questa nuova creatura targata Multiplayer. In un’epoca lontana segnata dai soprusi, tra paesaggi ricoperti di neve, inverni lunghi e gelidi, castelli dall’aria minacciosa, villaggi
impoveriti e messi in ginocchio dalla fame, l’autore sviluppa una storia forte, e attraverso le sue magistrali descrizioni fa si che il lettore entri a contatto con il dolore, la pena, le difficoltà e il terrore che albergavano nell'animo delle genti dell’epoca.
Siamo nel XIII secolo d.C. - in particolare nel 1240 -, tempi in cui le sorti del mondo conosciuto erano nelle mani di sovrani in costante lotta tra loro: da un lato i regni sono messi in ginocchio dalle Crociate, dall’altro la Chiesa Cattolica Romana si presenta come giudiziosa e sanguinaria nel tentativo di estirpare le radici dei culti pagani ancora preesistenti. I protagonisti di questa cruenta e atroce realtà incarnano gli ideali del Bene e del Male: ad uomini cortesi, valenti, guidati dalla fede come l’Ordine dei Cavalieri Teutonici, si contrappone la sfera pagana, giudicata dal bigottismo e dall’ignoranza medievale.
Wolf, un orfano cresciuto e addestrato dai Cavalieri Teutonici, di stanza a Pskov, in Russia, viene assegnato insieme al suo reggimento ad una missione importante come la difesa della lontana roccaforte di Dietrichstein, in Transilvania. Il padre adottivo, Kaspar Von Feuchtwangen, alla testa di settanta cavalieri intraprende un lunghissimo viaggio alla volta di Dietrichtstein, assediata dall’alleanza pagana tra esercito magiaro e i misteriosi guerrieri Cumani. Durante la marcia, l’Ordine si ferma a Bayemburg, villaggio della Livonia guidato da un abate violento, ipocrita e assassino. Qui, Wolf interviene durante il processo di una ragazza, accusata di stregoneria, traendola in salvo e offrendole rifugio tra i ranghi. Nessuno sa nulla di lei, e la sua presenza mette a dura prova l’intero reggimento, compreso l’animo nobile, ardimentoso e tormentato del suo salvatore Wolf, che ben presto scopre l’indole selvaggia e determinata della ragazza, il cui nome è Kira. Nel lungo viaggio verso la città perduta però, non mancheranno morti violente e sanguinose vendette da parte di nemici giurati come Vjsna, creatura malvagia e aggressiva, piena di un odio dettato dal dolore infertole da una società guidata dal regime cattolico; e Kam, misterioso essere dai poteri druidici grazie ai quali comunica con la Natura. Riuscirà l’Ordine a portare a termine la missione? E Wolf darà credito al cuore o alla fede?
Lo stile è elegante, aulico e scorrevole, e caratterizza una narrazione serrata e pregna di dettagli che rende le pagine vive e respiranti. Lo scrittore attraverso gli scenari descritti mette in risalto aspetti dell’Europa Orientale che non tutti conoscono: dalla storia, ai luoghi (oggi) di carattere archeologico, all’ideologia sociale, al modus operandi delle menti medievali. Ho apprezzato tantissimo il connubio magia-realtà storica, e mi complimento con Matteo Strukul per la preparazione e gli studi che ha dimostrato nella stesura di questo romanzo. Da sempre ritengo che ci sia purezza nel modo di scrivere dell'autore e nelle sue storie. Ovviamente a fare da sfondo non mancano tematiche tipiche dell’epoca: la fede incondizionata, gli orrori dettati da false credenze, la fame vista come mostro imbattibile, analfabetismo e malattie, la violenza gratuita, la mancanza della dignità e il coraggio di pochi. Da non dimenticare sono le incantevoli immagini che accompagnano l’intero romanzo: espressive, forti, emozionanti ed entusiasmanti.
A mio avviso un libro emozionante e caratterizzato da una certa poeticità. Lo consiglio? Assolutamente si, e lo annovero già tra i “must read”.
L'AUTORE
Nato a Padova nel 1973, laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti, Matteo Strukul è ideatore e fondatore di Sugarpulp, movimento letterario veneto che ha avuto la benedizione di Joe R. Lansdale e Victor Gischler. Ha esordito nel 2011 con “La Ballata di Mila” (e/o), un romanzo pulp noir ambientato in Veneto con protagonista la bounty hunter Mila Zago, cui hanno fatto seguito “Regina nera” (e/o 2013) e “Cucciolo d’uomo” (e/o 2015). Nel 2014, Matteo ha pubblicato “La giostra dei fiori spezzati” (Mondadori). I suoi romanzi sono tradotti in 16 Paesi nel mondo – fra cui Stati Uniti, Inghilterra, India e Australia – e opzionati per il cinema. Matteo scrive per “il Venerdì di Repubblica.
Autore: Matteo Strukul
Editore: Multiplayer
Pagine: 448
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 16,90 €
Recensione a cura di Marika Bovenzi
I cavalieri del Nord è il nuovo romanzo di Matteo Strukul. Un fantasy a cui fa da sfondo un’accuratissima e fenomenale ricostruzione storica: credenze religiose, regime militare e politico, folklore e magia, rappresentano gli elementi clou di questa nuova creatura targata Multiplayer. In un’epoca lontana segnata dai soprusi, tra paesaggi ricoperti di neve, inverni lunghi e gelidi, castelli dall’aria minacciosa, villaggi
impoveriti e messi in ginocchio dalla fame, l’autore sviluppa una storia forte, e attraverso le sue magistrali descrizioni fa si che il lettore entri a contatto con il dolore, la pena, le difficoltà e il terrore che albergavano nell'animo delle genti dell’epoca.
Siamo nel XIII secolo d.C. - in particolare nel 1240 -, tempi in cui le sorti del mondo conosciuto erano nelle mani di sovrani in costante lotta tra loro: da un lato i regni sono messi in ginocchio dalle Crociate, dall’altro la Chiesa Cattolica Romana si presenta come giudiziosa e sanguinaria nel tentativo di estirpare le radici dei culti pagani ancora preesistenti. I protagonisti di questa cruenta e atroce realtà incarnano gli ideali del Bene e del Male: ad uomini cortesi, valenti, guidati dalla fede come l’Ordine dei Cavalieri Teutonici, si contrappone la sfera pagana, giudicata dal bigottismo e dall’ignoranza medievale.
Wolf, un orfano cresciuto e addestrato dai Cavalieri Teutonici, di stanza a Pskov, in Russia, viene assegnato insieme al suo reggimento ad una missione importante come la difesa della lontana roccaforte di Dietrichstein, in Transilvania. Il padre adottivo, Kaspar Von Feuchtwangen, alla testa di settanta cavalieri intraprende un lunghissimo viaggio alla volta di Dietrichtstein, assediata dall’alleanza pagana tra esercito magiaro e i misteriosi guerrieri Cumani. Durante la marcia, l’Ordine si ferma a Bayemburg, villaggio della Livonia guidato da un abate violento, ipocrita e assassino. Qui, Wolf interviene durante il processo di una ragazza, accusata di stregoneria, traendola in salvo e offrendole rifugio tra i ranghi. Nessuno sa nulla di lei, e la sua presenza mette a dura prova l’intero reggimento, compreso l’animo nobile, ardimentoso e tormentato del suo salvatore Wolf, che ben presto scopre l’indole selvaggia e determinata della ragazza, il cui nome è Kira. Nel lungo viaggio verso la città perduta però, non mancheranno morti violente e sanguinose vendette da parte di nemici giurati come Vjsna, creatura malvagia e aggressiva, piena di un odio dettato dal dolore infertole da una società guidata dal regime cattolico; e Kam, misterioso essere dai poteri druidici grazie ai quali comunica con la Natura. Riuscirà l’Ordine a portare a termine la missione? E Wolf darà credito al cuore o alla fede?
Lo stile è elegante, aulico e scorrevole, e caratterizza una narrazione serrata e pregna di dettagli che rende le pagine vive e respiranti. Lo scrittore attraverso gli scenari descritti mette in risalto aspetti dell’Europa Orientale che non tutti conoscono: dalla storia, ai luoghi (oggi) di carattere archeologico, all’ideologia sociale, al modus operandi delle menti medievali. Ho apprezzato tantissimo il connubio magia-realtà storica, e mi complimento con Matteo Strukul per la preparazione e gli studi che ha dimostrato nella stesura di questo romanzo. Da sempre ritengo che ci sia purezza nel modo di scrivere dell'autore e nelle sue storie. Ovviamente a fare da sfondo non mancano tematiche tipiche dell’epoca: la fede incondizionata, gli orrori dettati da false credenze, la fame vista come mostro imbattibile, analfabetismo e malattie, la violenza gratuita, la mancanza della dignità e il coraggio di pochi. Da non dimenticare sono le incantevoli immagini che accompagnano l’intero romanzo: espressive, forti, emozionanti ed entusiasmanti.
A mio avviso un libro emozionante e caratterizzato da una certa poeticità. Lo consiglio? Assolutamente si, e lo annovero già tra i “must read”.
L'AUTORE
Nato a Padova nel 1973, laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti, Matteo Strukul è ideatore e fondatore di Sugarpulp, movimento letterario veneto che ha avuto la benedizione di Joe R. Lansdale e Victor Gischler. Ha esordito nel 2011 con “La Ballata di Mila” (e/o), un romanzo pulp noir ambientato in Veneto con protagonista la bounty hunter Mila Zago, cui hanno fatto seguito “Regina nera” (e/o 2013) e “Cucciolo d’uomo” (e/o 2015). Nel 2014, Matteo ha pubblicato “La giostra dei fiori spezzati” (Mondadori). I suoi romanzi sono tradotti in 16 Paesi nel mondo – fra cui Stati Uniti, Inghilterra, India e Australia – e opzionati per il cinema. Matteo scrive per “il Venerdì di Repubblica.
PUOI ACQUISTARE IL LIBRO QUI