Recensione: L'ultima estate in paese, di Simonetta Tassinari

Titolo
: L'ultima estate in paese
Autore: Simonetta Tassinari
Editore: Corbaccio
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2024
Prezzo copertina: 20,00 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

"L'ultima estate in paese" di Simonetta Tassinari è ambientato in un piccolo paese montano del Molise durante l'estate del 1975. La trama si sviluppa attorno all'arrivo di Pierre Duchamp, un giovane architetto belga, che giunge in paese alla ricerca delle sue origini. Pierre è cresciuto in un orfanotrofio vicino a Liegi e l'unica traccia della sua famiglia è un manuale di puericultura italiano, stampato proprio in quel paesino. Questo misterioso collegamento lo spinge a piantare la sua tenda ai confini del parco pubblico, sperando di svelare i segreti legati alla sua nascita. Il paese, con le sue dinamiche chiuse e sospettose, accoglie Pierre con una gentilezza apparente, ma dietro la cortesia si cela un misto di diffidenza e paura. Solo cinque liceali del luogo, affascinati dall’aura di avventura che Pierre porta con sé, decidono di avvicinarsi a lui e di aiutarlo nella sua ricerca. Grazie a loro, Pierre comincia a scoprire frammenti di una storia inquietante, risalente al febbraio del 1946, quando una corriera carica di famiglie di emigranti siciliani dirette in Belgio si fermò nel paese. Da quel momento, le tracce dei due siciliani scesi dalla corriera si persero, ma il loro passaggio lasciò un segno indelebile nella memoria della comunità. L'indagine di Pierre e dei ragazzi rivela una verità sconvolgente, che lega indissolubilmente il presente con un passato oscuro, influenzato dalle difficoltà del dopoguerra. Il romanzo scava nelle pieghe della memoria collettiva, svelando i lati più oscuri della vita di provincia e come questi eventi abbiano forgiato le dinamiche sociali del paese.


Lo stile di Tassinari è caratterizzato da una narrazione delicata e introspettiva, in grado di evocare con intensità l'atmosfera degli anni Settanta e il senso di inquietudine giovanile. Il romanzo esplora il rapporto tra passato e presente, con una scrittura capace di fondere il realismo delle vicende personali con il mistero e il non detto che avvolge le storie di provincia. Le tematiche principali affrontano l'identità, il confronto con le proprie radici e il passaggio all'età adulta, mentre i personaggi, soprattutto i giovani liceali, sono ritratti in un delicato equilibrio tra la voglia di avventura e la paura dell'ignoto. Tassinari riesce a dipingere con maestria il contrasto tra il desiderio di fuga e l'attaccamento a un luogo che sembra immutabile, ma che nasconde segreti profondi e dolorosi. In conclusione, "L'ultima estate in paese" è un romanzo che mescola storia e suspense, creando un affresco emotivo di grande potenza. La scoperta di Pierre e dei suoi giovani amici di un passato dimenticato invita i lettori a riflettere sul peso delle radici e sull'importanza di fare i conti con i fantasmi del passato.

Simonetta Tassinari è nata a Cattolica ed è cresciuta tra la costa romagnola e Rocca San Casciano, sull’Appennino. Vive da molti anni a Campobasso, in Molise, dove ha insegnato Storia e Filosofia in un liceo scientifico. Quando non è impegnata a insegnare o a occuparsi di giardinaggio, scrive saggi di argomento storico-filosofico e romanzi, fra cui, pubblicati da Corbaccio, oltre a L'ultima estate in paese, La casa di tutte le guerre, Le donne dei Calabri di Montebello, vincitore del premio Città di Como sezione Edito Narrativa e del premio San Domenichino, e Donna Fortuna e i suoi amori, che è entrato nella selezione del Premio Strega 2023 e ha vinto il premio letterario Lago Gerundo. Abita in campagna con la famiglia, parecchi gatti e un cane.

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