Recensione: SECONDA ORIGINE di Manuel De Pedrolo


TRAMA
Benaura è il piccolo villaggio della Catalogna dal quale prende l'avvio il romanzo. Alba è una ragazza di quattordici anni, Dìdac ne ha appena nove. Le loro vite sono poste di fronte a una prova senza alcun precedente nella storia dell'uomo su questa terra: la quasi totalità della vita è stata sradicata dal pianeta a causa di una catastrofe di origine aliena. I pochi esseri umani che sono sopravvissuti hanno perso il lume della ragione, attaccano invece di comunicare, mordono invece di parlare. La missione che Alba e Dìdac dovranno compiere sarà ripopolare la terra. Seconda Origine è composto da cinque capitoli, intitolati “taccuini”, che descrivono il compito di Alba e Dìdac.

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RECENSIONE
Seconda origine è il libro più famoso dello scrittore catalano Manuel De Pedrolo, sconosciuto in Italia nonostante la sua vasta produzione (oltre settanta romanzi).
Questo romanzo, infatti, è il primo ad essere edito in Italia, 37 anni dopo l'uscita della prima edizione originale, e su questo dato bisognerebbe fare una piccola riflessione; pur non volendo contestare le scelte editoriali delle case editrici faccio fatica a capire come nessuno, in tutto questo tempo, si sia mai interessato a questo libro (misteri dell'editoria!).
La struttura del romanzo, che poi assume quasi i caratteri del racconto, è abbastanza originale; il libro è diviso in cinque "quaderni", corrispondenti ad altrettanti anni della nuova origine ovvero del nuovo mondo dopo il passaggio di misteriose navicelle spaziali che hanno distrutto case e sterminato quasi tutti gli essere viventi. Tra i pochi superstiti, anche se all'inizio pensano di essere gli unici, ci sono Alba, una ragazzina bianca di 14 anni, e Didac, un bambino di colore di 9 anni. La loro sopravvivenza è puramente casuale: Alba si tuffa nella pozza della pescaia per aiutare Didac che sta affogando e quando rimergono il mondo che conoscevano non esiste più. Davanti ai loro occhi si presenta uno scenario apocalittico: morti e devastazione.
Tuttavia i due ragazzi non si lasciano prendere dallo sconforto o dalla pazzia e cercano subito di organizzarsi per iniziare una nuova vita, per dar vita ad una nuova origine.
Il primo quaderno, infatti, è quello della distruzione e della salvezza. Alba e Didac decidono di fuggire dalla città e rifugiarsi nei boschi, per non rischiare di prendere qualche malattia dovuta alla presenza dei numerosi cadaveri. Qui troveranno una grotta che diventerà la loro nuova casa.
Questa prima parte sembra riprendere un pò i temi del capolavoro di Daniel Defoe ovvero Robinson Crusoe;  come Robinson nell'isola anche Alba e Didac, in questo nuovo mondo, saranno costretti ad adattarsi per riuscire a sopravvivere, cercando di sfruttare tutte le risorse a loro disposizione.
Nel secondo quaderno, invece, la loro situazione migliorerà notevolmente grazie al ritrovamento di una masseria intatta, dove poter vivere, e all'intraprendenza nell'attività agricola. Tutto questo fino all'incontro con un essere misterioso che stravolgerà nuovamente la loro esistenza e convincerà i due ragazzi ad abbandonare la terra natia.
Arrivati in una Barcellona apocalittica, solo silenzio e devastazione, decideranno di contribuire a questa "nuova origine" salvando la memoria del passato: migliai di libri, custodi della storia e della cultura dell'uomo.
Il quarto quaderno, invece, è quello della partenza e dell'amore. I due ragazzi, oramai diventati adulti a causa delle circostanze, decideranno di intraprendere un lungo viaggio in barca, per scoprire se ci sono altri sopravvissuti, durante il quale scopriranno l'amore e bellezze naturali straordinarie.
Il frutto del loro amore si chiamerà Mar e a lui, Alba e Didac, affideranno la speranza per il futuro, prima di un finale inatteso.
Questo è in breve il percorso che compiono i due protagonisti, in un viaggio che è contemporaneamente scoperta e formazione.  
Seconda origine è un inno alla vita, all'amore e alla natura. A livello tematico, infatti, l'autore realizza una prospettiva tanto cara a Rousseau, un ritorno a quello stato di natura, tanto auspicato dal filosofo francese, per dar vita ad un nuovo mondo. E in questa nuova realtà la natura diventa il fulcro principale di una rigenerazione universale. Non a casa i due protagonisti penseranno a coltivare la terra per riuscire a sopravvivere. Ma la natura non viene vista solo come fonte si sopravvivenza; l'esaltazione delle bellezze naturalistiche di Capri o la vista estasiata della sommità dell'Etna, sono un messaggio chiaro dell'autore per valorizzare quando di più bello la natura ci regala.
Non è un caso nemmeno la scelta di protagonisti provenienti da etnie diverse; Alba è bianca mentre Didac è un bambino di colore. Il nuovo mondo ha bisogno di una fratellanza tra gli uomini e di un superamente di meri limiti mentali e culturali.
Ed infine la vita: la nascita di Mar significa speranza, futuro, prosperità.
Un romanzo breve ma intenso, capace di coinvolgere il lettore e di tenerlo incollato fino alla fine.
La struttura utilizzata, sotto forma di diario, rende la lettura scorrevole, favorita anche da un linguaggio semplice e, per questo, molto adatto alle nuove generazioni (da sottolineare anche una buona traduzione).
A mio avviso l'unico appunto che si può fare, e che pregiudica il massimo dei voti, è la brevità della storia (che sembra più un racconto). Questo se da una parte rende scorrevole l'opera, dall'altra lascia poco spazio ai sentimenti dei due protagonisti. In tal senso manca un pò quella profondità psicologica che avrebbe reso il romanzo ancora più interessante.
A parte questo mi sento comunque di consigliare il romanzo a tutti e, in particolare, ai lettori più giovani.

VOTO 4/5

Titolo: Seconda origine
Autore: Manuel De Pedrolo (traduzione di Patrizio Rigobon)
Editore: Atmosphere Libri
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 10,50 €
Sito internet: http://www.atmospherelibri.it/web/index.cfm?box=news&azione=view&idnews=3ABAB012-4FE7-41B7-BE0713C868A55C65

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