Recensione: Copiare/Reinventare. Andrea Cammilleri falsario, di Luca Crovi

Titolo:
Copiare/Reinventare. Andrea Cammilleri falsario
Autore: Luca Crovi
Editore: Oligo
Pagine: 80
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 12,00 €

Recensione a cura di Mario Turco

Alla letteratura, arte della menzogna se ve n’è una, è domandato quasi sempre di dire il vero. Le pretese di oggettività si sono spinte fin oltre la fiction arrivando a lambire anche i territori di genere basati su architrave necessariamente insinceri e che fanno proprio della loro inverosimiglianza la ragion d’essere dei loro sistemi tramici. Così ecco che si è arrivati, ad esempio, a tracciare decine e decine di tour della Sicilia del commissario Montalbano che tra l’immaginaria Vigata e la reale Ragusa (e dintorni) vogliono, omesse le ovvie esigenze turistiche, ad ogni costo mappare e delimitare la mente dell’autore del giallo italiano di maggior successo degli ultimi anni. 


Fortunatamente invece “Copiare/Reiventare. Andrea Cammilleri falsario”, di Luca Crovi, pubblicato da Oligo nell’agile collana Piccola Biblioteca, si situa sin dal titolo esattamente all’opposto di questa esiziale tendenza. Partendo dalla famosa massima di Totò che “inventare è semplice, il difficile è copiare”, questo piccolo e leggero omaggio – chiamarlo saggio sarebbe eccessivo non tanto per l’esiguità delle sue pagine quanto per il rifiuto di una qualsiasi pretesa di scientificità – prova a dare contezza dei giochi fatti da Andrea Cammilleri nella sua inimitabile carriera di contastorie sul falso storico, letterario e perfino esperienzale. In un gioco di scatole cinesi esibito ma in ogni caso affascinante, Luca Crovi ammette di aver copiato l’idea di rintracciare i capisaldi dell’attività di “falsario” del padre artistico di Salvo Montalbano da un convegno tenuto a Parigi da Salvatore Silvano Nigro che per primo raccontò e scovò questa abilità dello scrittore siciliano. Così, potendo anche contare sulla personale collaborazione avviata con Cammilleri e le numerose interviste fattegli per il programma radiofonico Tutti i colori del giallo da lui condotto, Crovi fa esempi specifici di questa “capacità di reinventare i modelli di altri, capacità di imitazione e falsificazione che gli ha spesso permesso in maniera invisibile di riscrivere con la sua voce non opere non sue”. Dal punto di vista letterario vero e proprio i casi, anche se ben circostanziati, sono un po’ pochi: si va dalle confessioni fatte dallo stesso scrittore siciliano (“La concessione del telefono”, “La mossa del cavallo”, “La scomparsa di Patò”) in esergo o in nota ai suoi stessi romanzi, fino a ricostruzioni più complesse che grazie all’ausilio di più fonti forniscono una buona esegesi (“Il re di Girgenti”) del falso d’autore. 


Dal punto di vista più prettamente personale, Crovi riporta la rielaborazione della storia dell’incontro con Simenon durante la permanenza temporanea del padre di Maigret a Milano per la supervisione dello sceneggiato Rai, spesso raccontata da Cammilleri ad amici ed intervistatori col solito brio da trovatore. Ad una più attenta analisi temporale/fattuale si scopre però che la scanzonata notte in giro per la città lombarda dei due pesi massimi del giallo non è mai avvenuta e che probabilmente è il frutto più goloso della smodata passione per l’arte dell’affabulazione dell’autore siciliano. “Copiare/Reinventare. Andrea Cammilleri falsario” ha il difetto di esaurire in questo aneddoto l’apicale riflessione sul binomio vita-immaginazione e, forse per paura di scottarsi con la gravità del tema adombrato, torna presto a tracciare la veloce radiografia delle altre falsificazioni. Il libro sconta inoltre il tono amichevole e fin troppo partecipe della trattazione – la prima persona non solo di Crovi ma anche della prefazione di Giovanni Capecchi e della postfazione di Giuseppe Marci – che non permette ad alcune delle belle intuizioni di trovare se non una sistemazione intellettuale quantomeno una congrua presentazione. Indeciso se fare lo stesso gioco di Cammilleri o limitarsi a celebrarlo (checcè ne scriva Crovi a noi l’esercizio di stile simil-caraveggesco non ci sembra così geniale), “Copiare/Reinventare. Andrea Cammilleri falsario” resta in un limbo d’apatia che al lettore del commissario Montalbano fa venire in mente solo che “cu `un fa nenti `un sbaglia nenti”.

LUCA CROVI è redattore alla Sergio Bonelli Editore, dove cura le serie del commissario Ricciardi e di Deadwood Dick. Collabora con diversi quotidiani e periodici, ed è autore della monografia Tutti i colori del giallo (2002) trasformata nell’omonima trasmissione radiofonica di Radiodue. Per Rizzoli ha pubblicato L’ombra del campione (2018) e L’ultima canzone del naviglio (2020) e Il gigante e la Madonnina (2022). Per Oligo Editore ha curato i testi del volume illustrato da Paolo Barbieri Draghi, dirigibili e mongolfiere. C’era una volta a Milano (2019) e ha tradotto L’Isola del tesoro. Il mio primo libro di Robert Louis Stevenson (2020, a cura di Claudio Gallo) e ha curato il saggio di Giustino Ferri, Dietro le quinte del cinema (con Claudio Gallo, 2021).

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