L'amico fedele - Sigrid Nunez (Garzanti)
Karen Blixen era convinta che si potesse rendere tollerabile ogni sofferenza inserendola in una storia, come se le parole fossero un balsamo che lenisce ogni ferita. Ma è davvero così? C’è solo una persona cui la protagonista del romanzo potrebbe chiederlo, una sola persona di cui si fiderebbe: il suo più vero e caro amico. Ma non può farlo. Troppo tempo è passato da quando si sono conosciuti, lui professore di un corso di scrittura e lei la sua studentessa più promettente. Quelle lezioni le hanno aperto un mondo fatto di libri. Le hanno insegnato che nessuna pagina scritta è mai sprecata perché, anche se non funziona, si può trarne un insegnamento. Le hanno impresso nella mente le parole di Rilke: se si riesce a vivere senza scrivere, allora meglio non fare lo scrittore. Poche ore nelle aule dell’università e i due sono diventati inseparabili. Un’amicizia che si è nutrita di sapere, pensieri e poesia. Ed è a questi ricordi che la protagonista si aggrappa di fronte all’eredità inaspettata che lui le ha lasciato: un simpatico e ingombrante alano. Perché il professore era d’accordo con Kundera – le relazioni tra umani e animali sono idilliache – e forse aveva ragione anche in questo. Forse dietro quel regalo si nasconde qualcosa. O forse l’amore merita sempre una possibilità. Perché più il tempo passa, più la natura di ciò che la legava all’amico assume forme diverse, sopite, mai confessate. Chissà se è arrivato il momento di dare vita al romanzo che non ha mai avuto il coraggio di scrivere.
Una famiglia ricca e impeccabile. Una villa da sogno su un’isola privata. Un amore proibito. Un incidente. Un vuoto di memoria. E un segreto… che non dovrebbe mai venire alla luce. "L’estate dei segreti perduti" è un romanzo che ti cattura con la sua atmosfera sospesa, tra amore e mistero, amicizia e bugie. Un libro da leggere tutto d’un fiato. E se qualcuno ti chiede come finisce… menti.
Karen Blixen era convinta che si potesse rendere tollerabile ogni sofferenza inserendola in una storia, come se le parole fossero un balsamo che lenisce ogni ferita. Ma è davvero così? C’è solo una persona cui la protagonista del romanzo potrebbe chiederlo, una sola persona di cui si fiderebbe: il suo più vero e caro amico. Ma non può farlo. Troppo tempo è passato da quando si sono conosciuti, lui professore di un corso di scrittura e lei la sua studentessa più promettente. Quelle lezioni le hanno aperto un mondo fatto di libri. Le hanno insegnato che nessuna pagina scritta è mai sprecata perché, anche se non funziona, si può trarne un insegnamento. Le hanno impresso nella mente le parole di Rilke: se si riesce a vivere senza scrivere, allora meglio non fare lo scrittore. Poche ore nelle aule dell’università e i due sono diventati inseparabili. Un’amicizia che si è nutrita di sapere, pensieri e poesia. Ed è a questi ricordi che la protagonista si aggrappa di fronte all’eredità inaspettata che lui le ha lasciato: un simpatico e ingombrante alano. Perché il professore era d’accordo con Kundera – le relazioni tra umani e animali sono idilliache – e forse aveva ragione anche in questo. Forse dietro quel regalo si nasconde qualcosa. O forse l’amore merita sempre una possibilità. Perché più il tempo passa, più la natura di ciò che la legava all’amico assume forme diverse, sopite, mai confessate. Chissà se è arrivato il momento di dare vita al romanzo che non ha mai avuto il coraggio di scrivere.
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L'amico fedele, diretto da Scott McGehee, David Siegel, con Bill Murray, Naomi Watts e Cloé Xhauflaire. Al cinema dal 5 giugno
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Mani nude - Paola Barbato (Piemme)
Quando viene rapito, una notte di ottobre, Davide ha sedici anni, un corpo già da giovane uomo, una testa ancora da ragazzino. Il cassone del camion in cui lo gettano è il primo ring sul quale, nel buio pesto, è costretto a difendersi da un avversario ignoto. Difendersi fino a uccidere. Solo più avanti ci saranno gli spettatori, quelli che vogliono vedere due uomini combattere a mani nude per guardarne uno vincere. E l'altro morire. Incontro dopo incontro, Davide – che ora si chiama Batiza – vince e sopravvive con il corpo, perde e muore nell'anima. Solo il cuore alimenta ancora la speranza nella possibilità di un riscatto, di un affetto, di un legame che lo tiri fuori di lì.
Quando viene rapito, una notte di ottobre, Davide ha sedici anni, un corpo già da giovane uomo, una testa ancora da ragazzino. Il cassone del camion in cui lo gettano è il primo ring sul quale, nel buio pesto, è costretto a difendersi da un avversario ignoto. Difendersi fino a uccidere. Solo più avanti ci saranno gli spettatori, quelli che vogliono vedere due uomini combattere a mani nude per guardarne uno vincere. E l'altro morire. Incontro dopo incontro, Davide – che ora si chiama Batiza – vince e sopravvive con il corpo, perde e muore nell'anima. Solo il cuore alimenta ancora la speranza nella possibilità di un riscatto, di un affetto, di un legame che lo tiri fuori di lì.
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Mani nude, diretto da Mauro Mancini, con Alessandro Gassmann, Fotinì Peluso e Francesco Gheghi. Al cinema dal 5 giugno
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L'uomo seme - Violette Ailhaud (Playground)
Alla fine dell'Ottocento, nel sud della Francia, un villaggio perde tutti i suoi uomini per colpa della guerra, e allora le donne rimaste stipulano un patto tra loro. Il primo uomo che passerà, se lo divideranno per ridare vita al villaggio.
Alla fine dell'Ottocento, nel sud della Francia, un villaggio perde tutti i suoi uomini per colpa della guerra, e allora le donne rimaste stipulano un patto tra loro. Il primo uomo che passerà, se lo divideranno per ridare vita al villaggio.
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The Sower, diretto da Marine Francen, con Pauline Burlet, Géraldine Pailhas e Alban Lenoir. Al cinema dal 5 giugno
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L'estate dei segreti perduti, serie tv su Amazon Prime dal 18 giugno
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Il maestro e Margherita - Michail Bulgakov (Feltrinelli)
"Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell'inesistenza di Dio. Il neovenuto non è di questo parere... Ma c'è ben altro: era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione in un capitolo che è forse il più stupefacente del libro... Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme. I fatti che accadono sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica... Un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione... È qui che Bulgakov si congiunge con la più profonda tradizione letteraria della sua terra: la vena messianica, quella che troviamo in certe figure di Gogol' e Dostoevskij e in quel pazzo di Dio che è il quasi immancabile comprimario di ogni grande melodramma russo." (Eugenio Montale)
"Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell'inesistenza di Dio. Il neovenuto non è di questo parere... Ma c'è ben altro: era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione in un capitolo che è forse il più stupefacente del libro... Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme. I fatti che accadono sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica... Un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione... È qui che Bulgakov si congiunge con la più profonda tradizione letteraria della sua terra: la vena messianica, quella che troviamo in certe figure di Gogol' e Dostoevskij e in quel pazzo di Dio che è il quasi immancabile comprimario di ogni grande melodramma russo." (Eugenio Montale)
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Il maestro e Margherita, diretto da Michael Lockshin, con August Diehl, Yuliya Snigir e Evgeniy Tsyganov. Al cinema dal 19 giugno
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Bambi. Storia di una vita nel bosco - Felix Salten (BUR)
La celebre storia del capriolo che perde la mamma è entrata nell’immaginario culturale dell’Occidente come favola per bambini grazie al successo della trasposizione cinematografica di Walt Disney nel 1942. Ma a ben leggere l’opera dello scrittore ebraico-ungherese Felix Salten, in Bambi non c’è mai stata l’intenzione di rivolgersi a giovanissimi: come scrive nella sua introduzione Massimiliano De Villa “l’infanzia è uno stadio da superare, cui non si desidera fare ritorno, una fase da attraversare sulla via della maturità. Proprio per questo – come recita il sottotitolo – si tratta della Storia di una vita”. Bambi è un romanzo di formazione a tratti triste, a tratti spietato, un viaggio attraverso la crudeltà della natura, dove la violenza non viene esercitata solo dai cacciatori, ma anche dalle creature del bosco verso i propri simili. La lotta per la sopravvivenza è la legge che guida tutti gli abitanti del bosco. Ma anche tutti noi. Per recuperare il senso più originale, poetico e profondo di Bambi, questa edizione è stata illustrata dall’animatore, regista e artista Simone Massi. Il suo tratto denso e drammatico ci accompagna dentro il bosco. Come ci racconta il giornalista Luca Raffaelli nella prefazione, tutte le sue tavole “nascondono un invito a entrare con lo sguardo, a non fermarci sulla superficie. C’è sempre una zoomata che dobbiamo fare noi, per arrivare in fondo, per capire di più”. Per scavare, insieme a Bambi, tra le domande e i dubbi che, da sempre, agitano il nostro essere vivi. Età di lettura: da 10 anni.
La celebre storia del capriolo che perde la mamma è entrata nell’immaginario culturale dell’Occidente come favola per bambini grazie al successo della trasposizione cinematografica di Walt Disney nel 1942. Ma a ben leggere l’opera dello scrittore ebraico-ungherese Felix Salten, in Bambi non c’è mai stata l’intenzione di rivolgersi a giovanissimi: come scrive nella sua introduzione Massimiliano De Villa “l’infanzia è uno stadio da superare, cui non si desidera fare ritorno, una fase da attraversare sulla via della maturità. Proprio per questo – come recita il sottotitolo – si tratta della Storia di una vita”. Bambi è un romanzo di formazione a tratti triste, a tratti spietato, un viaggio attraverso la crudeltà della natura, dove la violenza non viene esercitata solo dai cacciatori, ma anche dalle creature del bosco verso i propri simili. La lotta per la sopravvivenza è la legge che guida tutti gli abitanti del bosco. Ma anche tutti noi. Per recuperare il senso più originale, poetico e profondo di Bambi, questa edizione è stata illustrata dall’animatore, regista e artista Simone Massi. Il suo tratto denso e drammatico ci accompagna dentro il bosco. Come ci racconta il giornalista Luca Raffaelli nella prefazione, tutte le sue tavole “nascondono un invito a entrare con lo sguardo, a non fermarci sulla superficie. C’è sempre una zoomata che dobbiamo fare noi, per arrivare in fondo, per capire di più”. Per scavare, insieme a Bambi, tra le domande e i dubbi che, da sempre, agitano il nostro essere vivi. Età di lettura: da 10 anni.
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Bambi, diretto da Michel Fessler. Al cinema dal 26 giugno
Bambi, diretto da Michel Fessler. Al cinema dal 26 giugno