Autore: Carlo A. Martigli
Editore: Longanesi
Editore: Longanesi
ISBN: 9788830431980
Pagine: 504
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 17,60 €
Firenze, 1497, Pico della Mirandola è morto da poco e con lui la speranza di un accordo fra le varie religioni in lotta. La città è ora in mano a un frate che predica sacrifici e si scaglia contro tutte le ricchezze, anche quelle culturali: Girolamo Savonarola. Perché Savonarola vuole cancellare tutto ciò che Pico della Mirandola aveva faticosamente costruito? Quale messaggio sconvolgente si nasconde nell’opera di Pico?
Intanto dal lontano
Tibet, due monaci sono in cammino verso Occidente, e portano una testimonianza
straordinaria, l’Ipsissima Verba, le parole dell’uomo che con il nome di
Issa trascorse gli anni della giovinezza ad apprendere la saggezza orientale.
L’uomo che, tornato in Palestina, rivoluzionò il mondo con il nome che gli
apparteneva un tempo: Gesù.
RECENSIONE
Dove è stato l’uomo chiamato Gesù dai dodici ai trent’anni?
Da questa domanda parte il nuovo romanzo di Carlo A. Martigli, autore di 999 L’ultimo custode.
La storia è ambientata tra il 1497 e il 1498, periodo a cavallo tra il medioevo e l’età moderna, e si snoda tra Istanbul, Firenze e Roma.
Il monaco Ada Ta, insieme alla figlia Guai Li, iniziano un lungo viaggio verso l’Occidente per portare un messaggio di pace, ovvero quello che Issa, per i cristiani Gesù, ha lasciato in eredità ai monaci tibetani, raccolto in un libro (Ipsissima Verba) che Giovanni Pico della Mirandola ha scoperto, pagando con la vita la sua conoscenza. Una verità talmente potente da poter rovesciare l’intero ordine prestabilito.
Di questa sconvolgente verità decide di approfittare il Cardinale Giovanni de’ Medici, cacciato da Firenze da Savonarola, e bramoso di riprendere il potere. Per questo decide di fare un patto segreto con il sultano Bayezid II, per diventare nuovo Papa e poter portare, in questo modo, un vento nuovo di pace e fratellanza tra i popoli.
Nel suo piano Giovanni coinvolge anche il valoroso Ferruccio de Mola, amico e protettore del padre Lorenzo, nonché amico di Giovanni Pico della Mirandola, costretto ad obbedire al Cardinale per il rapimento della moglie Leonora. Il suo compito sarà quello di proteggere il monaco e sua figlia una volta giunti a Roma.
Un segreto che interessa soprattutto il Papa Alessandro XI, Rodrigo Borgia, smanioso di lasciare il soglio di Pietro per diventare Re, e costretto a tenere a freno l’arroganza del figlio Cesare.
Giovanni de’ Medici, tuttavia, per perseguire i suoi veri scopi deciderà di scendere a patti con il Borgia, promettendo di consegnare al pontefice il libro e Guai Li. E dunque Ferruccio e i suoi nuovi amici saranno costretti ad una difficile fuga per salvare la propria vita e, soprattutto, il proprio segreto.
Quando mi sono avvicinato a questo libro non sapevo bene cosa aspettarmi. Avevo letto qualche commento breve di critici autorevoli che lo paragonavano al Codice da Vinci. In realtà i due libri, a parte la vita di Gesù, hanno in comune molto poco.
Partendo dalla scrittura, con tutto il rispetto per Dan Brown, Martigli è un altro mondo.
La raffinatezza nello stile, un lessico ricco e articolato, l’uso continuo di metafore, la padronanza del contesto storico, mi hanno fatto pensare molto ai grandi classici del passato.
L’unico vantaggio per il romanzo di Brown è l’immediatezza della prosa che rende la lettura più scorrevole. Del resto, come diceva Francis Bacon: “Alcuni libri vanno assaggiati, altri inghiottiti, e solo pochi masticati e digeriti”. In questo caso il romanzo va letto con diligenza e attenzione.
L’altra differenza che subito spicca è insita nella trama stessa. Il romanzo di Brown è ambientato nel presente, mentre questo di Martigli è un vero e proprio thriller storico, in cui fiction e storia sono sapientemente amalgamati. In tal senso è evidente e apprezzabile un meticoloso lavoro di ricerca storica compiuto dall’autore. Tra l’altro i personaggi vengono delineati talmente bene da apparire quasi reali, tangibili. Inoltre non manca una ricca introspezione psicologica, elemento più unico che raro in questo genere letterario.
L’intreccio narrativo è ben costruito e la storia, a parte qualche piccola parte, è anche abbastanza credibile. Del resto, come dice lo stesso autore nella postfazione: “Di questa storia ci sono alcune prove e molti indizi, più pesanti e coerenti di quanto è stato tramandato nei secoli, e anche se non sapremo mai con certezza ciò che accadde, possiamo intuirlo”.
Il punto di forza principale del romanzo, a mio avviso, è la grande capacità di Martigli di raccontare una storia sviscerando le emozioni, i sentimenti, in modo delicato, dolce, graduale, e allo stesso tempo intenso e coinvolgente.
In un perfetto cocktail di storia e magia, intrighi e tradimenti, alla fine emerge un messaggio di amore e speranza, di fratellanza e di pace, a prescindere dal contenuto inquietante e sconvolgente.
L’aspetto che mi ha convinto meno, pezzo forte del Codice da Vinci, è il ritmo. Il romanzo, infatti, difetta un po’ di quella suspense, tensione, tipica dei thriller (soprattutto a causa dell’alternanza continua tra il presente del romanzo e il racconto della storia di Issa); mancanza, tuttavia, ampiamente compensata dal fascino della storia e dalle numerose perle di saggezza in esso contenute.
Dunque il risultato è un romanzo appassionante e, a mio avviso, assolutamente da leggere.
Da consigliare non solo agli amanti del genere, ma a tutti coloro che vogliono godere di un libro scritto bene e che ha tanto da regalare al lettore.
RECENSIONE
Dove è stato l’uomo chiamato Gesù dai dodici ai trent’anni?
Da questa domanda parte il nuovo romanzo di Carlo A. Martigli, autore di 999 L’ultimo custode.
La storia è ambientata tra il 1497 e il 1498, periodo a cavallo tra il medioevo e l’età moderna, e si snoda tra Istanbul, Firenze e Roma.
Il monaco Ada Ta, insieme alla figlia Guai Li, iniziano un lungo viaggio verso l’Occidente per portare un messaggio di pace, ovvero quello che Issa, per i cristiani Gesù, ha lasciato in eredità ai monaci tibetani, raccolto in un libro (Ipsissima Verba) che Giovanni Pico della Mirandola ha scoperto, pagando con la vita la sua conoscenza. Una verità talmente potente da poter rovesciare l’intero ordine prestabilito.
Di questa sconvolgente verità decide di approfittare il Cardinale Giovanni de’ Medici, cacciato da Firenze da Savonarola, e bramoso di riprendere il potere. Per questo decide di fare un patto segreto con il sultano Bayezid II, per diventare nuovo Papa e poter portare, in questo modo, un vento nuovo di pace e fratellanza tra i popoli.
Nel suo piano Giovanni coinvolge anche il valoroso Ferruccio de Mola, amico e protettore del padre Lorenzo, nonché amico di Giovanni Pico della Mirandola, costretto ad obbedire al Cardinale per il rapimento della moglie Leonora. Il suo compito sarà quello di proteggere il monaco e sua figlia una volta giunti a Roma.
Un segreto che interessa soprattutto il Papa Alessandro XI, Rodrigo Borgia, smanioso di lasciare il soglio di Pietro per diventare Re, e costretto a tenere a freno l’arroganza del figlio Cesare.
Giovanni de’ Medici, tuttavia, per perseguire i suoi veri scopi deciderà di scendere a patti con il Borgia, promettendo di consegnare al pontefice il libro e Guai Li. E dunque Ferruccio e i suoi nuovi amici saranno costretti ad una difficile fuga per salvare la propria vita e, soprattutto, il proprio segreto.
Quando mi sono avvicinato a questo libro non sapevo bene cosa aspettarmi. Avevo letto qualche commento breve di critici autorevoli che lo paragonavano al Codice da Vinci. In realtà i due libri, a parte la vita di Gesù, hanno in comune molto poco.
Partendo dalla scrittura, con tutto il rispetto per Dan Brown, Martigli è un altro mondo.
La raffinatezza nello stile, un lessico ricco e articolato, l’uso continuo di metafore, la padronanza del contesto storico, mi hanno fatto pensare molto ai grandi classici del passato.
L’unico vantaggio per il romanzo di Brown è l’immediatezza della prosa che rende la lettura più scorrevole. Del resto, come diceva Francis Bacon: “Alcuni libri vanno assaggiati, altri inghiottiti, e solo pochi masticati e digeriti”. In questo caso il romanzo va letto con diligenza e attenzione.
L’altra differenza che subito spicca è insita nella trama stessa. Il romanzo di Brown è ambientato nel presente, mentre questo di Martigli è un vero e proprio thriller storico, in cui fiction e storia sono sapientemente amalgamati. In tal senso è evidente e apprezzabile un meticoloso lavoro di ricerca storica compiuto dall’autore. Tra l’altro i personaggi vengono delineati talmente bene da apparire quasi reali, tangibili. Inoltre non manca una ricca introspezione psicologica, elemento più unico che raro in questo genere letterario.
L’intreccio narrativo è ben costruito e la storia, a parte qualche piccola parte, è anche abbastanza credibile. Del resto, come dice lo stesso autore nella postfazione: “Di questa storia ci sono alcune prove e molti indizi, più pesanti e coerenti di quanto è stato tramandato nei secoli, e anche se non sapremo mai con certezza ciò che accadde, possiamo intuirlo”.
Il punto di forza principale del romanzo, a mio avviso, è la grande capacità di Martigli di raccontare una storia sviscerando le emozioni, i sentimenti, in modo delicato, dolce, graduale, e allo stesso tempo intenso e coinvolgente.
In un perfetto cocktail di storia e magia, intrighi e tradimenti, alla fine emerge un messaggio di amore e speranza, di fratellanza e di pace, a prescindere dal contenuto inquietante e sconvolgente.
L’aspetto che mi ha convinto meno, pezzo forte del Codice da Vinci, è il ritmo. Il romanzo, infatti, difetta un po’ di quella suspense, tensione, tipica dei thriller (soprattutto a causa dell’alternanza continua tra il presente del romanzo e il racconto della storia di Issa); mancanza, tuttavia, ampiamente compensata dal fascino della storia e dalle numerose perle di saggezza in esso contenute.
Dunque il risultato è un romanzo appassionante e, a mio avviso, assolutamente da leggere.
Da consigliare non solo agli amanti del genere, ma a tutti coloro che vogliono godere di un libro scritto bene e che ha tanto da regalare al lettore.
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L'AUTORE
Madre pianista, padre violinista, architetto,
critico d’arte e bibliofilo. In questo contesto eclettico e in una Livorno
cosmopolita, matura lo spirito di Carlo
A. Martigli. Le medie ai Gesuiti gli aprono la mente e gli danno il gusto
della ricerca storica e filosofica, in assoluta libertà. Completa gli studi
classici e mentre frequenta l’Istituto di Filosofia del Diritto a Pisa, lavora
part-time al Tirreno di Livorno. Una tragica malattia del padre lo obbliga a
cercare un impiego che gli consenta di aiutare la famiglia in difficoltà.
Arriva la classica banca, che lo assume quasi per sbaglio dopo un colloquio con
il capo del personale incentrato solo sulla comune passione per il teatro.
Martigli fa una splendida carriera, in pochi anni diventa dirigente. I libri
sono sempre la sua passione, legge di tutto e approfondisce in particolare due
tematiche: la decadenza dell’impero romano e lo spirito del Rinascimento,
specchio entrambi dell’attuale società e delle immense capacità dell’uomo di
rinascere. Pubblica un primo libro di favole in rima, dedicato a sua figlia,
che Emanuele Luzzati chiederà di illustrare. La banca gli sta sempre più
stretta e quattro anni fa, si dimette rinunciando a tutte le sicurezze
economiche per dedicarsi esclusivamente alla scrittura in modo professionale.
Si dà un obiettivo di tre anni: dopo di che, se non riuscirà, aprirà una
pizzeria. Sa che è una sfida quasi impossibile ma vuole almeno dire a se stesso
di averci provato. Pubblica due romanzi storico/fantasy e alcuni saggi, tra cui
uno sui miracoli non cattolici nel mondo. È l’inizio della svolta, il successo
arriva in Italia e all’estero con il thriller storico 999 L’ultimo Custode. Intanto, per una scommessa, diventa il cult
writer dei romanzi horror per ragazzi sotto lo pseudonimo di Johnny Rosso.
Contro tutte le previsioni ce l’ha fatta, quasi una metafora dei suoi studi,
decadenza e rinascita.
Sito: http://www.martigli.com