Per essere un’adolescente, Ramona (Elle Fanning) ha le idee molto chiare su quello che vuole: è da quando ha quattro anni che nel profondo sa di essere un maschio, motivo per cui si fa chiamare Ray, e non vede l’ora di cominciare la terapia ormonale che la porterà a realizzare la sua vera identità. Sua madre Maggie (Naomi Watts), accetta completamente sua figlia ed è pronta
a starle vicino nel difficile percorso che la porterà a diventare un ragazzo. Paradossalmente, chi nutre qualche dubbio è la nonna lesbica Dolly (Susan Sarandon), la quale fatica a concepire l’idea di stravolgere il proprio corpo cambiando sesso.
A film iniziato, Ray è già perfettamente consapevole della propria identità, ha già fatto outing informando famiglia e amici e non ha remore – vuole solo cominciare prima possibile la sua nuova vita. La difficile fase di riconoscimento e accettazione della propria identità sessuale è già ampiamente superata, e questo rende possibile spostare il focus su altri aspetti, dando il giusto spazio agli altri personaggi. La scelta di Ray, infatti, finisce per sconvolgere la vita alle due donne che vivono con lei, anche se non necessariamente in senso negativo: Maggie sarà costretta a fare i conti col suo passato tutt’altro che semplice, dovrà mettere in discussione le sue scelte e il rapporto con sua madre e dovrà decidersi ad andare avanti; Dolly, che pur essendo dichiaratamente lesbica è tutt’altro che liberale, dovrà venire a patti col fatto che, nonostante la sua opposizione, sua nipote è determinata portare avanti i suoi progetti: per lei, donna dal carattere forte e autoritario, abituata a una figlia tutt’altro che ribelle, non è facile accettare che Ray se ne vada per la sua strada bypassando senza problemi le sue opinioni.
Dall’altra parte, saltare la parte più drammatica della situazione permette di affrontare il tutto con uno sguardo leggero, nel senso calviniano del termine – non con superficialità ma senza “macigni sul cuore”. L’atmosfera che si respira in questo film è complessivamente leggera, ironica: anche le situazioni più delicate vengono sdrammatizzate con una gag (fantastica quella della reazione di mamma e nonna all’occhio nero di Ray bullizzata). La recitazione delle protagoniste – quattro, volendo menzionare anche Linda Emond che interpreta la compagna di Dolly – è la ciliegina sulla torta che rende questo film magistrale, specie per quanto riguarda Susan Sarandon, che in questa pellicola tira fuori un’ironia alla Maggie Smith davvero irresistibile.