Titolo: Lo spettro
Autore: Jo Nesbø
Editore: Einaudi
Pagine: 568
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 19,00 €
Autore: Jo Nesbø
Editore: Einaudi
Pagine: 568
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 19,00 €
Sono passati tre anni da quando Harry Hole è andato via. Via da
Oslo, via dalla Centrale di polizia, via dalla donna che ha amato
e ferito troppo, e troppe volte. Ma dai suoi fantasmi no, da quelli
non è riuscito a fuggire: l'hanno inseguito a Hong Kong e ora lo
reclamano, e Harry non può non rispondere, non può non tornare.
Oleg, il figlio di Rakel, il ragazzo che lui ha cresciuto come fosse
anche figlio suo, è in carcere. Accusa: l'omicidio di Gusto Hanssen,
il suo migliore amico. Movente: secondo gli investigatori, un
regolamento di conti nel mondo della droga. Ma Harry non ci crede.
Oleg, il suo Oleg, il bambino che lo teneva per mano e lo chiamava
papà, può essere diventato un tossicodipendente, ma non
un assassino. E a lui non resta che correre a casa, correre contro
il tempo, in cerca di una verità diversa da quella già decretata.
Una verità che si nasconde tanto nelle maglie dei sentimenti piú
profondi che legano le persone, quanto nei quartieri dello spaccio,
con l'ombra misteriosa di un nemico inafferrabile che lo vuole morto.
Jo Nesbø è nato a Oslo nel 1960, da una
famiglia di scrittori, lettori e cantastorie.
Prima di abbracciare il suo destino e diventare
il piú grande autore di crime norvegese si è
cimentato in mille mestieri. Ha giocato a calcio
nella serie A del suo paese, ha lavorato come
giornalista freelance, ha fatto il broker in
borsa. Cantante e compositore, si esibisce
tutt'oggi regolarmente con la band norvegese
dei Di Derre. Ha scritto qualcosa come quindici
libri, spaziando dal giallo alla letteratura per
l'infanzia, con esiti spesso geniali. Il leopardo (Einaudi, 2011 e 2012)
è l'ottavo capitolo della serie che ha come
protagonista Harry Hole, detective specializzato
in omicidi seriali, e che ha sancito il successo
internazionale di Nesbø. Nel 2012, sempre per Einaudi Stile libero, è uscito Lo spettro. Delle sue opere sono
state vendute,
in tutto il mondo, piú di nove milioni di copie.
I suoi romanzi precedenti sono stati pubblicati
in Italia da Piemme.
Titolo: Il sono il Libanese
Autore: Giancarlo De Cataldo
Editore: Einaudi
Pagine: 136
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 13,00 €
Autore: Giancarlo De Cataldo
Editore: Einaudi
Pagine: 136
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 13,00 €
Roma, primi anni Settanta.
Il Libanese è un ragazzo di strada.
Ha un sogno: diventare il re della Roma criminale.
Ma la scalata è dura, quando sei nato nei vicoli
e i tuoi unici alleati sono il cervello e il coltello.
Giada è una ragazza dei quartieri alti.
Anche lei ha un sogno: cambiare il mondo.
Sono destinati a incontrarsi, scontrarsi,
perdersi, ritrovarsi. Ma è piú facile
cambiare il mondo che uno come il Libanese.
Giancarlo De Cataldo è nato a Taranto e vive
a Roma. Per Einaudi Stile libero ha pubblicato:
Teneri assassini (2000); Romanzo criminale (2002); Nero come il cuore (2006, il suo romanzo di esordio); Nelle mani giuste (2007); Onora il padre. Quarto comandamento (2008) ; Il padre e lo straniero (2010); con Mimmo Rafele, La forma della paura (2009), Trilogia criminale (2009) e I Traditori (2010). Ha curato le antologie Crimini (2005) e Crimini italiani (2008). Suoi racconti compaiono anche nelle antologie The Dark Side (2006) e Omissis
(2007). Dopo la fortunata versione cinematografica di Michele Placido,
tra il 2008 e il 2009 Sky ha mandato in onda una serie tv ispirata a Romanzo criminale.
Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato, con Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli, Giudici (2011).
Nel 2012, sempre per Einaudi Stile libero, è uscito Io sono il Libanese.
Titolo: I complici
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Pagine: 158
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 17,00 €
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Pagine: 158
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 17,00 €
Sin dalla prima volta in cui Joseph Lambert ha visto la faccia di
Edmonde nel momento del piacere (con le narici contratte «come quelle di
una morta», e il labbro superiore rialzato a scoprire i denti «in una
smorfia di sofferenza che non somigliava per niente a un sorriso»), lei
ha smesso di essere una efficiente, taciturna, un po' stolida
segretaria, ed è diventata la sua complice. Fra loro è nata un'intesa
che non è né amore né passione, ma piuttosto la condivisione di un gioco
segreto. E quando, una sera, guidando a zig-zag con la sinistra mentre
tiene la destra tra le cosce di lei, Lambert sente dietro di sé il
claxon disperato di un pullman e lo vede poi schiantarsi contro un muro,
non pensa neppure a fermarsi. Si limita a gettare un'occhiata, nello
specchietto retrovisore, all'immenso rogo che ha provocato. Poche ore
dopo apprenderà che, di quei quarantasette bambini che tornavano dalle
vacanze, una sola è sopravvissuta. Ma chi può sapere che è lui il
colpevole? Colpevole di che cosa, oltretutto? E agli occhi di chi? Di
suo fratello, un uomo così «saggio, equilibrato, immune da passioni
pericolose»? O di sua moglie, che per via delle numerose «scappatelle»
gli nega l'accesso al proprio letto? O degli amici con cui gioca a
bridge la sera al caffè? Esseri mediocri, che lui disprezza. Come in
fondo disprezza la sua stessa vita. Se proverà a sviare da sé i sospetti
sarà solo per poter ritrovare, ancora una volta, Edmonde, per «scoprire
in lei quello che aveva cercato a tentoni per tutta la vita».
Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha
lasciato centonovantatré romanzi pubblicati sotto il suo nome e un
numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi,
oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è
protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e
il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di
Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per
scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti
e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un
maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande
romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura
francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di
Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro
moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
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