Recensione: UNDERGROUND - FUGA NEL BUIO (1987)

Settembre 1942. Nel momento in cui il nazismo raggiunge il suo apice, la persecuzione degli ebrei diventa sempre più stringente. Per questo Nachman, Liba e i loro quattro figli maschi sono costretti a nascondersi, in attesa di nuovi sviluppi.
Tuttavia una breve fuga si trasformerà in una vera e propria odissea per la sopravvivenza, tra fame, freddo, paura e continue umiliazioni. Ma riusciranno ad uscirne vivi? Questo dovete scoprirlo da soli.

Underground - Fuga nel buio è un film argentino del 1987 che prende spunto da una storia vera.
Il film racconta l'odissea di questa famiglia di ebrei polacchi costretti a subire le più grandi umiliazioni (come quella di vivere sottoterra) pur di riuscire a sopravvivere, perchè, come detto nello stesso film, in alcuni momenti morire diventa facile, mentre sopravvivere è la vera sfida.

Il film, quindi, al di là dell'ennesima testimonianza sull'orrore dell'Olocausto, da non ripetere mai più in futuro, riesce a comunicare un messaggio di forte attaccamento alla vita, anche quando questo vuol dire usare tutta la propria forza di volontà ed essere pronti a tutto.
Un film realizzato con intelligenza anche a livello tecnico, dove il regista è abile a sfruttare i pochi mezzi a disposizione per creare un clima teso, di attesa, paura e sofferenza, riducendo al minimo le scene d'azione e di violenza.
Underground, inoltre, si avvale dell'ottima prova interpretativa di tutto il cast, in cui i protagonisti comunicano più con gli sguardi che attraverso i dialoghi. Consigliato!

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