Lo straordinario e il meraviglioso. Riflessioni ed esempi di pedagogia narrativa, di Anita Gramigna

Titolo: Lo straordinario e il meraviglioso. Riflessioni ed esempi di pedagogia narrativa
Autore: 
Anita Gramigna
Editore: Aracne
Pagine: 140
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 10,00 €


Lo scopo di questo libro, che si compone di una parte saggistica ed una letteraria, è quello di proporre una forma – narrativa, appunto – per costruire itinerari di significazione della realtà, proprio a partire dalle più comuni domande dei bambini, intorno al senso delle cose. In fondo, sono le nostre stesse domande che, da sempre, alimentano le interrogazioni dei filosofi. Il testo ci propone un approccio metaforico che nasce da una profonda riflessione sulla bellezza, sul nostro tempo, sul mondo, le carenze, i desideri, le solitudini, i sogni e le speranze. La narrazione, che, a nostro parere, è una forma del pensiero e dunque un principio organizzativo della conoscenza, qui vuole attingere al sentimento del “meraviglioso” che vibra nell’immaginario dei più piccoli, ma che persiste ostinato anche in noi, come testimoniano i sogni, le fantasie, le follie e gli innamoramenti che agitano la vita dei cosiddetti adulti. Il testo si rivolge a quanti cercano risposte non convenzionali alle proprie inquietudini, non certo per appagarne gli interrogativi, quanto per sperimentare prassi di ermeneutica applicata, intorno alle forme interpretative del nostro pensiero. Pertanto, queste pagine di pedagogia narrativa sono dedicate, oltre che ai ricercatori e agli studenti, anche ai genitori, agli educatori e agli insegnanti di ogni “ordine e grado” – come si diceva una volta, con espressione piuttosto antipatica – per suggerire un approccio narrativo all’insegnamento e all’educazione attraverso riflessioni ed esempi.

Anita Gramigna è docente di Pedagogia sociale e Pedagogia della marginalità presso l’Università degli Studi di Ferrara. È inoltre docente del dottorato europeo con menzione di qualità di Huelva e di Granada (Spagna). Collabora attivamente con riviste specialistiche e case editrici di carattere internazionale. È membro del consiglio editoriale della rivista «Ethos Educativo», edita nello stato del Michoàcan (MX), nonché del comitato scientifico per la collana «Biblioteca de Filosofia y Educaciòn», presso la casa editrice messicana Plaza y Valdes. Ha avuto importanti incarichi scientifici e didattici presso prestigiose università straniere, pubblica con regolarità su riviste di alto profilo scientifico. Fra le ultime pubblicazioni in Italia ricordiamo: Diritti Umani. Interventi formativi nella scuola e nel sociale (in collaborazione con M. Righetti), ETS, 2005; Pedagogia Solidale. La formazione nell’emarginazione, UNICOPLI, 2006; Etnografia della formazione (in coll. Con A. Ravaglia), Anicia, 2008; Estetica della formazione (in coll. con M. Righetti e C. Rosa), UNCOPLI, 2007; Democrazia dell'educazione (a cura di), UNICOPLI, 2010; Inquietudini euristiche. Saggi di estetica della formazione (con M. Rigetti), Bologna CLUEB, 2010. La prospettiva cha ha sostenuto il suo progetto di ricerca, fin dall’inizio dell’attività accademica nel 1991, riguarda le emergenze educative, ovvero quell'insieme di fattori, in senso lato sociali, che rendono difficile un intervento formativo o richiedono strumenti di analisi e d’intervento non riconducibili alle prassi più usuali nella scuola, o nelle altre agenzie formative consolidate. L’attenzione costante alle emergenze educative le ha consentito di sviluppare una serie vasta di contatti e di collaborazioni di carattere internazionale, in particolare in Spagna (Università di Valladolid, Granada, Siviglia, Huelva, Barcellona), in Messico (Università di Città del Messico, del Tabasco, dello stato di Michouacan, di Puebla e del Chiapas) e in Brasile (Università di Goiania). Si tratta di realtà diverse, ma dove fattori come l’emigrazione, le minoranze, di vecchie e nuove marginalità, richiedono l’intervento di una pedagogia di frontiera. Il riferimento costante del suo lavoro, sotto forma di ideale regolativo, è, infine, quello della problematicità come impossibilità di racchiudere la complessità dell’esperienza in un sistema, secondo una filosofia che non prescrive ma illumina i problemi concreti e li umanizza, nel senso che richiama l’uomo come individuo e come collettività alle sue responsabilità e al suo impegno etico a trascendere i bisogni e gli scopi della sua individualità. Di qui l’attenzione alle implicazioni etiche della ricerca in educazione che impongono l’opposizione ad ogni dogma e ad ogni unilateralità nella guida della formazione umana, come emerge nel lavoro Semantica della differenza. La relazione formativa nell'alterità (Aracne, 2006).

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