Recensione: Il fiore di Parigi. Il romanzo di Simone de Beauvoir, di Caroline Bernard

Titolo:
Il fiore di Parigi
Autore: Caroline Bernard
Editore: Tre60
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 18,00 €

Recensione a cura di Daniela

La storia di Simone de Beauvoir è ambientata all'inizio del XX secolo. La protagonista appartiene ad una famiglia francese benestante che viene colpita da problemi economici. Studentessa modello, Simone ama soddisfare la sua sete di conoscenza attraverso i libri e dimentica il mondo che la circonda ogni volta che si immerge in una lettura. Sogna una carriera da scrittrice e questa sua passione influenzerà il rapporto con il padre che, in linea con il pensiero diffuso agli inizi del novecento, aspira ad un buon matrimonio per le sue figlie, non appoggiando di fatto la voglia di emancipazione di cui Simone non ha mai fatto mistero.


Finiti gli studi universitari, Simone ottiene la laurea in Lettere, superando l'agrégation, ovvero l'abilitazione all'insegnamento, favorendo di fatto la sua volontà di realizzazione personale, all'epoca riservata solamente agli uomini, così da inasprire ulteriormente il suo rapporto con il padre. La storia della protagonista, si incrocia con quella di molti artisti e pensatori del tempo, tra cui Lévi-Strauss, Merleau-Ponty e Paul Nizan. Tra le sue numerose amicizie, fondamentale sarà quella con un acerbo Jean-Paul Sartre, che superato l'iniziale conflitto reciproco, diventerà una presenza costante nella vita di Simone, fino al punto di diventare inseparabili. Il loro rapporto sentimentale, cresce ed evolve con loro, seguendo le regole di emancipazione che caratterizzano il nuovo pensiero esistenziale abbracciato da Sartre e pienamente condiviso da Simone, dove vige la libertà assoluta e il rifiuto di ogni vincolo e costrizione. L'amore per la scrittura diventa parte integrante della loro rapporto, fondando le basi per una relazione a trecentosessanta gradi.


Un romanzo tutto al femminile, incentrato sulla vita di Simone de Beauvoir e del suo legame con Sartre. Tratta principalmente del ruolo delle donne all'inizio del XX secolo e della vivace vita sociale che si svolgeva a Parigi, anche durante l'occupazione nazista, dove le condizioni di vita erano completamente diverse ma la voglia di confrontarsi e trovare il proprio ruolo nella società è sempre ben salda. Il libro è scritto in terza persona, utilizzando un linguaggio scorrevole e di facile lettura. La forma narrativa personale pone Simone al centro dell'azione, descrivendo la sua visione delle cose, i suoi sentimenti e le sue aspettative. Simone è una donna lacerata dall'amore per i libri e la sete di conoscenza, che la spingono inesorabilmente verso l'autorealizzazione conflittuale, poiché perennemente in contrasto con il modo in cui la società pensava e agiva in quel momento, soprattutto attraverso il ruolo di donna, ma forse è proprio per questo motivo che Simone ha vissuto una vita piena ed interessante, diventando essa stessa il simbolo dell'emancipazione femminile e quindi l'esempio da seguire che ha ricercato per gran parte della sua esistenza.

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