Titolo: Io sono vivo, voi siete morti
Autore: Emmanuel Carrère
Editore: Adelphi
Pagine: 351
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo copertina: 19,00 €
Recensione a cura di Eleonora Cocola
Vi è mai capitato di avere un déjà-vu? Di vedere o immaginare chiaramente un oggetto, un luogo, una circostanza, ed essere travolti da un erroneo senso di familiarità, come se si trattasse di un ricordo lontano o delle rimanenze sbiadite di un sogno? Una sera allo scrittore di fantascienza Philip Dick capitò una cosa bizzarra: entrò in bagno, si mise a cercare a tentoni del buio la cordicella della luce, e non la trovò affatto. E questo perché, come gli fece notare sua moglie, nonostante lui fosse fermamente convinto che ci
fosse una cordicella per la luce, in realtà c’era sempre stato solo un banale interruttore.
Ma del resto, a chi non è mai capitato di sentirsi un po' scollato dal mondo reale? Solo che da episodi come questo Dick trasse la convinzione che quella in cui viviamo è una realtà illusoria, o meglio una di diverse realtà possibili. Nel 1977, durante una celebre conferenza al festival della fantascienza di Metz, spiegò che i déjà vu non sono altro che rimanenze di quelle realtà temporali di cui non ci accorgiamo, troppo presi dal mondo fittizio in cui siamo convinti di vivere. E del resto, se fosse stato una persona normale Dick non sarebbe diventato quel prolifico e originalissimo autore di romanzi e racconti di fantascienza che hanno rivoluzionato il genere e segnato la cultura del Novecento.
In Io sono vivo, voi siete morti Carrère, altro pezzo forte della letteratura del nostro tempo, ripercorre la vita e la poetica di uno dei suoi autori preferiti: dalla nascita subito segnata dalla morte – quella della gemella Jane, dal divorzio dei genitori al trasferimento a Berkeley; dalla passione per la musica classica e per le riviste di weird science ai suoi molti matrimoni; dalla scoperta dell’LSD e dei viaggi dell’orrore alla psicoterapia; dalla genesi dei pezzi forti della sua vastissima produzione ai momenti di epifania da cui si svilupparono le sue bizzarre paranoie e le crisi mistiche. Dalla combinazione tra un personaggio sopra le righe come Dick – paranoico, alienato, spesso e volentieri sotto l’effetto di farmaci psicotropi, e un narratore del calibro di Carrère avrebbe potuto nascere un mix esplosivo; per i fan di entrambi l’aspettativa nell’approcciare questa biografia potrebbe essere quella di un’indagine travolgente alla Limonov, capace di far rivivere l’uno portando prepotentemente in primo piano la personalità dell’altro. Invece Carrère mette in questa esaustiva biografia tutta la minuziosa precisione dello storico e tutta la ragionata passione del fan intelligente: senza cadere in facili mitizzazioni si limita a ricostruire e raccontare le vicende personali che portarono alla genesi delle principali opere di Dick – Ubik, La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (da quest’ultimo la nota pellicola Blade Runner), solo per citare le più celebri.
Il pregio della precisione e lo stile piacevolmente piano non bastano a compensare lo scarseggiare di quella – di solito inconfondibile – personalità narrativa tipica di Carrère; è una biografia certamente interessante per i fan di Dick, ma a tratti risulta un po' pesante e in fin dei conti non imperdibile. Per chi non avesse mai letto il celebre autore di fantascienza, questo libro potrebbe essere un modo intelligente, ma certo non semplicissimo, per affrontarne consapevolmente la lettura. Non è un caso che Adelphi abbia deciso di ripubblicare questa biografia, già edita nel 1993: dietro al viaggio alla scoperta di Philip Dick si cela quello di Emmanuel Carrère, grazie al quale l’anno scorso i lettori de Il Regno hanno approfondito le vicende delle prime comunità cristiane, la figura misteriosa di Paolo di Tarso, la crisi mistica e la temporanea conversione a fervente cristiano dell’autore stesso. Niente a confronto della crisi mistica del suo autore di fantascienza preferito, che si convinse di essere in realtà un cristiano perseguitato di nome Thomas. Altro che illuminazione sulla via di Damasco.
Autore: Emmanuel Carrère
Editore: Adelphi
Pagine: 351
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo copertina: 19,00 €
Recensione a cura di Eleonora Cocola
Vi è mai capitato di avere un déjà-vu? Di vedere o immaginare chiaramente un oggetto, un luogo, una circostanza, ed essere travolti da un erroneo senso di familiarità, come se si trattasse di un ricordo lontano o delle rimanenze sbiadite di un sogno? Una sera allo scrittore di fantascienza Philip Dick capitò una cosa bizzarra: entrò in bagno, si mise a cercare a tentoni del buio la cordicella della luce, e non la trovò affatto. E questo perché, come gli fece notare sua moglie, nonostante lui fosse fermamente convinto che ci
fosse una cordicella per la luce, in realtà c’era sempre stato solo un banale interruttore.
Ma del resto, a chi non è mai capitato di sentirsi un po' scollato dal mondo reale? Solo che da episodi come questo Dick trasse la convinzione che quella in cui viviamo è una realtà illusoria, o meglio una di diverse realtà possibili. Nel 1977, durante una celebre conferenza al festival della fantascienza di Metz, spiegò che i déjà vu non sono altro che rimanenze di quelle realtà temporali di cui non ci accorgiamo, troppo presi dal mondo fittizio in cui siamo convinti di vivere. E del resto, se fosse stato una persona normale Dick non sarebbe diventato quel prolifico e originalissimo autore di romanzi e racconti di fantascienza che hanno rivoluzionato il genere e segnato la cultura del Novecento.
Il pregio della precisione e lo stile piacevolmente piano non bastano a compensare lo scarseggiare di quella – di solito inconfondibile – personalità narrativa tipica di Carrère; è una biografia certamente interessante per i fan di Dick, ma a tratti risulta un po' pesante e in fin dei conti non imperdibile. Per chi non avesse mai letto il celebre autore di fantascienza, questo libro potrebbe essere un modo intelligente, ma certo non semplicissimo, per affrontarne consapevolmente la lettura. Non è un caso che Adelphi abbia deciso di ripubblicare questa biografia, già edita nel 1993: dietro al viaggio alla scoperta di Philip Dick si cela quello di Emmanuel Carrère, grazie al quale l’anno scorso i lettori de Il Regno hanno approfondito le vicende delle prime comunità cristiane, la figura misteriosa di Paolo di Tarso, la crisi mistica e la temporanea conversione a fervente cristiano dell’autore stesso. Niente a confronto della crisi mistica del suo autore di fantascienza preferito, che si convinse di essere in realtà un cristiano perseguitato di nome Thomas. Altro che illuminazione sulla via di Damasco.
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