Recensione: Papiroflessia. Di libri e letture, di Guillermo Basutil

Titolo:
Papiroflessia. Di libri e letture,
Autore: Guillermo Busutil 
Editore: Graphe.it
Pagine: 88
Anno di pubblicazione: 2023
Prezzo copertina: 15,90 €

Recensione a cura di Mario Turco

Con oltre 165 miliardi di visualizzazioni raggiunte, #BookTok è una delle community più vivaci su TikTok. Un nuovo modo in intendere e promuovere la lettura che, oltre ad essere cavalcato ormai anche dalle case editrici che pubblicizzano su questo social i loro prodotti, non è un’anomalia di questi tempi all’apparenza sempre meno illetterati. Sul web infatti da anni profilano con successo siti, blog e pagine che raccolgono in qualche modo l’eredità di questa “letteratura sulla letteratura”, ovvero considerazioni sulla bellezza e la potenza delle parole scritte spesso raggruppate in crestomazie o silloge di aforismi. Piacerebbe molto a questi nuovi canali di divulgazione, e speriamo che davvero possa diventare un trend da cavalcare, allora questo “Papiroflessia. Di libri e di letture”, di Guillermo Busutil pubblicato da Graphe, agile libello che sembra proprio gemmare da questo amore, sincero ma anche pieno di pose, appunto per i libri e le letture. 


Un libro quindi, questo del giornalista e critico spagnolo, che si inserisce appieno nella modalità virtuale con cui si testimonia la propria passione bibliofila ma che allo stesso tempo prova a fornirne un’esperienza più poetica. Come si legge nella quarta di copertina infatti, “la papiroflessia è l’arte di piegare la carta per ottenerne forme tridimensionali” ed è richiamata perché in “queste pagine abitano brevissime meditazioni tutte dedicate alla lettura e all’amore per la scrittura; non veri e propri aforismi, non versi poetici, forse le due cose insieme”. Busutil insomma con questa raccolta di aforismi/versi vuole fornire una sorta di bussolotto di riflessioni, pigiati in poche e all’apparenza estemporanee parole, da cui pescare ogni volta un’illuminazione sempre diversa ed ugualmente sorprendente. Suddiviso in piccoli capitoli tenuti insieme da una labile consonanza tematica – e forse il peso maggiore di questa arrischiata ma coraggiosa operazione editoriale sta proprio nella mancata rielaborazione di un materiale da sbozzare e dalla natura, a dispetto dei tentativi di prenderne le distanze, profondamente epigrammatica -, Papiroflessia. Di libi e letture vuole allora essere un’ancora di meditazioni libresche con cui fermarsi in rada durante il malmostoso trantran quotidiano. È vero che si possono rintracciare alcuni leitmotiv di pensiero e figurativi che ritornano, come nel caso dei frequenti richiami all’importanza costitutiva del linguaggio o alla fenomenologia reale delle parole verbali, ma la loro mancata sistemazione rende questo processo un compito lasciato più al critico che al lettore occasionale. 


In un libro quindi dall’organizzazione così lasca e innervato sulle epifanie delle sue massime a contare è allora la bellezza delle sue singole affermazioni. La media qualitativa è abbastanza alta considerato che la maggior parte sono ottime – “Mettiti in cammino: leggi; ti resta molto da vivere”; alcune sono straordinarie – “La superbia della parole è voltare le spalle”; ed alcune così scontate da poter essere apparse, in forme quasi uguali, in altri progetti simili – “La lettura è la miglior insegnante di ortografia”. Forse la sottovalutazione maggior da parte dello stesso Busutil è la sua capacità di condensare in una straordinaria e positivamente apodittica frase l’intera cifra poetica di alcuni grandi autori di letteratura spagnola, italiana ed europea. Avremmo allora desiderato trovare più aforismi come “Nella sua finestra a Kiev, Lev Shevchenko costruisce una trincea con i libri” oppure “Sui Navigli di Milano Giovanni Raboni aveva la propria isola del sonetto” piuttosto che “La lettura espande i limiti del mondo e della coscienza”. Ottima anche se breve infine la postilla finale di Antonio Castronuovo che riesce a fare una esegesi critica di questo materiale instradandola con metodo nella lettura aforistica, “forma letteraria che per donare sapore reclama la pointe, la conclusiva deviazione formale o contenutistica con cui l’aforista ottiene l’effetto straniante e un po’ impertinente che ha dominato il genere nel Novecento, secolo dal quale Busutil proviene”. Fin troppo personalistica invece la riflessione affidata a Massimo Gatta che però inquadra bene la necessità di un libro come Papiroflessia. Di libri e letture: “Ecco, appunto: è un libro pieno di domande. Un vorticoso, torrenziale, meraviglioso, insaziabile, sconfinato e amorevole libro di domande”.

Opinionista e critico letterario, Guillermo Busutil scrive per La Vanguardia in qualità di critico d’arte, e per le riviste Litoral, El Maquinista de la Generación e Lacalma. Ha diretto la rivista Mercurio facendola diventare una delle più diffuse pubblicazioni letterarie della Spagna. Presente in varie antologie, è autore di numerosi libri, come anche di cataloghi di mostre. Nel 2017, l’Associazione della stampa di Malaga gli ha conferito la Medaglia d’onore per il giornalismo alla carriera e l’Ateneo di Malaga la Medaglia d’oro per la cultura. Nel 2021 ha ricevuto il Premio nazionale di giornalismo culturale da parte del Ministero della cultura spagnolo. È membro della Real Academia de las Buenas Letras di Barcellona.

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