SEMBRA AMLETO
Di e con Francesco Zaccaro
Regia di Ivano Picciallo
Una coproduzione IAC Centro Arti Integrate Malmand Teatro
Scene di Alessandra Solimene
Disegno luci di Joseph Geoffriau
FORTEZZA EST
3-4- 5 novembre 2022 | h. 20:30
Una sedia; una tomba; una montagnola di terra. Un testo dove tutto "sta scritto": l'Amleto. Un'imperfetta ricostruzione del dramma di Shakespeare è necessaria perché l'attore arrivi a concludere il gioco, "togliersi il naso rosso", a morire. Il personaggio muore, non l'uomo, che ha ancora qualcosa da dire alla madre defunta. È a lei, sulla sua tomba, che vomiterà addosso parole segrete, logorate dal buio, insudiciate dai troppi silenzi. Confessa. Il tempo è motore dell’azione scenica: sfalsato, distorto. Amleto conta i minuti alla sua morte, preparando, infine, il suo loculo. La morte è lì davanti che guarda. La sua tomba aspetta che si riempia del personaggio. L’attore in scena detta i tempi di un dramma conosciuto e tenta in maniera svogliata di ripercorrerne i passaggi cruciali. E’ farsa? E’ Grottesco? E’ Clownesco? Tutto è rappresentazione. L’Amleto di Francesco Zaccaro corre su un filo immaginario, sospeso tra realtà e finzione, teatro e rappresentazione, vita e morte, attore e personaggio, cercando come un abile Petit di improvvisare delle evoluzioni:Il filo non è ciò che si immagina. Non è l’universo della leggerezza, dello spazio, del sorriso. È un mestiere. Sobrio, rude, scoraggiante. [Philippe Petit]