Recensione: La storia della Principessa Splendente, di Ippei Otsuka

Titolo: La storia della Principessa Splendente
Autore: Ippei Otsuka
Editore: Kappalab
Pagine: 151
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo copertina: 15,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Il mondo nipponico da sempre è famoso per le sue fiabe e le sue storie dal sapore antico e quasi etereo. Racconti pregni di valori che, nella loro apparente semplicità, cercano di insegnare al lettore i fondamenti della vita. E proprio a tal proposito non posso non citare La storia della Principessa Splendente, una fiaba mistica che ci spiega l’importanza della gentilezza, dell’altruismo e della comprensione umana. Tutto ha inizio quando un tagliatore di bambù di nome Sanuki no Miyatsuko durante il suo lavoro trova una canna splendente con all’interno una piccola

bambina che decide di portare a casa dalla moglie e in seguito adottarla. 

Grazie a questo incontro fortuito, ogni giorno il tagliatore si imbatte in canne di bambù colme di oro che in poco tempo lo rendono ricco e influente. Nel frattempo, la bambina cresce fino a divenire una giovane donna di una bellezza spettacolare ed eterea. Il suo aspetto fa chiacchierare l’intera nazione tanto che alla sua porta si presentano cinque pretendenti nobili a cui lei affida prontamente delle prove impossibili da superare: il primo dovrà portarle in dono la sacra ciotola del Buddha; il secondo un ramo del leggendario albero dal tronco d'oro e foglie d'argento; il terzo la pelle di un topo di fuoco dalla Cina; il quarto il gioiello dai molti colori posto sul capo di un drago; e infine il quinto la preziosa conchiglia nascosta nella pancia di una rondine. Ovviamente nessuno dei cinque uomini riesce a superare la prova e si arrendono senza insistere. Ma come se non bastasse, la spettacolare bellezza della fanciulla raggiunge addirittura l’imperatore del Giappone che si reca personalmente a casa sua per chiederla in sposa...

Lo stile dell’opera è elegante e il linguaggio forbito e ricco di etimologia nipponica. Per quanto riguarda i personaggi invece, troviamo una netta contrapposizione tra la principessa, un essere fatato, immortale e intangibile; e gli esseri umani quali i genitori, l’imperatore e i pretendenti, che dimostrano qualità tipiche terrestri come l’egoismo, la cupidigia e il materialismo. Personalmente, ho apprezzato quest’opera per la sua semplicità e l’eleganza della fiaba che a tratti ricorda i racconti principeschi occidentali. 

All’interno dell’edizione Kappalab, oltre a La storia della Principessa Splendente potrete trovare Marco dagli Appennini alle Ande, una storia riprodotta in anime dalla Nippon Animation e da Fuji Television e ispirata al racconto di Edmondo de Amicis. Protagonista indiscusso è Marco, un ragazzino genovese che si ritrova all’improvviso spaesato e lontano dalla madre Anna, costretta ad immigrare in Argentina per guadagnare soldi mettendosi al servizio di qualche famiglia benestante. Il ragazzino rimane in Italia con suo padre, un medico, e suo fratello Tonio, entrambi severi e poco inclini alle affettuosità. I giorni passano e Marco sente sempre di più la mancanza materna sopperita solo dalle rade lettere della madre, che però un giorno smettono di arrivare. Il ragazzino angosciato conosce Violetta e la sua famiglia pronti a partire per l’Argentina in cerca di fortuna, e gli viene l’idea di aggregarsi per cercare la donna. Solo dopo una serie di litigi, disguidi e malintesi con suo padre, riesce a partire e a dedicarsi alla ricerca di sua madre scomparsa nel nulla...

Lo stile del racconto è semplice, ma il linguaggio a tratti è semplice e a tratti arzigogolato. La particolarità di questo scritto, a mio avviso, è proprio il protagonista principale Marco, un ragazzino coraggioso e temerario che affronta mezzo mondo pur di ritrovare quella figura che ha sempre accompagnato la sua esistenza fin dalla nascita. Tutto, dunque, è incentrato sull’amore materno, sul sacrificio, sul bene filiale, e sul coraggio nascosto dentro ogni cuore.

Ultimo, ma non per importanza è il terzo racconto intitolato Goshu il Violoncellista, un altro adattamento nipponico dell’opera scritta da Kenji Miyazawa. Tutto è ambientato nei primi anni del ‘900, anni in cui vive Goshu, un violoncellista non tanto bravo che suona nell’orchestra locale. Una sera, durante le prove il direttore perde le staffe azzerandogli il morale e definendolo incapace di poter suonare la sesta sinfonia di Ludwig van Beethoven nel teatro della città. Come per magia, una volta ritornato a casa, alla sua porta si presentano un gatto, un cuculo, un tasso e un topolino, avanzando delle richieste musicali strane per aiutarlo ad esercitarsi.

Lo stile di quest’opera, così come il linguaggio, è semplice e diretto ed accompagna una serie di parole giapponesi che adornano il testo. Il personaggio, Goshu, non ha molte pretese, è un ragazzo sempliciotto e gentile che tenta di sopravvivere in un mondo difficile insistendo e persistendo nelle sue passioni.

In conclusione la raccolta Kappalab è davvero unica e la consiglio a tutti gli appassionati del mondo nipponico.

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