Recensione: Golfo, di Robert Westall

Titolo:
Golfo
Autore: Robert Westall
Editore: Camelozampa
Pagine: 152
Anno di pubblicazione: 2020
Prezzo copertina: 10,90 €

Recensione a cura di Daniela

La famiglia Higgins vive in Inghilterra, il padre è un costruttore in carriera, nonché un appassionato giocatore di rugby, mentre la madre è consigliera della contea, sempre molto impegnata ad aiutare persone bisognose, ma nonostante i numerosi impegni non fa mai mancare nulla alla sua famiglia. Tom, il protagonista di questo romanzo, per sopperire alla mancanza di qualcuno della sua età, si inventa un amico immaginario di nome Mister Figgis. L'arrivo del fratellino Andy, riempie però la vita di Tom che, preso dall'occuparsi di lui, dimentica l'amico immaginario, di cui conserva solo il nome con il quale inizia a chiamare affettuosamente il fratello. Figgis è un bambino estremamente sensibile e questa sua sensibilità si trasforma, in varie occasioni, in un dono empatico, che la sua famiglia, molto superficialmente, identifica come fissazioni. All'età di dodici anni, Figgis inizia ad avere degli strani sogni che si ripetono sempre più spesso, inizialmente Tom si diverte ad interrogare il fratello minore, che, seppur dormiente, fornisce informazioni dettagliate, riferendo di essere un soldato iracheno di nome Latif, in guerra nel Golfo. Durante i sogni Figgis parla una lingua sconosciuta, ma Tom scopre che chiamandolo Latif, esce dalla trance e torna a parlare la lingua madre. I sogni sono sempre più frequenti e ben presto richiedono il ricovero in ospedale, poiché iniziano a compromettere lo stato di veglia del bambino, al punto da costringerlo in uno stato di trance permanente. Con l'aiuto del dottor Rashid si scopre che Figgis parla arabo e durante le sue visite, Tom capisce che il fratello è altrove e vive in prima persona gli orrori della guerra in Iraq, confinato in un punto di non ritorno.


La narrazione avviene dal punto di vista del protagonista, infatti ogni avvenimento ci perviene attraverso la narrazione in prima persona di Tom che sembra l'unica persona ad aver compreso il dono speciale che tormenta la vita di Figgis, fin da piccolo. I genitori, seppur molto attenti alla sensibilità del figlio minore, non comprendono la vera natura delle sue fisse e col passare degli anni subiscono le conseguenze delle tensioni generate. Preziosissimo sarà il contributo del dottor Rashid che, capendo fin da subito la particolarità del suo paziente, rinuncia alla somministrazione di qualsiasi terapia, ma piuttosto asseconda i suoi bisogni fino in fondo. Figgis del resto, ha la capacità di connettersi empaticamente con chiunque, da uno scoiattolo ferito, ad uno stregone nigeriano, ad un bambino etiope che soffre di malnutrizione, dei quali legge semplicemente sui giornali, di conseguenza le terapie conosciute risulterebbero del tutto inefficaci.


Lo scopo dello scrittore, probabilmente, è quello di far vedere la guerra del Golfo anche dalla parte del "nemico" iracheno, affrontando il tema spinoso del razzismo che molto spesso cela due facce della stessa medaglia, bellissima, a questo proposito, la frase dell'autore che recita: "Tutto intorno a noi ci sono dei golfi che separano le persone su sponde opposte. Figgis era l'unico ad aver provato a costruirci dei ponti".

L'AUTORE
Robert Westall (1929-1993) è stato uno dei più acclamati autori inglesi per ragazzi, vincitore di numerosi premi, tra cui la Carnegie Medal per due volte, lo Smarties Prize e il Guardian Prize. Esordisce con Una macchina da guerra nel 1975, dopo aver lavorato come insegnante, critico, giornalista e antiquario. Da allora, pubblica una quarantina di libri, in cui spesso torna il tema della guerra: molti sono ambientati durante il secondo conflitto mondiale, ma solo in Golfo scrive di una guerra in corso durante la stesura del romanzo. Tradotto in 17 lingue, in Italia è pubblicato da Mondadori, Salani, Piemme, Rizzoli: tra i suoi titoli più noti La grande avventura.

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