Recensione: L'USIGNOLO di Kristin Hannah

Titolo: L'usignolo
Autore: Lucinda Riley  
Editore: Mondadori
Pagine: 468
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 19,50 €


Recensione a cura di Eleonora Cocola

Isabelle e Vianne Rossignol sono sorelle, eppure non potrebbero essere più diverse: impulsiva e impertinente la prima, riflessiva e premurosa la seconda. Quando nel 1940 la Germania occupa la Francia, le due ragazze si trovano insieme ad affrontare le difficoltà della guerra, ma è inevitabile che reagiscano in modi completamente diversi. Isabelle, spinta dal desiderio di ribellarsi e fare qualcosa di concreto per il suo Paese, si unisce alla Resistenza, e
finisce per giocare un ruolo di fondamentale importanza nell’aiutare i piloti britannici e statunitensi a essere rimpatriati, accompagnandoli personalmente attraverso le vette dei Pirenei: è quello che verrà chiamato in suo onore "il percorso dell’usignolo".

Vianne invece rimane nella sua casa di campagna, ma anche la sua è una guerra tutt’altro che semplice: non è solo una lotta quotidiana contro la fame e il freddo, ma soprattutto contro il dolore di veder scomparire le persone che ama e il dilemma di trovarsi di fronte a scelte cruciali, che talvolta la obbligano a scendere a dei compromessi per salvare sua figlia; con un tipo di coraggio completamente diverso da quello di sua sorella, anche Vianne fa la sua parte, salvando non solo la sua famiglia ma anche diversi bambini ebrei.

Come altri prima di lei (il paragone con Suite francese, ad esempio, sorge abbastanza spontaneo), Kristin Hannah sceglie di raccontare la storia silenziosa di chi non si trovò a combattere al fronte, ma non per questo si limitò a subire gli effetti della grande storia. Le donne di questo romanzo sono personaggi di una potenza straordinaria, a partire da Isabelle, un’eroina fatta e finita: coraggiosa, impulsiva, innamorata, il dubbio non fa minimamete parte del suo universo, votata com’è al sacrificio. Il personaggio di Vianne è più complesso e controverso, la sua condizione di madre la mette davanti a dilemmi difficilissimi, e nell’affrontarli sta tutto il suo particolare eroismo. Parlando di punti di vista diversi dal solito, altro personaggio degno di nota è il capitano Beck, l’ufficiale tedesco acquartierato a casa di Vianne: anche lui vive la condizione di essere lontano dai suoi cari, e con la donna stabilisce un legame particolare, a metà tra solidarietà e attrazione, che l’autrice descrive in maniera straordinariamente delicata.

La vicenda è senza dubbio coinvolgente – del resto ambientare un romanzo durante la Seconda Guerra Mondiale fa inevitabilmente schizzare alle stelle il livello di drammaticità, e permette di mettere in campo grandi tematiche e di caratterizzare i personaggi facendone emergere tutto il meglio e il peggio; ma Hannah ha il merito di raccontarla in una maniera immersiva, così che sembra di stare nel giardino di Vianne a guardare muoversi nel vento i pezzi di stoffa che ha attaccato all’albero in memoria dei suoi cari perduti, o di seguire Isabelle tra le vette dei Pirenei con le piaghe ai piedi e il freddo nelle ossa. La drammaticità viene spinta un po’ all’eccesso, soprattutto verso la fine, come se all’autrice fosse venuto il dubbio che il libro potesse non risultare abbastanza toccante; ma questo quid di sensazionalismo finale, che in questo caso è un troppo che stroppia, non sarebbe assolutamente necessario: fin dalla prima pagina L’usignolo è una lettura bellissima, estremamente potente ed emozionante.

L'AUTRICE
Kristin Hannah, pluripremiata autrice di più di venti romanzi, è amatissima negli Stati Uniti. Uscito il 3 febbraio 2015, L'Usignolo si è piazzato subito al terzo posto della top ten del "New York Times" dove è rimasto per più di trenta settimane. Ha venduto oltre un milione di copie, è in corso di pubblicazione in trenta paesi ed è stato selezionato tra i cinque migliori libri del 2015 per Amazon. Insomma, ha letteralmente conquistato il cuore delle lettrici, che su Amazon e Goodreads hanno fatto sentire la loro voce attraverso più di trentamila recensioni.

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