Recensione: MIOR di Simon Rowd

Titolo: Mior
Autore:
Simon Rowd
Editore: Electa Young
Pagine: 400
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo copertina: 17,90 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Mior è il secondo volume della trilogia dei Drow, scritta da Simon Rowd. Una serie complessa che mescola l’immaginario fantastico popolato da oscuri elfi a sfumature proprie del mondo sci- fi, come la tecnologia avanzata. Ancora una volta il protagonista è Eric Arden, in apparenza un normale ragazzo che nel volume precedente scopre le sue vere origini ed è costretto ad affrontare la dura realtà. Mior riprende esattamente dal punto dove si è concluso Drow. Ora Eric per sopravvivere è costretto a
nascondersi tra il degrado dei quartieri di Estrielle, dove può dare sfogo al suo lato oscuro, alla violenza e al rancore. In tanti lo credono morto, e in realtà pochi conoscono la verità, come l'amico Jimmy, Luther Evans - capo dei drowhunter - e sua figlia Sophie, da sempre innamorata del protagonista.

Proprio quest’ultima, accecata dai sentimenti e nonostante le reticenze, decide di trovare e riconquistare Eric, anche se a caro prezzo: rivelargli una verità terribile e drammatica che rischia di spezzare per sempre il loro legame. L’animo di Eric si ritrova così diviso a metà: da un lato l'amore profondo che prova per la ragazza, dall’altro la delusione e il risentimento per essere l'autrice di un gesto che ha spazzato via metà del suo mondo. Questa confusione lo porta così ad avvicinarsi a una donna che sente più simile a se stesso, e per la quale prova una grandissima attrazione: la bella e sensuale ex-drowhunter Dana, nonché elfo oscuro di grande carisma. Ma il precario equilibrio raggiunto da Eric è destinato ancora una volta a subire un violento scossone: Arline, la madre che non ha mai conosciuto, si scopre essere viva, ma nessuno sa dove si trovi. Per scoprirlo è costretto a mettere da parte l’orgoglio ferito e rivolgersi a Sophie, che grazie alle sue conoscenze, al suo coraggio e alla sua intraprendenza è l’unica a poterlo aiutare.

Eric, Sophie, Dana e Jimmy scoprono cosi che la scomparsa di Arline è collegata in qualche modo alla lotta tra elfi e drow, la quale nasconde segreti profondi sepolti negli abissi di una prigione sotterranea bruciata tempo addietro, e in cui sono morti tutti i prigionieri tranne uno: Sibil. Scoprire l'identità di questa Sibil, ritrovare la madre e ottenere le informazioni reali sulla lotta diventano priorità assolute per Eric, che dal canto suo non riesce a trovare pace a causa del suo cuore diviso tra la bella e misteriosa Dana e la dolce e intelligente Sophie. Riuscirà Eric a convivere con i drammi del suo passato? E chi sceglierà il suo cuore?

Lo stile utilizzato da Rowd in Mior ha un ritmo frenetico, incalzante, quasi febbrile, e va a delineare una narrazione articolata ed eterogena, caratterizzata ora da colpi di scena, ora da un proscenio di sentimenti romantici. In questo volume, Rowd dà molto più spazio all’azione, e definisce nel particolare personaggi e legami appena abbozzati in Drow. Non a caso, una cosa che ho davvero apprezzato è stata la volontà da parte dell’autore di “dissezionare” in qualche modo l’animo di Eric, e presentarne tutte le sfaccettature: dai timori ai sentimenti d’amore, alla rabbia, alla delusione, alla confusione, al senso di perdita, al calore dato dall’amicizia. Grazie all’adrenalina che permea l’intera storia, le pagine scorrono velocemente e la lettura risulta scorrevole e fluida, giungendo così ad un finale aperto che in qualche modo anticipa già il terzo ed ultimo volume.

Che dire? Ve lo consiglio assolutamente. E ovviamente per chi non l’avesse fatto, consiglio di leggere prima Drow, poiché non sono autoconclusivi.

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