Recensione: Il sapiente furore. Vita di Giordano Bruno, di Michele Ciliberto

Titolo: Il sapiente furore. Vita di Giordano Bruno
Autore: Michele Ciliberto
Editore: Adelphi
Pagine: 812
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo copertina: 22,00 €


Recensione a cura di Mario Turco

C'è un pellegrinaggio non segnato su nessuna guida turistica che alla spicciolata i fautori del libero pensiero hanno compiuto nel corso degli ultimi decenni. Dalle carceri di Tor di Nona, situate vicino a Castel Sant'Angelo, essi vanno in compunto silenzio, guardando di traverso ogni chiesa che incontrano in questo laico pellegrinaggio, fino a Campo de' Fiori per onorare la statua di Giordano Bruno. Il filosofo arso vivo il 17 Febbraio 1600 dalla Chiesa Cattolica per aver proclamato dottrine contrarie alla religione papista fu infatti la vittima più illustre della violenza controriformistica. Se Galileo Galilei se la cavò con l'umiliante abiura che la scienza ancora non perdona alla vecchia nemica invece per l'uomo che aveva rinnegato la tonaca in cui era stato avvolto da studente e sacerdote non c'era possibilità di salvezza. “Il sapiente furore – Vita di Giordano Bruno”, scritto da Michele Ciliberto per Adelphi Editore fornisce la chiave interpretativa più esaustiva sull'impossibilità di tale redenzione.


Nato a Napoli nel 1945 e dal 2002 insegnante di Storia della filosofia moderna e contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Michele Ciliberto ha consacrato una parte consistente della sua vita allo studio della vita e delle opere di Giordano Bruno: oltre ad aver già pubblicato molti testi dedicati al filosofo di Nola, dal profilo per Laterza alla monografia per Mondadori “Giordano Bruno. Il teatro della vita”, fino ai due importanti volumi pubblicati da Storia e Letteratura “Pensare per contrari. Disincanto e utopia nel Rinascimento” e “L’occhio di Atteone”., egli è direttore scientifico dell’edizione delle opere latine di Giordano Bruno per la casa editrice Adelphi e ha coordinato l’enciclopedia “Giordano Bruno. Parole, concetti, immagini”. Con quest'ultimo lavoro, pubblicato dall'Adelphi in una collana con forte tiratura e a prezzo limitato, l'intento evidente è di fornire un pratico riassunto dei suoi studi critici ad un pubblico generalista. Per arrivare più facilmente a larghe fette di lettori Ciliberto mette al centro della sua fatica la biografia di Giordano Bruno, trascritta in maniera classicamente cronologica ma sempre libera di allargarsi a riflessioni di carattere particolare sia sulla sua filosofia che soprattutto sulla sua personalità. Come argomenta egli stesso nella sua Introduzione: “È necessario studiare la vita di Bruno non per un’opzione di carattere letterario o estetico, ma perché questa è la via maestra per poter penetrare in esperienze per le quali la dimensione biografica è la sorgente originaria di intuizioni, visioni, depositatesi poi in testi che oggi si presentano a noi come classici “disincarnati”, “assoluti”. “Il sapiente furore – Vita di Giordano Bruno” mettendo al centro della sua narrazione un soggetto debordante come il Nolano (da Nola, paese in provincia di Napoli in cui nacque), trova senza artifici un ritmo narrativo incalzante che potrebbe farlo diventare un colto best-seller. Da questo punto di vista la dichiarata volontà di asciugare l'apparato bibliografico di riferimento, limitato quasi esclusivamente ai precedenti lavori di Ciliberto, giova alla sua praticità ed allo stesso tempo non lascia rimpianti per gli approfondimenti dato che in piena autonomia consta di 800 pagine. 


In questo sagace accantonamento dell'accademismo l'unica scelta opinabile è quella di lasciare corposi segmenti delle opere latine del filosofo campano non tradotte nemmeno in un'ipotetica Appendice che saranno mal esperite perfino da chi ha studi classici sulle spalle ma non si esercita con la lingua dei papi da quei formativi anni. Il libro richiede quindi una certa cultura umanistica di base considerato che proprio Giordano Bruno per l'elaborazione della sua filosofia si rifece a tradizioni diverse: il materialismo di Lucrezio, averroismo, copernicanesimo rielaborato, lullismo, scotismo, neoplatonismo, ermetismo, mnemotecnica, influssi cabalistici, magia naturale e psicologica (quest'ultimi spiegano il suo successo postumo nelle congreghe massoniche di ogni sorta fino ai Rosacroce). Ciliberto ha comunque l'ulteriore merito di non addentrarsi nelle particolarità delle speculazioni del Nolano insistendo sui suoi macro-temi, in particolare quelli con più originalità e rottura rispetto alla tradizione rinascimentale cui fu contemporaneamente partecipe ed alieno. Molta importanza ebbe infatti la forte convinzione di Bruno di essere un “Mercurio”, e cioè uno di quegli individui dagli “eroici furori” che nella ruota del tempo compaiono in momenti di somma crisi determinando col loro pensiero svolte epocali. Le continue lotte contro i “pedanti”, e cioè i detentori della cultura istituzionale che fondavano il loro potere sull'antichità e il rispetto di regole che un semplice sguardo alla natura bastava a sbugiardare, il carattere non facile ed un'attrattiva fin troppo marcata verso le dispute, fecero sì che la vita del Nolano fosse una continua fuga dalla accademie e dalle religioni di tutta Europa. Anche la scelta finale di non abiurare alle tesi professate, impossibili da accettare per un Papa come Clemente VIII che era salito al trono nonostante tutto con la nomea di essere “amico dei filosofi”, fu vissuto come estremo momento del, come scrive l'autore, “corpo a corpo tra Bruno e Cristo. Perfino il modo in cui morì sul rogo sembra una voluta, consapevole contrapposizione al modo in cui morì Cristo”. - “Certamente voi proferite questa sentenza contro di me con più timore di quello che io provo nell’accoglierla”- aveva detto all'Inquisitore al momento della lettura della condanna, apparecchiando la scena per l'ultimo e più celeberrimo colpo di teatro prima del suo omicidio. Mentre il 17 Febbraio 1600 la pira già cominciava a bruciare gli venne mostrato per un'ultima volta il crocifisso da baciare per ottenere il perdono della Chiesa. Giordano Bruno, secondo un paio di testimonianze attendibili, si girò sprezzantemente dall'altra parte diventando così quello che in fondo, negli ultimi giorni di prigionia, aveva capito di poter essere: un mercuriale martire del libero pensiero a cui tributare profondi onori a distanza di quattrocento anni.

L'AUTORE
Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento e socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, insegna Storia della filosofia moderna e contemporanea alla Scuola Normale Superiore e dirige la rivista “Rinascimento”. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Pensare per contrari. Disincanto e utopia nel Rinascimento (Roma, 2005); Giordano Bruno. Il teatro della vita (Milano, 2007); Italia laica. La costruzione delle libertà dei moderni (Roma, 2012); Rinascimento (Pisa, 2015) Giordano Bruno (Edizioni della Normale, 2019). Ha inoltre diretto le opere Giordano Bruno. Parole, concetti, immagini (Pisa 2014) e Croce e Gentile. La cultura italiana e l’Europa (Roma, 2016).

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