A pochi giorni dall'uscita del suo ultimo romanzo, l'intervista alla scrittrice Corinne Savarese

Intervista a cura di Marika Bovenzi

Ciao Corinne, benvenuta su Libri&Cultura. Siamo onorati di poter chiacchierare con te. Potresti raccontarci qualcosa di te? Chi è Corinne Savarese?

Prima di tutto concedetemi di ringraziarvi per avermi permesso di essere vostra ospite e l’onore è il mio. Di me, cosa posso dire? Nata a Milano, sono sposata e ho 4 figli che mi tengono super impegnata. Scrivo solo di notte e uso la scrittura come mezzo terapeutico per parlare di ciò che mi fa paura, o che occupa buona parte dei miei pensieri. Mi sembra ieri, di aver cominciato, eppure sono passata per 3 romanzi in self publishing, uno a quattro mani con la collega Lidia Ottelli, e due editi da Rizzoli. Sono nata come autrice di chicklit, raccontando storie di vita quotidiana in maniera

paradossale con un velo di ironia e sarcasmo, ma dentro di me c’è sempre stato il desiderio di portare un messaggio di positività e così sono finalmente arrivata a La libreria dei piccoli segreti, il mio settimo romanzo pubblicato. 

Da pochi giorni è stato pubblicato La libreria dei piccoli segreti, da dov’è nata l’idea di questo libro? Da cosa sei stata ispirata?

Dal desiderio di portare un messaggio che faccia sentire bene i miei lettori, come un senso di pace interiore che si ha guardando un bellissimo paesaggio, o quella sensazione di appagamento dopo una cioccolata calda in pieno inverno. In realtà non mi ha ispirata nulla, è stato come un fulmine a ciel sereno. Cercavo una nuova trama e all’improvviso sono rimasta folgorata. È stato amore a prima vista. L’ho cullato dentro di me per quasi un anno, perché a causa del terremoto, di cui sono stata testimone, non sono riuscita a scrivere, quindi ho sfruttato quel tempo per creare a tutto tondo ogni personaggio: la loro storia, il loro modo di pensare, il passato, il contesto sociale. Non è stato semplice affatto

Vari sono i personaggi all’interno della nuova storia, e tutti con un bagaglio emotivo profondo. Chi è che ti rappresenta di più?

Be’, ovviamente Aurora. Lei, attraverso le fiabe porta il suo messaggio, che è in fondo il mio. La sua profonda empatia, è la mia. Il suo modo di approcciarsi agli altri, di leggere dentro le persone, di sentirle… sono io. Come spiegavo poco fa, quando costruisco un romanzo, mi piace creare dei personaggi realistici, come se stessi plasmando qualcosa che prenderà vita e mi terrà compagnia in quest’avventura. Conosco il loro modo di pensare, di vestire, di agire, di parlare, perché sono io ad averlo disegnato per loro. E alla fine, nella mia testa, prendono vita per davvero e mi trovo spesso a immaginarli in vari contesti, come se fossero miei amici e sapessi di loro vita, morte e miracoli. 

Una particolarità del romanzo sono le fiabe che la protagonista racconta ai bambini: qual è la tua fiaba personale, quella che ricorderai per tutta la vita?

Sono legata personalmente a varie delle fiabe che vengono raccontate nel romanzo. Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, per esempio, la porto nel cuore come il libro di favole che leggevo ai miei figli in vacanza prima di andare a dormire. Mi divertivo a recitare con diversi accenti e dialetti i vari personaggi e ci siamo divertiti un mondo. Tuttora anche loro lo ricordano come un libro meraviglioso per le emozioni che avevamo vissuto tutti insieme ogni sera. La storia del soldatino di piombo e della ballerina me la raccontava sempre mia nonna quando ero piccola, così come anche Pinocchio.

Se dovessi consigliare 5 fiabe, quali sarebbero?


Io sono una di quei bambini del libro che è cresciuta senza le fiabe della buonanotte. Ho vaghi ricordi delle vacanze estive con mia nonna, quando ero piccola e quelli erano gli unici momenti in cui mi venivano raccontate. Avevo però un giradischi portatile con parecchi dischi di fiabe dei Fratelli Grimm. Ricordo perfettamente Pollicino, Hansel e Gretel, Il pifferaio magico, Il gatto con gli stivali… non posso dirvi quali siano le migliori, queste sono quelle che hanno un posto speciale nel mio cuore insieme a quelle già sopra citate.

La protagonista principale Aurora, è una donna che possiamo definire fragile e forte allo stesso tempo. Cosa ti ha spinto a creare un personaggio simile?

Aurora è la donna dell’appartamento accanto. Quella che si è appena trasferita e nessuno ancora la conosce. Potrei essere io, potresti essere tu. Ognuno di noi ha un bagaglio colmo di insicurezze, di paure, che condizionano il nostro comportamento e il modo di approcciarci al prossimo. Troppo spesso ce ne dimentichiamo, ma siamo il frutto del nostro passato. Ho voluto creare un personaggio che facesse sentire i lettori come essere presi per mano e accompagnati durante tutta la lettura e oltre.

Le tematiche come la storia, lasciano intuire mesi e mesi di dura ricerca. Quanto lavoro di background e quanto tempo ti è costato scriverlo?

Sì, per quasi un anno, a causa dello shock per il terremoto, non sono riuscita a scrivere, così ne ho approfittato per costruire e definire perfettamente tutta la storia. Non è stato facile affatto. Essendo un romanzo corale, con molti personaggi, riuscire a intrecciare tutte le storie, dare a ognuno di loro un background credibile e che si adattasse al tipo di fiabe che avevo in mente di raccontare, ha richiesto un lungo lavoro e pagine intere di appunti. Ho scelto di partire dalle fiabe, dal loro significato psicologico, e da quelle poi ho accostato delle problematiche familiari nelle quali ognuno di noi potesse ritrovarsi. Ho poi voluto intervallare i capitoli del presente e del passato di Aurora, svelando il suo personaggio piano piano, con i flashback che raccontavano di un’Italia straziata dai disastri degli ultimi anni, come le inondazioni in Liguria, il terremoto di Amatrice, e quelli tra Marche e Umbria, la slavina di Rigopiano. Queste ricerche mi hanno messa a dura prova. Un caro amico faceva parte dei soccorsi in loco, a Rigopiano. Ho avuto modo di farmi raccontare di prima mano l’esperienza terrificante che è stata, e ho voluto riportarla così, proprio come l’avevo sentita sulla mia pelle durante le sue parole straziate. Se per costruirlo nella mia testa ci ho messo parecchi mesi, per via del trauma, scriverlo è stato come un fiume in piena. Credo che la stesura di tutto il romanzo mi abbia portato via 4 mesi all’incirca.

Tre aggettivi per descrivere la tua nuova creatura…

Struggente, magico, empatico. 

E ora… siamo curiosi riguardo i tuoi precedenti lavori: tra Cara cognata ti odio; Finché suocera non ci separi; Una str…ega sotto l'albero; (Es) senza di te e Mr. Cupido, qual è il tuo preferito? E quale personaggio ha tutta la tua simpatia?

Questo non si fa però eh… chiedere a una mamma di scegliere tra i suoi figli… ma farò un’eccezione. È difficile, lo ammetto. Probabilmente se dovessi scegliere per le emozioni che provavo mentre lo scrivevo, direi (Es) senza di te. Mi sembrava di essere lì, in Provenza, in mezzo a quei favolosi campi di lavanda profumata. La goffaggine di Juliette è così assurda, mentre compie i suoi esperimenti sul campo alla ricerca dell’essenza perfetta che faccia inginocchiare ogni uomo ai piedi di una donna, che ispira tenerezza. Non posso neanche dimenticare Rebecca, in Mr Cupido. Lei, convinta di essere una sorta di Bridget Jones intrappolata in un enorme Truman show, all’inseguimento del suo ex, che l’ha mollata all’altare con gli aguzzini alle calcagna che li minacciavano di morte. Le emozioni più grandi, però, senza dubbio me le ha date La libreria dei piccoli segreti.

A Corinne Savarese quando non è una scrittrice o una mamma, cosa piace fare nel tempo libero?

Mi piace stare in mezzo alla natura. Molto spesso, per inspirare la mia vena artistica, prima di scrivere ogni capitolo, prendo la macchina e mi faccio portare per lunghe passeggiate tra le colline umbro/marchigiane, con la musica in sottofondo, e allora la mia mente viaggia. Torno a casa con il capitolo in tasca. Mi piace molto cucinare, e guardare gli altri cucinare. Mi piace leggere, ovviamente, guardare serie tv in lingua originale. Adoro viaggiare e appena posso, lo faccio. Ho imparato a lavorare all’uncinetto guardando tutorial su Youtube e quando sono nervosa o ho bisogno di rilassarmi inizio qualche nuova creazione. Le figlie ringraziano: si ritrovano ogni volta vestiti o accessori nuovi e io ritrovo la mia pace.

Quali sono i tuoi autori del cuore?

Ci sono degli autori che compro a scatola chiusa. Tra queste posso certamente nominare Anna Premoli, Cassandra Rocca e Sophie Kinsella.

Sappiamo anche che sei una korean skincare addicted, quali consigli daresti a chi vuole provarla per la prima volta?

Be’, direi prima di tutto di informarvi bene sui prodotti, la loro efficacia e la tipologia di pelle che avete, in maniera da fare acquisti mirati per un migliore successo. Io seguo i dieci step della skincare e ne sono innamorata. È come una coccola che mi faccio ogni sera prima di andare a dormire. Non siate pigre, dieci step fanno paura a sentirsi, ma in realtà sono molto veloci da eseguire. Provateci, non ne rimarrete deluse!

Corinne ti ringraziamo di cuore per averci permesso di avere uno spiraglio sul tuo mondo, ma prima di salutarci, c’è qualcosa che vorresti dire ai tuoi lettori o a chi andrà ad approcciarsi per la prima volta al tuo romanzo? 

Grazie a voi e ai vostri lettori per avermi ospitata e per il tempo che mi avete dedicato. Voglio lasciarvi con la citazione di Rina, la centenne saggia del romanzo. Il suo personaggio è stato ispirato dalla prozia di mio marito, che ha 102 anni.

Si dice che il Signore mandi il freddo a seconda dei panni, lo sai che cosa vuol dire? Che lui lo sa quanto sei in grado di sopportare, e poi manda piccoli aiuti quando la fatica diventa troppa per resistere. Aiuti che possono prendere la forma di un arcobaleno dopo la tempesta, un gattino che ti fa le fusa o di una persona che ti conforta con una parola o una carezza. Piccoli messaggi che ti riempiono il cuore e aiutano ad andare avanti. Angeli custodi messi lì apposta perché si possa infine rialzare la testa.

Aprite il vostro cuore e lasciatevi avvolgere dalla magia di Aurora.

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