Recensione: FLIGHT (2012)

Whip Whitaker (Denzel Washington), dopo una notte brava trascorsa in compagnia di una hostess, si appresta a pilotare il SouthJet 227 per un classico volo di linea. Al suo fianco il giovane e inesperto co-pilota Ken Evans (Brian Geraghty).
Dopo una partenza burrascosa, a causa di una perturbazione, il volo sembra procedere in modo lineare, fino a quando, poco prima della discesa, la situazione precipita e pilotare l'aereo diventa impossibile.
Tuttavia Whip, grazie ad una manovra improbabile, riesce a fare atterrare l'aereo, scongiurando così un disastro e limitando il numero delle vittime a sei passeggeri, tra cui l'hostess con il quale aveva trascorso la notte.
Finito in ospedale, Whip, considerato un eroe dalla stampa, fa la conoscenza di Nicole (Kelly Reilly), una giovane tossica.
Uscito dall'ospedale, il pilota inizierà una relazione con la ragazza, decisa a cambiare vita, e contemporaneamente sarà costretto ad affrontare un delicato processo per scagionarsi dalla pesante accusa di aver pilotato l'aereo sotto l'effetto di alcol e droghe.


Flight è un viaggio intenso e toccante nella vita di un uomo distrutto da un problema che non vuole riconoscere. 
Whip Whitaker, infatti, è un buon pilota, ma anche un alcolizzato e un drogato, abbandonato dalla famiglia e costretto a vivere nella menzogna, incapace di accettare i propri problemi e farsi curare. Un personaggio intepretato in modo sontuoso da Denzel Washington, che offre una prova attoriale tra le più importanti della sua carriera.
Ma Flight è anche il viaggio nell'America degli eroi e dei colpevoli, dei redentori e dei peccatori, alla ricerca di una fede tanto avversata quanto necessaria per giustificare la fatalità degli eventi e i fallimenti della propria vita.

  
La storia è costruita e gioca tutta su un'ambiguità (o paradosso se vogliamo), ovvero se sia giusto premiare un pilota per una manovra eccezionale, con la quale ha salvato la vita di tanti, o condannarlo per gli eccessi della sua vita privata, addebitandogli la colpa per la morte dei sei passeggeri.
Un dubbio che finisce per intrecciarsi con gli interessi privati della compagnia aerea e con la voglia mediatica di trovare un colpevole a tutti i costi, come spesso accade nelle tragedie.
Sullo sfondo anche la storia d'amore con Nicole che diventa l'alter ego del protagonista; malata ma consapevole della necessità di chiedere aiuto

 
L'esperto Robert Zemeckis (Cast Away, Forrest Gump, Ritorno al futuro) dirige con maestria un cast di tutto rispetto, nel quale spiccano, oltre a Denzel Washington e Kelly Reilly, John Goodman (stravagante e divertente spacciatore), Don Cheadle (avvocato difensore di Whip), Tamara Tunie (hostess particolarmente credente), Bruce Greenwood (amico di Whip).

A livello tecnico i primi 15-20 minuti del film, ovvero fino allo schianto dell'aereo, sono straordinari, con l'adrenalina che sale a livelli altissimi e la paura che ti scuote nel profondo, facendoti attorcigliare lo stomaco.
Infatti anche per chi non ha paura di volare è davvero impossibile rimanere indifferenti a quella lunga e sconvolgente sequenza, tanto che per qualcuno sarà molto difficile rimettere piede su un aereo dopo la visione del film. Siete avvertiti!!
Poi i ritmi si abbassano notevolmente ed escono fuori i risvolti psicologici della storia, costruita con la tensione di un thriller e l'intimità del dramma personale.
 
Flight, dunque, è un film intenso che suscita emozioni diverse e fa riflettere. Da vedere.

USCITA CINEMA:
GENERE: Drammatico
REGIA: Robert Zemeckis
SCENEGGIATURA: John Gatins
ATTORI: Denzel Washington, James Badge Dale, John Goodman, Don Cheadle, Bruce Greenwood, Kelly Reilly, Melissa Leo, Nadine Velazquez, Rhoda Griffis, Tamara Tunie, Brian Geraghty, Garcelle Beauvais, Adam Tomei
FOTOGRAFIA: Don Burgess
MONTAGGIO: Jeremiah O'Driscoll
MUSICHE: Alan Silvestri
PRODUZIONE: Paramount Pictures, Parkes/MacDonald Productions
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
PAESE: USA 2012
DURATA: 138 Min
FORMATO: Colore 

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