"Sacco bianco, sacco nero" di Stella Diluiso
31 dicembre 2019. Sono qui in terrazza, imbacuccata contro
il freddo della notte, mentre aspetto il fatidico scoccare del primo minuto del
nuovo anno, quando le speranze della gente esploderanno nei gioiosi fuochi di
capodanno: botti forti da tutte le parti, un arcobaleno di giochi pirotecnici, cani
che abbaiano spaventati chiedendosi quanto pazzi possano essere gli umani,
gente che brinda e si saluta: «Buon anno, che sia migliore di quello passato». Sicuramente
potrebbe essere migliore. Ma è proprio tutto da buttare o qualcosa si può
conservare? Preparo il mio sacco nero: ci metterò quello che voglio gettare.
Preparo anche il mio sacco bianco con tutto quello che voglio tenere, stretto
nei miei ricordi.
Gennaio 2019 – Girellando
in biblioteca trovo sullo scaffale un libro che mi incuriosisce, “Le lacrime
del lago Tai” di Xiaolong Qiu, e decido di prenderlo in prestito. Un bel libro
certamente, ma quello che mi affascina è il messaggio recondito dell’autore. Le
acque dell’immenso bacino, che erano famose per la loro purezza, sono ormai
ricoperte di alghe tossiche, a causa degli scarichi industriali delle numerose
fabbriche, sorte, sulle rive dello specchio d'acqua a seguito della tumultuosa
crescita economica cinese. Gli abitanti della zona sono impossibilitati ad utilizzarle
per i normali consumi umani, molti sono affetti da allergie e malattie varie
dovute all’inquinamento. Cerco su Google notizie e foto e rimango inorridita:
una distesa melmosa di alghe verdi, che rendono difficile lo spostamento delle
imbarcazioni. Un’immagine satellitare mostra un territorio circostante
fortemente urbanizzato ed un lago che ha perso lo splendore azzurro dell’acqua
per virare verso varie sfumature di verde fino ad un cupo marrone sporco. Leggo
di un inquinamento dei terreni circostanti da cadmio, mercurio e piombo, di
alte concentrazioni di questi metalli nel riso e nelle altre coltivazioni. In
un articolo si riporta una prima tiepida indagine, nel 2013, del ministero
della protezione ambientale che ammette l’esistenza di “villaggi del cancro” nella
zona prospiciente il lago. Solo nel 2013, perché prima il problema era oscurato
dal segreto di stato. Metto nel sacco nero la stupidità umana, di coloro che in
nome del dio denaro dimenticano di valutare le conseguenze per il futuro e per
le generazioni successive. Metto nel sacco bianco la storia di Wu Lihong, un ex pescatore della zona che,
per aver reso pubblico il misfatto ambientale, ha trascorso cinque anni in
carcere. Quando denunciò gli scarichi abusivi di impianti chimici, fabbriche
tessili e laboratori di ceramica, fu condannato con l'accusa di «divulgazione
di notizie contrarie agli interessi nazionali» e, in cella di isolamento, fu
picchiato e torturato. Esistono ancora gli eroi!
Febbraio 2019 .-
Entrando in ufficio avverto nell’aria un clima di tensione, in silenzio mi
siedo alla mia postazione di lavoro, mentre aspetto l’evolversi degli eventi.
Entra come una furia il capufficio e si rivolge urlando alla mia collega: «Sei
proprio una stupida. Ma cosa ti viene in mente? Non hai ancora capito che gli
straccioni devi metterli alla porta?» La mia collega rimane immobile al suo
posto, non dice una parola, ma non abbassa gli occhi. «E togliti quello sguardo
cretino dalla faccia!» Un dirigente che non rispetta i dipendenti, che invece
di valorizzare le loro capacità li aggredisce verbalmente, merita di essere
messo tra le cose da buttare. Conservo con piacere il self control della mia
collega e la sua capacità di mantenere intatta la sua dignità di lavoratrice.
Marzo 2019 - Nonostante
sia domenica, mi alzo presto ugualmente perché voglio vedere l’alba: il cielo
si schiarisce pian piano e si diffonde un colore lattiginoso. Poi le nubi, nel
cielo, cominciano ad assumere colori rossastri, che presto diventano arancione
e oro, mentre si intravede un primo spicchio di sole. Una meraviglia! È proprio
vero che alcune delle cose più belle della vita non costano niente. Ho deciso:
nel tardo pomeriggio osserverò il tramonto sul fiume, appoggiata alle spallette
del ponte per vedere gli arabeschi di luce che danzano sull’acqua e stanotte
scruterò le stelle, la cintura di Orione sopra la mia testa, Cassiopea e l’Orsa
Minore più a nord, immaginando i miliardi di anime che hanno popolato il
pianeta nei secoli e che ora vagano serene nello spazio infinito, sospinte dal
vento astrale. Sognerò modi lontani e strabilianti!
Aprile 2019 – Scoppia
un incendio a Notre Dame de Paris: le televisioni riportano le immagini
sconvolgenti del fuoco che avvolge la guglia fino a farla crollare; crollano anche
il tetto e una parte della volta, la navata centrale è a cielo aperto. Ma la
vecchia signora resiste: si salvano la struttura e la facciata medioevale. Butto
via le spaventose immagini dell’incendio e conservo il ricordo dell’ammirazione provata quando, anni fa, ho
potuto entusiasmarmi davanti a questa meraviglia dell’ingegno umano.
Maggio 2019 – Partecipo
ad un concorso letterario ottenendo la menzione d’onore, perciò, con gioia, mi
reco all’evento di premiazione. Un bravo interprete legge il racconto che si è
classificato primo. Parla di una staffetta partigiana e di un soldato tedesco
con cui, in qualche modo riesce a comunicare, con quella tenerezza che
coinvolge molti dei poveri diavoli, costretti dalla fame di potere dei
governanti a fare guerre non volute e riconoscere come nemici quelli che, in
altre circostanze, riconoscerebbero come fratelli. Ed è proprio il giovane
soldato tedesco che salva la piccola staffetta partigiana, quando, ad un posto
di blocco, viene fermata da un suo compatriota che avrebbe certamente trovato
nel suo cestino, sotto il cibo che fingeva di portare alla nonna, i dispacci da
recapitare ai partigiani della zona. «La conosco, non ti preoccupare, fa tutti
i giorni questa strada per assistere la sua vecchia che è inferma». Perfino
l’attore, commosso, non riesce a leggerlo fino in fondo. Scoppia un applauso
fragoroso. Metto nel mio bianco sacco la bravura dell’autore, capace di
trasmettere un forte messaggio di
fratellanza e di rifiuto della guerra. E già che ci sono ci metto anche il
ricordo di una giuria che, al contrario di altre, in concorsi letterari a cui
ho partecipato, ha saputo premiare davvero la migliore opera (che non è la
mia…).
Giugno 2019 – Prime
giornate di mare. Passo il week end crogiolandomi al sole, mi godo i bagni
rinfrescanti, le lunghe giornate e i tramonti fantastici. Nel sottofondo, le
piccole onde che si infrangono sulla battigia, creano una dolce e rilassante
colonna sonora. Sono felice.
Luglio 2019 –
“Sea-Watch, Carola Rackete è libera: « Sono molto commossa per la solidarietà
espressa nei miei confronti da così tanta gente ». Gip annulla l'arresto: «Agì per
portare in salvo i migranti».” (Tratto da “La Repubblica” del 02/07/2019).
Onore alla
coraggiosa capitana che, obbedendo alla legge del mare, ha salvato tante vite
umane, pur sapendo che le sue azioni avrebbero potuto procurarle gravi
conseguenze personali.
Il suo volto sereno,
di quella serenità che può darti solo la certezza di essere salda nelle tue convinzioni, resterà tra i miei ricordi più belli. Sono contenta che, ancora
una volta, sia una donna a ribadire che gli umani possono definirsi tali solo
se sanno fare propri i concetti che, nella storia, hanno portato allo sviluppo
e alle grandi conquiste: solidarietà, fratellanza, altruismo, rifiuto della
violenza e della guerra.
Agosto 2019 – Il
figlio di un noto politico si fa un giro sulla moto d’acqua della polizia,
guidata da un agente adibito alla scorta del leader. Beato lui! Piacerebbe
tanto anche a me.
Continuano le indagini per il reato di bancarotta
fraudolenta ed emissione di fatture false di noti personaggi vicini alla
politica.
Appropriazione indebita di fondi donati ad organizzazioni
“No profit” e destinati all’assistenza all’infanzia in Africa, da parte dei
titolari di note associazioni che avrebbero dovuto, invece, assistere i deboli
e i derelitti.
Traffico di influenze illecite, rivelazione dei segreti
d’ufficio, corruzione e turbativa d’asta, pressioni indebite per alterare le
gare d’appalto: ma di quanti reati sono capaci i ricchi e i potenti? Butto
tutto nel sacco dell’immondizia, felice di essere una persona qualunque, che
vive col proprio stipendio, guadagnato lavorando onestamente.
In questo caldo mese di agosto, arriva anche la crisi di
governo. Sono molto dispiaciuta nel constatare che, a così breve distanza dalle
ultime elezioni politiche, venga sfiduciato uno tra i più amati, a detta dei
sondaggi, Presidenti del Consiglio che l’Italia ha avuto dal dopoguerra ad oggi
e mi auguro che possa essere richiamato a formare un nuovo governo, perché
quello che la gente vuole è stabilità ed emanazione di leggi che salvaguardino
gli interessi dell’intera collettività e donino uguale dignità a tutti i cittadini
di ogni età e censo. “…quando si assumono incarichi di governo bisogna essere
consapevoli delle responsabilità che ne conseguono, e occorre evitare di farsi
condizionare dai sondaggi… c'è gran bisogno di politica con la P maiuscola, che
significa capacità di progettare il futuro…” Ben detto Presidente! Parole da
conservare con cura: una nota positiva in questo infausto mese d’agosto.
Settembre 2019 – Nella
ricorrenza del crollo delle torri gemelle, giornali, riviste, tv locali e
nazionali pubblicano articoli su articoli. Sono d’accordo: è stato un
avvenimento epocale.
Ma io voglio ricordare, anche, altri “11 settembre” che mi
hanno particolarmente colpito.
1973: colpo di stato in Cile. Il generale Pinochet, alla
guida dell'esercito, cinse d'assedio il Palazzo Presidenziale con le truppe e
bombardò con i caccia la “Moneda”. Il presidente Allende, imbracciando un
fucile mitragliatore, si accinse a difendere, con gli altri, la sede del
governo, ma quando, a seguito degli attacchi, si sviluppò un incendio che la
rese indifendibile, invitò tutti i collaboratori ad uscire, restando solo come
un capitano che affonda con la sua nave. Seguì una dura repressione, con l’arresto
di circa centotrentamila persone e gli stadi trasformati in campi di
concentramento, dove si perpetravano torture, stupri e omicidi, la scomparsa di migliaia di persone, oggi noti
come “desasparecidos”. Fu la tragedia di un popolo intero.
E un altro 11 settembre, questo assai lontano nel tempo,
voglio ricordare.
Roma, anno 1599. Nonostante le ripetute richieste di
clemenza che gli giunsero da più parti, il Papa Clemente VIII ordinò l’esecuzione,
mediante decapitazione, di Beatrice Cenci, accusata di parricidio. Ampia eco
aveva ricevuto la sua storia di giovane fanciulla, incarcerata nella rocca di
Petrella Salto e ripetutamente stuprata da un padre violento e vizioso. Si dice
che la determinazione del Papa a non usare indulgenza fosse dovuta al desiderio
di accaparrarsi il ricco patrimonio terriero della famiglia Cenci. La
popolazione romana assistette commossa all’esecuzione. Fu un undici settembre
di sangue, a Roma, poiché nella calca ci furono svariati morti, taluni travolti
nella ressa, altri caduti nel Tevere ed affogati, qualcuno morto per
insolazione nel caldo torrido di quell’estate senza fine. Oggi Beatrice è
ricordata come il simbolo di una giustizia che, sanzionando la colpa, risulta,
invece, ingiusta verso le vere vittime. Butto via la spregiudicatezza dei
potenti che si nascondono dietro una cortina di legalità per soddisfare la loro
fame di ricchezza, metto nel mio bianco sacco la pietà del popolo romano che
accompagnò le sue spoglie fino al luogo di sepoltura e che oggi la ricorda con
una targa in Via Monserrato che recita:
“DA QUI
OVE SORGEVA IL
CARCERE DI CORTE SAVELLA
L’11 SETTEMBRE 1599
BEATRICE CENCI
MOSSE VERSO IL
PATIBOLO
VITTIMA ESEMPLARE DI
UNA GIUSTIZIA INGIUSTA”
Ottobre
2019 – Leggo sul giornale che a Pavia, in una scuola elementare la maestra
nota, sul corpicino di una sua piccola alunna, i segni di ripetute percosse.
Osserva il comportamento della bambina: tende a isolarsi, piange spesso, cerca
aiuto dall’insegnante. E lei capisce di trovarsi di fronte ad una situazione
familiare difficile. Come giusto, la docente si rivolge al dirigente
scolastico, per segnalare il caso e perché vengano presi gli opportuni
provvedimenti. Ma si scontra con il più assoluto silenzio da parte di chi
avrebbe dovuto farsi carico del caso. Perciò decide di agire in autonomia,
denunciando la cosa alle forze dell’ordine. Con la conseguenza che viene sanzionata: sospesa dal servizio e dallo
stipendio, per un giorno, con la seguente motivazione “L’insegnante ha violato
il segreto d’ufficio, assunto una condotta non conforme alle responsabilità e
ai doveri inerenti il ruolo, creando un danno d’immagine all’istituto”. Butto
via l’assurdo comportamento del preside: una società incapace di difendere i piccoli, è una società senza futuro.
Metto nel sacco bianco il coraggio della maestra capace di prendere decisioni
davanti ad una situazione umanamente intollerabile, anche rimettendoci
personalmente!
Novembre 2019 - Risultati preoccupanti dal rapporto OCSE
sull’istruzione: uno studente su venti non è capace di distinguere tra fatti ed
opinioni leggendo il testo di un argomento non troppo familiare, uno su quattro
ha difficoltà ad identificare l’idea principale di un testo e a collegare tra
loro le informazioni provenienti da fonti diverse. Il numero dei laureati tra i
19 e i 64 anni si attesta sul 19%, contro una media Ocse del 37%, l’Italia è
uno dei paesi in cui più alto è il numero dei ragazzi che non studiano, non
lavorano, né fanno percorsi di formazione. Di chi è la colpa se molti dei
nostri ragazzi non hanno un futuro? Sono davvero d’accordo con quella
sindacalista che, intervistata in proposito dichiara: «Fino a quando la politica continuerà a essere miope e a considerare le
voci di bilancio riguardanti l’istruzione come una spesa, invece che come un
investimento, al nostro paese mancheranno basi solide su cui costruire il
futuro».
Butto via la miopia
politica di una classe politica, incapace di comprendere che gli investimenti
più fruttuosi, per un paese moderno e ricco, sono quelli fatti nel mondo della
formazione e della cultura, perché ritornano sempre con gli interessi.
Dicembre 2019 – Scoppia
il fenomeno delle sardine.
Sardina Pilchardus è un pesce, comunemente presente nel mar
Mediterraneo, soprattutto nell’Adriatico. Vive, in ogni stadio della vita, in banchi
molto fitti e disciplinati, composti da centinaia o migliaia di individui. “Si
tratta di un efficace e astuto meccanismo di difesa nei confronti dei
predatori: tutti insieme riescono ad avvertirne la presenza molto meglio che
singolarmente, e possono fare in modo di confonderli improvvisando un'apertura
del gruppo a ventaglio o a fontana per poi richiudersi immediatamente alle loro
spalle, o di fuggire disperdendosi in varie direzioni che li disorientano.”
(tratto da https://www.focus.it/ambiente/animali/perche-i-pesci-formano-banchi).
Ovvero: gli umani che osservano la natura e gli animali,
posso, da essi, imparare molto. Per esempio che l’unione fa la forza, al di là
di qualsiasi posizione politica. Mi reco in piazza, dove il movimento ha
organizzato una manifestazione, perché voglio osservare da vicino le persone
che hanno aderito a questo evento, per conoscerne la tipologia e, magari,
carpire qualche commento che ne esprima le aspettative. Mi ritrovo, stretta
stretta, proprio come una sardina nel suo banco, tra circa quarantamila persone
di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali. Nonni coi nipotini, mamme con
figli ancora in carrozzina, gruppi di studenti, perfino persone diversamente
abili che si muovono con le stampelle. Nessuna bandiera, nessuno slogan, solo l’immagine
di quei piccoli pesci che hanno saputo dare una lezione agli umani. Più che una
manifestazione di piazza, sembra una grande festa. "Via
le bandiere, non vogliamo la politica", dice uno degli organizzatori al
microfono. "Siamo stanchi dell'odio, non ci combattiamo tra di noi".
Metto il tutto tra i bei ricordi di questo 2019.
31 dicembre. Sono qui in terrazza, imbacuccata contro il
freddo della notte. Scocca la fatidica mezzanotte e la festa esplode
incontenibile. I fuochi d’artificio gareggiano con lo splendore delle stelle,
si avverte prepotente un’aria di festa e di speranza. Tra il rumore degli
scoppi e i brindisi rumorosi dei miei vicini di casa, butto dalla finestra il
mio funesto sacco nero: inquinamento, danni ambientali, distorta visione della
vita politica, ingiustizie e prevaricazioni sul posto di lavoro e nei confronti
dei più deboli e indifesi. Conservo nel mio cuore l’eroismo, la bontà, la
capacità di lottare uniti per la pace e la giustizia di tante persone comuni,
di quelli che interpretano nella loro quotidianità il vero concetto di umanità.
Conservo anche, con gioia, tutta la bellezza che la natura sa offrirci. Il
mondo è bello, nonostante…! Stappo lo spumante e mi unisco alla festa
collettiva: buon anno a tutti.