Recensione: Storie di spettri, di Mary Wilkins Freeman

Titolo:
Storie di spettri
Autore: Mary Wilkins Freeman
Editore: Fanucci
Pagine: 372
Anno di pubblicazione: 2020
Prezzo copertina: 14,00 €

Recensione a cura di Mario Turco

I fantasmi esistono e sono in mezzo a noi. A volte sussurrano da cespugli di rose, altre volte si materializzano come poltergeist in stanze vicino al corridoio, altre ancora si prendono la tua anima se indossi arcani bracciali di giada. Nel mondo di finzione della scrittrice Mary E. Wilkins Freeman (1852 – 1930) i morti interagiscono continuamente con i vivi, ora delicatamente ora violentemente ma rifiutando quasi sempre l'orrore puro per forme di terrore più insidiose perché legate al comune vivere. “Storie di spettri”, edito da Fanucci nella collana Piccola biblioteca del fantastico raccoglie per la prima volta al mondo in un unico volume tutte le storie di fantasmi della scrittrice statunitense scritte in un lungo arco temprale che va dal 1883 al 1918. Questa raccolta di 18 ghost stories tradotte da Eleonora Antonini ed introdotte con puntigliosità da Oriana Palusci è l'occasione perfetta per conoscere anche qui in Italia una preziosa esponente del cosiddetto “female gothic”. 

Lungi da settorializzazioni di genere è innegabile infatti che il contributo offerto da Wilkins Freeman alla macro-categoria dell' horror sia contrassegnato da un'attenzione particolare al mondo femminile. In Storie di spettri sono quasi sempre le donne ad avere incontri con il soprannaturale, sia come soggetti attivi (il vampirismo di Luella Miller) che come vittime di antiche possessioni (il racconto La stanza a sud-ovest). Come efficacemente riassunto da Palusci sin dal titolo del suo saggio Voci femminili nelle caste stregate del New England, l'altra grande peculiarità di queste novelle è il realismo geografico ricercato dalla scrittrice per infondere la maggiore immedesimazione possibile al lettore dell'epoca ma anche a quello odierno grazie all'alto livello descrittivo raggiunto. I fantasmi sono spesso legati ai rituali domestici del rurale Stato nord-orientale degli Stati Uniti – l'amicizia tra le due vicine di casa di Una sinfonia color lavanda – come il tè pomeridiano in una polverosa ma compita abitazione o come le visioni fantasmatiche che si possono sprigionare da una goccia di cristallo di un lampadario atavico ne Il prisma


Seppure non vi sia nemmeno una goccia di sangue nelle quasi 400 pagine della raccolta – d'altronde le ghost-stories spesso non ne hanno – Wilkins Freeman condisce tutti i suoi racconti di una decisa presenza di una dimensione oltre la morte. Ecco allora che la menzione fatta da Howard Philips Lovecraft nella sua rassegna L'orrore sovrannaturale nella letteratura dei racconti di Wilkins Freeman come di “materiale orrorifico di autentica forza” trova davvero la sua ragion d'essere. La morte non è la fine di nulla, le magioni sono infestate da fratelli assassinati (il classicheggiante Le ombre sulla parete) e vampiri e streghe esercitano la loro nefasta arte anche nei paesi di campagna. Per quanto riguarda la figura del succhiasangue il fenomenale racconto Luella Miller che apre la raccolta ne sfuma la classica iconografia – paletti di frassino e morsi sul collo – per un ambiguo e ben più inquietante languore fisico che, facendo propria la lezione del capolavoro Le Horla di Guy de Maupaussant, fa ammalare chiunque abbia a che fare con l'omonima seducente protagonista. Le streghe trovano ancora più spazio in Storie di spettri perché sono usate dall'autrice come specchio della condizione femminile dell'epoca. Qui il femminismo di Wilkins Freeman compie un'interessante operazione che si situa a metà tra la denuncia delle oppressioni dell'epoca ed il recupero di tradizioni ancestrali sempre ribollenti nel calderone di uno stato ultra-cattolico come il New England. Novelle come La figlia della strega e La bambina sulla porta funzionano come preziosi moniti sul persistente grado di condanna che può ancora oggi continuare a marchiare alcune donne nelle campagne infettate dalla superstizione. A chiudere il libro molto bella la scelta del curatore di situare l'atipico Silence che, sebbene abbia solo un labile riferimento al sovrannaturale, rimane un gran racconto a sé stante.

Luella Miller (Luella Miller)
Il vento nel cespuglio di rose (The Wind in the Rose-Bush)
La storia della maestra (The School-Teacher’s Story)
Un tenero fantasma (A Gentle Ghost)
Il fantasma smarrito (The Lost Ghost)
Il prisma (The Prism)
Una melodia lontana (A Far-Away Melody)
Una sinfonia color lavanda (A Symphony in Lavender)
La stanza a sudovest (The Southwest Chamber)
La stanza in fondo al corridoio (The Hall Bedroom)
Il terreno abbandonato (The Vacant Lot)
Le ombre sulla parete (The Shadows on the Wall)
Il bracciale di giada (The Jade Bracelet)
Il dodicesimo ospite (The Twelfth Guest)
La Strega Bianca e i bambini di Polaria (The White Witch)
La figlia della strega (The Witch’s Daughter)
La bambina sulla porta (The Little Maid at the Door)
Silence (Silence)

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...